«Consegno, dunque, questo libro senza spiegarlo più, come se fosse mio e non lo fosse: basta che possa andare solo per il mondo e crescere per suo conto. Adesso che lo riconosco spero che il suo sangue furioso mi riconoscerà ancora.» Pablo Neruda, Isla Negra, novembre 1963
Con queste parole il Maestro Pablo Neruda rivela al mondo la paternità del libro: “I versi del Capitano”, una raccolta di poesie datata 1952 e rimasta anonima per desiderio del poeta che non voleva ferire Delia del Carril con cui viveva nel 1946 dopo la fine del matrimonio con Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang, e periodo in cui conobbe Matilde Urrutia musa ispiratrice di quei versi a lei dedicati. La storia tra Matilde e Pablo è bellissima e colma di “coincidenze del destino” …vi consiglio di approfondirla!
Io amo particolarmente Pablo Neruda e questa raccolta di poesie. In ogni verso di questo testo, si rimane estasiati al cospetto della grandezza di spirito di un uomo che manifesta il sentimento puro nella sua forma più alta. La magia di una grande passione spalanca le porte ai dubbi, alle paure, al desiderio fatto d’attesa in cui tutto e nulla, rappresentano l’essenza stessa del vero amore. Vi propongo oggi una delle poesie presenti in questa magnifica raccolta: “Se tu mi dimentichi”.
Le parole vibrano sulle note scomposte e soavi dell’amore che Pablo nutre per Matilde. Perché scomposte? Perché più l’amore è grande, più scompone ogni certezza che si ha nei confronti della persona che si ama. Il sentimento scorre distruggendo le barriere che frenano la potenza di un fiume in piena.
Il Maestro in questa poesia affronta il tema dell’abbandono, la paura di essere lasciato dalla sua donna che considera un amore predestinato e immortale. Le metafore con cui descrive le emozioni che prova rimarcano il potere brutale della passione, quello dolce e delicato dell’anima che si muove su piani di ascesa e discesa in cui però non esiste rancore o odio ma solo amore e rispetto per se stessi e verso chi si ama.
“Orbene, se a poco a poco cessi di amarmi cesserò d’amarti a poco a poco. Se d’improvviso mi dimentichi, non cercarmi, ché già ti avrò dimenticata.” Questi versi sono un attestato di stima verso la persona amata, a cui non si nega la libertà di andare per non tornare, mentre la si sottrae al peso del rimorso offrendole la certezza che per amore si può e si deve dimenticare.
“Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi alla riva del cuore in cui affondo le radici, pensa che in quel giorno, in quell’ora, leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.” Qui le suggestioni si fanno sentire come un tamburo che batte il tempo scandendo i palpiti di un cuore in fiamme. Quando l’amore affonda le sue radici in un terreno fertile cresce e con lui lo spirito si innalza. Se ciò non accade, è giusto cercare altrove terra dove far crescere quel sentimento che diversamente andrebbe sprecato!
“Se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi, ahi, amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne‚ si oblia, il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscir dalle mie.” Le parole che concludono questa opera poetica di straordinaria bellezza e raffinatezza, rappresentano il vero senso dell’amore in cui lo scambio reciproco nutre il sentimento, accompagnandolo in quella parte di cielo dove le braccia si aprono ad accogliere e offrire luce divina.
L’amore non insegue, non ferisce, non umilia, NON UCCIDE!
Namasté