“La droga sono io.” Salvador Dalì
Tutti conoscono Salvador Dalì, soprattutto per le immagini surrealiste e stravaganti delle sue opere.
Dalì: all’anagrafe Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech, era dotato di grande creatività e fantasia. Questo grande artista espresse il suo talento in svariati ambiti artistici: pittura, scultura, cinema, fotografia, scrittura e molto altro. L’abitudine di Dalì di apparire spesso in atteggiamenti bizzarri, attirò a sé molte critiche ma anche molto interesse da parte del pubblico. La pittura di Salvador Dalì si ispira a numerosi movimenti artistici, dal Dadaismo al Cubismo, ma il suo stile pittorico per molti anni si ferma al Surrealismo – movimento fondato a Parigi da alcuni scrittori e pittori che si avvaleva degli elementi del Cubismo e del Dadaismo creandone qualcosa di sconosciuto che cambiò il modo di concepire l’Arte -.
L’interesse dell’Artista verso la psicologia e le teorie freudiane, lo condussero a uno studio profondo del proprio sé, tanto da trovare in quel percorso spirituale ispirazione nelle sue opere.
Attraverso la pittura Dalì esplora le sue ansie, le frustrazioni le fantasie. Riesce a scoprire ogni aspetto delle sue inquietudini che trasferisce sulle tele inventando il metodo: “paranoico critico”. Questa tecnica consente all’artista di immergersi nel delirio e in ciò da cui scaturisce quel moto frenetico di particelle che danno origine alla follia pura e trascendono in paranoia. L’attraversamento di tali stati,proietta immagini dai contenuti razionalizzati quindi alla “fase critica”.
Nel libro autobiografico intitolato Diario di un Genio Salvador Dalì scriveva: «Tutti, soprattutto in America, vogliono sapere il metodo segreto del mio successo. Questo metodo esiste. Si chiama il metodo paranoico-critico. Da più di trent’anni l’ho inventato e lo applico con successo, benché non sappia ancora in cosa consista. Grosso modo, si tratterebbe della sistemazione più rigorosa dei fenomeni e dei materiali più deliranti, con l’intenzione di rendere tangibilmente creative le mie idee più ossessivamente pericolose. Questo metodo funziona soltanto alla condizione di possedere un dolce motore d’origine divina, un nucleo vivo, una Gala. E ce n’è soltanto una».
Non tutti sanno che Salvador Dalì attraverso la sua opera geniale, nel 1969 conferì a un famoso lecca lecca, – con il restyling del logo -, la riconoscibilità in ogni parte del mondo… sto parlando del Chupa Chups. Il nome deriva dal verbo spagnolo “chupar” che vuol dire “succhiare”. L’azienda nasce nel 1958 a Barcellona con a capo Eric Bernat e Nuria Serra. Ebbene, grazie anche a una politica di vendita mirata e curata nei dettagli, Chupa Chups divenne uno dei colossi dolciari dell’epoca. Nel 1964 infatti, conquistarono la Francia, e nel 1967 anche gli Sati Uniti: a quel punto nacque l’esigenza di avere un logo che si contraddistinguesse dagli altri, garantendo a l’Azienda la fama e un alto numero di vendite. Si pensò allora di puntare sul fascino di un marchio nato dalla genialità di un illustre Artista…
Si racconta che Eric Bernat commissionò il restyling del logo a Salvador Dalì – suo amico -,il quale durante un pranzo avvenuto tra i due, in un’ora e sopra un foglio di giornale, disegnò la famosa margherita gialla dai contorni rossi . Un’operazione semplice ma geniale che donò al marchio una popolarità rimasta immutata negli anni. Dalì ebbe l’idea di posizionare il logo al centro del Chupa Chups e non di lato, così da risultare visibile a colpo d’occhio. Il logo è un combinazione di simboli legati a un contesto storico in cui cresceva la voglia di sentimenti, spensieratezza e contatto con la natura. La margherita infatti, richiama i figli dei fiori, il giallo e il rosso rimandano ai colori della bandiera spagnola e perciò l’origine di questi dolcetti. Il colore giallo stimola il rinnovamento, ponendo in esso l’abbandono degli schemi e l’accettazione del nuovo che parte sempre da uno stimolo primitivo di curiosità universale. Le linee calde e avvolgenti rimandano a momenti di gioia. Il colore rosso invece è il colore che parla di energia, forza, vitalità, passione desideri: è una spinta al rinnovamento, una finestra che si affaccia oltre l’orizzonte dove esiste ogni cosa…
Quando vedete un logo, pensate che dietro quelle linee, i colori e le immagini, un creativo ha donato al mondo la sua genialità.
“ Mi dicevano che la follia scarabocchiasse la vita…avevo scoperto che la dipingeva. Lei passava e tutto prendeva colore.” Franca Spagnolo
Namasté.
Franca Spagnolo