Roma è uno dei pochi luoghi capaci di riportare il cuore fino alla sorgente dei sogni. (Fabrizio Caramagna)
Siete mai stati a Roma? Camminando per le strade e i vicoli della capitale, si viene sommersi dal trambusto del vivere quotidiano mescolato allo splendore dei monumenti che evocano la grandezza dell’Impero Romano.
Almeno una volta nella vita si dovrebbe visitare il Colosseo, fermarsi al centro dell’anfiteatro, chiudere gli occhi e percepire il soffio di tutte le anime che nei secoli hanno fatto la storia del monumento. L’eternità e il fascino della città sono impressi in ogni singolo rudere. Roma vive tra le parole di un dialetto sguaiato, fiero d’esibirsi tra la folla di turisti curiosi e incantati. Un posto dove l’Arte ti accompagna camminando con te. Roma è Arte! L’incanto di un sogno che attraversa il pensiero di storie passate, ancora vive nello sguardo di ogni romano.
C’è una via a Roma molto conosciuta – Via Margutta – rione Campo Marzio, che iniziò a essere conosciuta come la via degli Artisti nel medioevo, quando un artigiano aprì una bottega d’arte in cui realizzava ritratti, fontane e ringhiere, dando inizio a una vera e propria industria che richiamava artisti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Nel 1925 l’ufficio delle Antichità e Belle Arti del Comune di Roma commissionò a l’architetto e scultore italiano Pietro Lombardi la realizzazione di fontane simboliche che rappresentassero le attività o stemmi dei vari rioni della città. Il 27 ottobre 1927, giorno del quinto anniversario della marcia su Roma, venne inaugurata la Fontana degli Artisti situata a Via Margutta.
La fontana è posta su uno degli edifici della via, circondata da palazzi storici dove il tempo pare essersi fermato e l’edera che ricopre le facciate delle case, sembra nascondere i segreti degli artisti che hanno reso famosi quei vicoli.
Davanti la scultura si rimane incantati a fissare il sovrapporsi di attrezzi del mestiere: compassi, sgabelli, tavolozze, un secchio che contiene pennelli e scalpelli da scultore di varie forme. Due getti d’acqua sottili fuoriescono da due Mascheroni uno dall’aspetto allegro e l’altro triste a rappresentare la perenne alternanza di umore insita nella vita degli artisti. L’acqua scorre dallo snodo del compasso posizionato tra le due maschere raccogliendosi in una vasca dalla quale esce, per finire in una grata di ferro. Due targhe sono posizionate al lato della fontana a ricordare i restauri subiti: uno nel 1998 e l’altro nel 2016.
Una base triangolare che finisce con un secchiello. Una fontana che pare un castello di sabbia sottile: impalpabile, sfuggente come l’anima di ogni Artista innamorato della sua Arte e preda del suo talento.
Un’ opera dedicata a chi dona il fluire delle proprie emozioni e nel caos dei suoi tormenti smette di esistere. Tutto si ferma. Mente e cuore si riempiono di quella luce che conduce l’Artista nel luogo in cui non è più nulla… solo energia.
Namasté