«In me esistevano due anime: quella attaccata alle cose del mondo e quella che voleva evadere dal mondo per trovarne un’essenza diversa».
Provate a immaginare il rumore di un’anima inquieta, dello spirito che vive nascosto tra le fessure sottili della pelle. Tracciate un percorso che consideri le emozioni come unico riferimento al vostro sentire e poi lasciate che la mente si perda tra le parole del libro: «Come pagina bianca» di Pasquale Esposito. Scoprirete quanto sia potente e fragoroso il suono del silenzio.
«Come pagina bianca» è uno di quei testi in cui il piacere di leggere si mescola con il pensiero dello scrittore trasformando la lettura in un gioco di rimbalzi dove anima, testa e inchiostro si alternano sviluppando una sincronia empatica perfetta tra autore e lettore.
Un libro, quello scritto dall’autore Pasquale Esposito, in cui le parole scorrono fluidamente, e mano a mano disegnano sui fogli bianchi immagini di vita, dolore, speranze, paure di un uomo la cui unica libertà nel posto in cui è rinchiuso (un ospedale psichiatrico), è il viaggio nella propria coscienza.
Il protagonista di quello che definirei un viaggio alla scoperta della luce attraverso il buio, si racconta scrivendo lettere a una donna che sono una sorta di confessione a se stesso, in cui l’IO, emerge facendosi spazio tra le diapositive di un vissuto dove l’autocritica assume un valore assoluto rispetto il sé.
«Mi sembrava di cogliere nei libri una promessa di fedeltà che non apparteneva alle persone, come se essi meritassero una fiducia più ampia di qualunque essere umano […] Forse ero io a non meritare la fiducia degli altri. Mi interessava conoscere i sentimenti più intimi senza dare in cambio i miei.».
Nel momento in cui il personaggio della storia smette di esistere come entità per gli altri e si ferma a pensare quale sia il limite oltre il quale l’apparire conduce il sé nell’oblio, accade tutto. A quel punto una specie di passaggio obbligato favorisce la trasformazione e l’evoluzione dell’individuo che indaga approfondendo il sapere, appagando la propria sete di conoscenza in ogni campo: dall’arte, alla scienza, alla chimica, all’alchimia… scoprendo la propria essenza.
L’uomo descritto dall’autore ha in sé la singolarità che agli occhi di una società incatenata a l’apparire diviene anormalità, ma rimane unicità che appartiene all’individuo il cui unico scopo nella propria esistenza è ricercare il senso della vita, delle cose, della verità!
Un racconto in cui l’essere “uomo” o “donna” esistono semplicemente come persone: privi di nome che ne possano definire l’immagine, riconoscendone attraverso il sostantivo la fattezza.
La scrittura è scorrevole, densa di contenuti, il linguaggio seppur raffinato è semplice. Un libro in cui ogni riga evoca sensibilità, amore, cultura, anima.
Per chi volesse incontrare l’autore Pasquale Esposito, sarà a Venezia il 24 ottobre dalle 17:30 alle 19.00 a Micromega Arte e Cultura, per presentare il suo romanzo.
Namasté
Franca Spagnolo