In ogni perla deve esserci un riflesso da scoprire, un insieme di segreti da portare alla luce, deve esserci una rivelazione per entrare in un altro mondo. (Fabrizio Caramagna)
L’Artista tesse un filo invisibile che collega la sua anima a quella di ogni spettatore, affinché l’essenza penetri come fa la sabbia nell’ostrica che lentamente costruisce la perla: luminosa, imperfetta ed eterna.
Cos’è l’Arte se non un rimando di vite che attraverso colori, forme, parole, musica, innalzano lo spirito scavando la materia che lo imprigiona?
Voglio parlarvi di un quadro molto famoso dal titolo: La Ragazza col turbante o La Ragazza con l’orecchino di perla. Un dipinto olio su tela del pittore olandese Jan Vermeer realizzato tra il 1665 e il 1666, conservato nel museo Mauritshuis dell’Aia. Due romanzi hanno reso quest’opera tra le più popolari al mondo, definita anche “La Mona Lisa olandese”: La ragazza col turbante di Marta Morazzoni del 1986 e La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier del 1999 da cui è stato tratto un film dal titolo omonimo nel 2003, con protagonista Scarlett Johansonn.
Il dipinto raffigura una ragazza, verosimilmente figlia dell’Artista, in posa a mezzo busto, girata di profilo con il viso rivolto verso lo spettatore. Il fondo del dipinto è nero. La giovane donna indossa una camicia bianca e un mantello color rame. Il capo è avvolto da un turbante azzurro sopra cui è annodato un drappo giallo che scende lungo le spalle. Il viso della fanciulla è di una bellezza disarmante! Completamente illuminato, mostra tratti del viso dalle linee morbide e delicate che restituiscono a chi lo guarda un’immagine angelica.Labbra rosse dischiuse con un accenno di sorriso, naso molto sottile e dritto, occhi grandi che sembrano uscir fuori dalla tela. Lo sguardo vivo e brillante ha la stessa intensità di luce della grande perla che spicca sull’orecchio in penombra.
Osservando questa bellissima opera si viene attraversati da molte suggestioni. Ci si domanda quale mistero celi quel drappo azzurro che spicca sul fondo nero. Lo sguardo della ragazza è così vivo da sembrare animato. La luce della grande perla che d’improvviso appare dalla penombra, conduce lo spettatore alla scoperta di un’anima che mostra la sua grandezza fermandosi nel buio. Forse non a caso la donna indossa un turbante – all’epoca poco usuale – che simboleggia valore e rispetto per chi lo porta.
La ragazza con l’orecchino di perla è la rappresentazione di chi esibisce con dignità la sofferenza. É l’emblema di chi sorride attraversato dal dolore. Negli occhi risiede la luce di un cammino reso ostile dalla sabbia che però ha consentito allo spirito di liberarsi della materia, trasformandosi. La perla riporta alla mente le lacrime degli Dei . Riconsegna lo spirito alla sua casa d’origine…quella delle emozioni, dove piangere di dolore e gioia equivale a vivere. Ogni gemma inizia a crearsi nel momento in cui la sabbia entra all’interno dell’ostrica, ciò che rende la perla rara e preziosa è la capacità dell’ostrica di resistere al dolore trasformandolo in un gioiello prezioso.
Se il dolore fosse solo distruzione, l’Arte sarebbe priva di bellezza, gli Artisti privi di genio e le lacrime soltanto gocce d’acqua sottratte alla luce.