Oggi incontriamo Nazarena De Angelis che vive e lavora a Roma. Nazarena è laureata in Giurisprudenza e specializzata in Diritto del Lavoro e della previdenza sociale presso l’Università Tor Vergata e la Scuola di Studi Giuridici Carlo Jemolo, è impiegata in un ente privato, dove si occupa proprio di diritto e previdenza.
Tu hai delle grandi passioni, che coltivi senza sottrarre tempo al tuo lavoro ed alla tua famiglia, ci farebbe molto piacere che tu ci raccontassi qualcosa delle cose che ami fare.
Oltre ad essere appassionata di lettura e scrittura fin da bambina, amo i fumetti, il cinema e il teatro, l’attività fisica all’aria aperta, le passeggiate con le amiche nei posti più suggestivi di Roma, scoprire nuovi locali per sorseggiare un infuso o una miscela particolare di caffè, dedicarmi a momenti culturali in una città che, per fortuna, offre possibilità in ogni campo.
La scrittura rappresenta, per te una porta su un mondo fantastico, un universo di sogni e di immaginazione, che ti consente di estraniarti dalle brutture della vita di tutti i giorni. Ami creare, attraverso le parole storie con personaggi ed ambientazioni per romanzi e racconti. Ci puoi parlare dei racconti e dei libri che hai scritto?
Mi sono avvicinata a una scrittura “più professionale” negli ultimi anni, cercando di trovare uno sbocco per le mie opere, perché la mia fantasia vedesse la luce, per tirare fuori da un cassetto – adesso da un pc portatile piuttosto che da una penna USB – quanto avevo scritto. I racconti e i romanzi a cui mi sono dedicata vertono sui temi dell’amore e dell’amicizia, sono sempre legati ai sentimenti, accompagnati a volte da sfumature gialle, a volte connessi a momenti d’amore più passionale, e anche ai temi della disabilità, che conosco piuttosto da vicino.
La lettura delle nostre opere e la critica che ne consegue è un momento importante sia per riflettere che per migliorarsi e quando uno scritto viene premiato è davvero un momento veramente importante. Ci vuoi parlare dei premi ricevuti?
Certamente è un’occasione di confronto. La critica è sempre ben accetta, anche quella più negativa, se basata su una volontà costruttiva e di confronto, aiuta a scoprire aspetti del proprio lavoro difficili da comprendere, dalla propria personale prospettiva. Partecipare a manifestazioni con i propri lavori, romanzi, racconti, o poesie, e ricevere la gratificazione dell’altrui apprezzamento compensa lo sforzo di cercare di conciliare il proprio privato e la scrittura, per lo meno per me che scrivo per passione e non per mestiere. Fra i premi che ho avuto la fortuna di ricevere, porto nel cuore quelli ricevuti dalle Donne dell’Aria per i Racconti fra le Nuvole 2023 e 2021; in primo luogo perché la giuria che mi ha premiato è composta da donne e mi ha fatto molto piacere far breccia nei loro cuori, in secondo luogo perché entrambi i racconti – “A-e-r-e-o” e “Il sogno più dolce” – sono storie d’amore legate al mondo della disabilità, così come “I segni del cammino” per cui ho ricevuto l’ultimo riconoscimento, il Premio Letterario Internazionale Sulla stessa barca: l’amore ai tempi del coronavirus 2024 col racconto. L’essere riuscita a emozionare con le mie parole proprio su argomenti tanto delicati è stato bellissimo.
Il nuovo romanzo “Un ispettore tutto mio” ed. Annulli editore ha una trama dove i protagonisti sono l’agente di polizia Lisa Argenti e l’ispettore Luca Parodi. Lisa viene comandata alla sezione omicidi dal padre Enrico, questore di Torino. La protagonista accetta la decisione del padre o la subisce?
In un primo momento Lisa subisce la decisione, non riesce nemmeno a comprenderla; mantiene la calma, per rispetto della figura del genitore, che è anche suo superiore; pian piano, però, capisce che il questore ha avuto una valida intuizione per permetterle di crescere professionalmente, affiancandola a un collega burbero ma di grande talento investigativo, che lei impara ad apprezzare.
Leggendo questa storia vediamo che entrambi reagiscono molto male all’ordine di servizio del questore. I due protagonisti sono molto diversi, infatti lei bella, giovane, talentuosa. Parodi è più grande di lei, è bravissimo, ma anche sfrontato e sessista. Ci vuoi parlare di come si confrontano ed operano nel rapporto investigativo i due poliziotti?
