Dall’1 al 7 ottobre in tutto il mondo si celebra la settimana dell’allattamento materno, un’occasione importante per sensibilizzare mamme e famiglie alla pratica della nutrizione a richiesta con latte umano, ma anche per per sostenere le neo mamme sul fatto che l’allattamento (di qualsiasi tipo, biberon o siringa o seno) è un momento prezioso di alto contatto con il bambino, utile per il suo sviluppo psico fisico.
In questo senso la mamma, nel delicato periodo del post parto, dovrebbe essere sostenuta e aiutata dai familiari per consentire al meglio dell’allattamento al seno prevalente o esclusivo o misto, secondo quanto affermato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): il latte materno è fondamentale per la crescita del lattante almeno fino all’anno di vita e successivamente diventa complementare fino a termine, cioè finché mamma e bambino lo desiderano. Premesso che qualsiasi alimentazione è idonea al bambino e non tutte le mamme hanno la fortuna o il sostegno adeguato per allattare al seno, le raccomandazioni dell’OMS purtroppo si scontrano con una realtà molto diversa per le neo mamme di oggi, almeno per quanto riguarda le mamme italiane.
Soprattutto le lavoratrici hanno diritto al congedo di maternità obbligatorio 3 mesi dopo il parto (la legge non considera i bambini nati prima della data presunta), estendibili a 4 mesi qualora la neo mamma avesse lavorato fino all’ottavo mese di gestazione. Dopo questo periodo la mamma ha diritto, in base all’attuale normativa, a un ulteriore mese pagato al 100% e successivamente a un mese pagato al 60%, poi sono concessi ben 6 mesi retribuiti però al 30%. Mesi che non tutte le neo mamme sono disposte a prendere come permesso soprattutto per una questione economica.
Per non parlare poi delle mamme libere professioniste o con partiva iva che rientrano a lavorare anche subito dopo il parto a meno che non si appoggiano a nonne o baby Sitter. È chiaro che in una situazione del genere non solo è difficile l’allattamento fino all’anno del bambino ma addirittura è del tutto compromesso quello a termine. Occorre quindi sostenere le famiglie e soprattutto le neo mamme con azioni di informazioni per preservare il latte materno, come l’uso del tiralatte (Manuale o elettrico), la pratica dell’alto contatto o il co sleeping, cioè dormire nella stessa stanza o posizionare il lettino accanto al letto dove dorme la mamma.
Tutte queste informazioni in cui si cerca di garantire l’allattamento e tutelarlo anche in caso di rientro anticipato al lavoro vengono fornite dai consultori familiari o da ostetriche o da professionisti appositi chiamati IBCLC che sono certificati dalla Leche League cioè la lega mondiale a sostegno dell’allattamento materno. Per chi volesse informazioni su tali iniziative o maggiore sostegno per chi allatta e ha difficoltà basta cercare sui social i contatti dei consulenti mediante i siti della Leche League Italia di cui trovate il link sotto.
Sito ufficiale
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Sosteniamo le mamme che allattano, ogni goccia di latte materno è fondamentale per i nostri bambini per i nutrienti che contiene. Nell’immagine che ho scelto per questo articolo ci sono io, con uno dei due gemelli, il piccolo Davide, che allatto a tandem (cioè in contemporanea) grazie ai consigli della Leche League Italia. Nella speranza di un lungo percorso di amore liquido che auguro a tante neo mamme come me.