Il Natale è alle porte, ma il mio pensiero non può che essere rivolto a loro, a quei bambini che ogni giorno muoiono di fame, di freddo, di violenze di tutti i tipi o semplicemente sotto qualche ordigno bellico.
E mentre per i nostri bambini occidentali è ormai tempo di regali, di dolci, calze della befana, giocattoli e capricci vari, diversamente, per la maggior parte di altri bambini, nel resto del mondo, per quelle povere anime che hanno avuto la sfortuna di nascere in luoghi devastati dalle guerre, come Gaza, Ucraina, Yemen, Afghanistan, il regalo più bello sarebbe solo quello di poter continuare a vivere.
Si calcola che siano più di sei milioni i bambini afghani con problemi di salute perché denutriti, orfani dei propri genitori uccisi da qualche bomba, che non possono andare a scuola, non hanno vestiti pesanti per difendersi dal freddo, non hanno nulla da mangiare e si riversano sulle strade e nei campi in cerca di qualche lavoretto per rimediare un tozzo di pane.
La maggior parte di quei bambini trascorrono il loro tempo a raccogliere bottiglie di plastica, rottami di ferro e tutte le cianfrusaglie varie che riescono a trovare in mezzo alla spazzatura maleodorante, fatiscente, tra carcasse di animali, cadaveri umani e rottami di ogni genere, in modo da venderli e comprare qualcosa da mettere sotto i denti. E tutta questa situazione assurda, grazie a decenni di guerre, di sangue, di bombardamenti che hanno impoverito ulteriormente il Paese dell’Afghanistan.
A farne le conseguenze più gravi sono proprio loro, i bambini di ogni età, che vanno ad aggiungersi alla sofferenza delle bambine, già penalizzate per essere nate “femmine”, in un Paese controllato dai Talebani da quando sono tornati al potere, con una crisi umanitaria aggravata, che hanno trasformato quella terra in un vero incubo, un inferno.
Bambini violentati, sfruttati, impauriti, affamati, in preda alla più assoluta disperazione, costretti il più delle volte a farsi arruolare alla sola età di sei/ sette anni, nelle milizie talebane e a premere il grilletto non con giocattoli, ma armi vere, armi portatrici di morte e dolore.
A quei bambini corre ora il mio pensiero, un pensiero di vicinanza, di fratellanza, per ogni giorno che dovranno patire ancora, a quei tanti sogni infranti, a quei sorrisi mancati e a tutti coloro che non potranno più vedere il sorgere del sole, a quegli angeli caduti sul pianeta terra trasformata in inferno dalla crudeltà e malvagità dell’uomo, a loro va tutto il mio amore.
Avv. Aurora d’Errico