In apparenza rappresentano due opposti, per estrazione sociale, età anagrafica, approccio nei confronti della vita e del resto del mondo. Luca Parodi è quasi claustrale, chiuso, dedito esclusivamente al lavoro; Lisa Argenti è aperta, solare e disponibile. Le loro differenze caratteriali hanno, però, un punto di incontro fondamentale: l’impegno nelle investigazioni, la solerzia, la determinazione, la serietà. Luca, nei giorni di collaborazione, prende coscienza dei pregi e delle virtù investigative della collega, attraverso le sue intuizioni, capisce di avere a che fare con una poliziotta che è al proprio livello, apprezzandone l’educazione e la gentilezza dei modi; Lisa, colpita a sua volta dall’ispettore, ne fa il proprio mentore.
L’indagine dei due poliziotti riguarda l’assassinio di Vinicio Visconti. Lui era uno dei notai più ricchi e famosi della città di Torino, padre di un ex compagno di liceo di Lisa, dalla doppia vita. Vinicio Visconti ha una vita complicata, infatti di giorno affermato libero professionista, tranquillo e irreprensibile, di notte uomo audace e disinibito alla ricerca di emozioni in club privé con donne dai gusti particolari. Ora sarebbe molto interessante sapere come si intreccia la storia della vittima con quella dei due poliziotti dal punto di vista morale?
Uno degli aspetti a cui tenevo di più era porre l’attenzione del lettore sul senso dell’amore. L’amore romantico e puro si contrappone a un altro tipo di amore o intimità particolare. Alcune considerazioni che fanno i due poliziotti, mentre lavorano all’indagine e quindi si ritrovano loro malgrado in ambienti certamente ambigui, non sono nate quindi per fornire giudizi di valore, ma spunti di riflessione. Ognuno dei due poliziotti esprime un punto di vista personale. L’agente Lisa Argenti è sconvolta dalle scoperte delle perversioni altrui, che non ha mai conosciuto, che non le appartengono; Luca Parodi, più smaliziato, sembra inquadrare certi ménage in una apparente normalità. Ma è proprio l’ispettore Parodi, a tal proposito, che, a domanda sul privé, segnala “Sono posti squallidi, uguali a sé stessi. Visto uno, visti tutti” continuando “In un sano rapporto di coppia ci si completa con il partner, anche a letto, Cercare altro in luoghi simili equivale a essere infelici”.
Il rapporto lavorativo tra Luca e Lisa assume degli aspetti inaspettati. Lisa è fidanzata con Matteo però ad un certo punto è costretta ad ammettere, che al cuore si comanda poco. Siamo incuriositi da questa situazione e senza svelare troppo ci potresti dare qualche piccola curiosità?
Proverò, senza dare troppi spoiler. Superate le schermaglie e i battibecchi dei primi momenti della conoscenza e delle indagini, il feeling fra Lisa e Luca diviene palpabile, la piena di un fiume sentimentale dopo un alluvione, una piega inaspettata per entrambi. Argenti è fidanzata con Matteo, che l’aspetta in Australia, dove si è trasferito per lavoro, per sposarla e dividere con lei vita e futuro; Parodi, divorziato e per nulla interessato a una nuova relazione, deve confrontarsi con il destino che gli ha messo Lisa di fronte.
Ora ti chiedo quale è il messaggio di questo romanzo per il lettore?
Un messaggio positivo: che l’amore è l’ingrediente più prezioso della vita di noi tutti, qualcosa di irrinunciabile, che non può essere paragonato a null’altro aspetto dell’esistenza; un amore di diverso tipo – di coppia, o familiare o amicale – ma sempre amore.
“Un ispettore tutto mio” è, sì, incentrato sui personaggi principali di Lisa e Luca, ma al contempo è un lavoro corale, legato ad altri numerosi protagonisti, non meno importanti: Patrizia, l’amica del cuore di Lisa, con il marito Stefano e i figli piccoli; i genitori di Lisa, la sorella e il buffo cognato. La storia investigativa si lega quindi a una vicenda sentimentale, a una vittoria dei sentimenti, semplici e comuni, della normalità dei legami affettivi. Poiché uno dei fili conduttori del romanzo è pure l’umorismo, espresso attraverso le gag e le battute dei personaggi, mi auguro che la lettura lasci un sorriso sul viso di colui o colei che ripone il libro sul proprio comodino e, che si sia divertito, nel leggerlo, almeno un pochino di quanto mi sono divertita io stessa nello scriverlo.
Saluto Nazarena per questa bellissima chiacchierata e sono certa che in molti leggeranno le sue opere.