Se l’Arte appartiene a tutti, il talento degli Artisti è patrimonio dell’umanità!
La Creatività è una dote che non possiedono tutti, questo è un dato di fatto.
Il creativo è colui che produce qualcosa che nasce dall’ ingegno. Possiamo dire allora che: l’individuo attraverso cui opera l’ingegno, sia una persona capace di sperimentare.
La forza del creativo è la curiosità, il coraggio di spingersi oltre. Sapete cos’è l’OLTRE? Oltre è la modalità in cui mente, cuore e volontà di un individuo si aprono al mondo. Una mente aperta usa la curiosità per comprendere gli altri, non il giudizio. Un cuore aperto è compassionevole non indifferente, un volontà aperta è coraggio, non paura. Il canale che traina e dirige l’essere umano in una condizione di avanzamento rispetto la sua evoluzione, è ciò che transita intorno l’amore: sé, non ego. Il catalizzatore di ogni forma d’arte è l’amore, che diviene MAGNIFICENZA E BELLEZZA.
Cos’è la bellezza? La bellezza è emozione. La melodia scritta da un musicista, i versi di un poeta sono BELLEZZA! Il talento produce emozione.
Nel 2017 l’UNESCO inserì tra i patrimoni culturali dell’umanità “L’Arte del pizzaiolo napoletano”. Pensando all’Arte come bene collettivo, provate a entrare in una pizzeria dove si produce e VENDE, cibo considerato eccellenza come la pizza – patrimonio mondiale dell’umanità –, e domandate al pizzaiolo di regalarvi un “pezzo di quel patrimonio” … sono curiosa di sapere cosa vi risponde.
Il perché di questa mia richiesta è semplice. Non si chiederebbe mai a un pizzaiolo di regalarci la pizza, e neppure a un pastaio di offrirci “l’opera d’arte” che ogni giorno con passione e dedizione preparano per donare al nostro “gusto” il piacere a tavola. Si chiede invece -spesso- agli Artisti di talento, di regalare il frutto della propria genialità, perché? Ciò che riempie e arricchisce la mente e l’anima ha meno valore di quello che sazia bocca e stomaco?
In questa fase storica l’artista ben pagato è quello che riesce a farsi un nome tra la “massa” SEGUENDO regole di mercato che sempre più spesso attribuiscono il valore ai numeri, non alla qualità. Basterebbe leggere qualche libro pubblicato da grandi case editrici e scritto da personaggi noti al grande pubblico (influencer con milioni di follower) per capire di cosa stiamo parlando. Questa è l’epoca in cui si abbassa la qualità in favore del denaro, senza tenere conto che riducendo la qualità dell’Arte regredisce il livello culturale della società, soprattutto delle nuove generazioni.
Un ragazzo di venti anni talentuoso che decide di inseguire il sogno di vivere facendo il musicista e studia per realizzare ciò in cui crede, dovrà lottare per vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione, che forse non è stato ben interpretato da chi governa il Paese: La Repubblica riconosce a TUTTI i cittadini il DIRITTO AL LAVORO e PROMUOVE LE CONDIZIONI che rendano effettivo questo diritto. Capite? Le promuove non ostacola!
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria SCELTA, un’attività o una funzione che concorra al PROGRESSO materiale o spirituale della società. Che concorra al progresso materiale o spirituale della società – della società -, ovvero di tutti, non di pochi eletti.
Tutti possono contribuire al progresso della società, ma ancora di più chi ha talento e passione. Si può imparare a scrivere, ma per emozionare serve il talento. Si può imparare a recitare, ma per essere veri attori serve il talento. Si può imparare a suonare uno strumento ma affinché le note tocchino l’anima di chi le ascolta, alla base deve esserci il talento. Capire che gli Artisti non sono nullafacenti, metterli nella condizione di vivere senza svendersi, vuol dire comprendere che un compositore dotato quando crea una melodia, non sta soltanto scrivendo un brano musicale, sta regalando al mondo un pezzo di anima e luce divina, offrendo la magia di un sogno a TUTTI.
Perché alcune passioni si ha diritto di farle diventare un lavoro e altre no? La risposta secondo me è semplice: se tutti facessero il lavoro per cui sono nati, fallirebbe il 90% delle attività che oggi prospera con la gente che ha rinunciato ai propri sogni. Fallirebbero la maggior parte dei social network che puntano sull’appiattimento dei cervelli e non sullo sviluppo. Fallirebbe un’intera branca dell’economia che vende il nulla spacciandolo per Arte.
Riconsegniamo agli strumenti musicali L’AMORE dei veri musicisti. Alle tele i colori vividi di una mano che intinge il pennello tra i colori della fantasia. I fogli bianchi a chi mentre scrive si emoziona, i teatri a chi salendo sul palco smette di esistere per vivere la vita del personaggio che interpreta. Restituiamo l’Arte al TALENTO.
Folle non è chi sogna di vivere della sua arte, folle è chi investe sul guadagno fregandosene dell’Arte, degli Artisti, della Cultura e dell’EVOLUZIONE DELLA SPECIE.
Meditate gente!
Namasté
Franca Spagnolo