Gli amanti di mia moglie. | di Franca Spagnolo

da | 29 Novembre 2024 | Attualità, Libri

“Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro.” Leonardo da Vinci

Nella storia dell’umanità il gatto è stato l’animale più amato e anche il più perseguitato.

Il gatto assume diversi ruoli nella memoria collettiva: nell’antico Egitto venne elevata a divinità suprema la dea Bastet, Dea gatta nutrice raffigurata con la testa da gatto e il corpo da donna  simbolo di dualità, del bene e del male,  sole e luna  – forza bellezza e mistero -.  Gli egizi resero protagonista il gatto in ogni forma d’espressione artistica, restituendo alla storia il senso di venerazione che avevano nei confronti del meraviglioso felino.

I romani ritenevano il gatto un alleato contro i topi che infestavano le città, riconoscendolo abile predatore, sebbene poco incline alla vita da schiavo perché libero per natura, questo animale rimaneva tuttavia utile per la collettività.  In un mosaico ritrovato a Pompei nella Casa del Fauno, viene celebrata proprio la dote di cacciatore del felino, si può ammirare infatti la scena in cui un giovane soriano azzanna un uccello.

Papa Innocenzo VIII nel 1484 disse:  “Il gatto è l’animale preferito del diavolo e idolo di tutte le streghe”,  parole da cui traspariva in modo inequivocabile una dottrina religiosa fondata su pregiudizi e superstizioni che influenzarono anche in epoca rinascimentale alcune opere pittoriche a tema religioso. La più famosa dal titolo: L’ultima cena, risalente al  1542 conservata a Roma nella  Galleria Borghese, dell’autore Iacopo da Ponte detto Il Bassano ,viene raffigurato un cane rannicchiato ai piedi di Gesù come testimone di fede e amore incondizionato mentre il gatto dipinto in atteggiamenti ambigui, quasi strisciante accanto all’apostolo Giuda rappresenta la disobbedienza e l’inganno.  

Leonardo da Vinci restituirà al felino fama e ammirazione da parte di molti artisti, definendolo un “capolavoro” e dedicandogli una serie di disegni dal vero. Dopo la consacrazione da parte del più grande artista scienziato inventore del Rinascimento, il gatto infatti, occupò un posto speciale nel cuore di tanti artisti che lo ritrassero in numerose opere.

Il pittore e ritrattista austriaco Carl Kahler fu contattato da una ricca   signora, Kate Birdsall Johnson che nella sua residenza di Buena Vista in California ospitava 350 gatti. Commissionò all’artista un quadro che celebrasse i suoi amati animali.  Per ben tre anni Carl Kahler studiò ogni piccola sfumatura del vivere selvaggio e misterioso dei felini. Sebbene Kahler non avesse mai dipinto gatti, realizzò un’opera bellissima degna dell’ammirazione incondizionata che la signora Johnson aveva nei confronti dei suoi amici a quattro zampe. Il dipinto olio su tela raffigura 42 gatti scelti tra i 350. Al centro della scena compare il preferito della signora Kate, Sultano, un gatto che comprò a Parigi e pagò 3000 dollari (cifra astronomica per l’epoca). Si dice che il nome dell’opera fu scelto dal marito della signora Johnson che optò un titolo ironico: “Gli amanti di mia moglie” pensando alla natura gattara della consorte.

Il quadro ha dimensioni molto grandi, quasi 1,82 metri per 2,59 e un peso di 103 kg.  Penso sia una delle opere che ogni gattaravorrebbe possedere. Guardando la tela ci si rende conto di quanto sia stata attenta e minuziosa l’osservazione dell’artista nei confronti dei felini. In ogni angolo della scena rappresentata si racconta la vita di queste magiche creature. Due gattini bianchi girati di spalle con la testa protesa verso l’alto posizionati sopra al centro della tela, rappresentano in modo inequivocabile una caratteristica tipicamente felina: la posa in cui il gatto si ferma per ammirare cose che noi umani non potremmo mai immaginare. Sempre al centro, il gatto Sultano domina la scena e sembra quasi voler dire: Eccomi! Io sono il Re e tu il mio schiavo.” Chiunque ha il piacere di condividere la propria esistenza con un gatto sa quanto questa frase descrive bene il principio di coesistenza che il piccolo felino ha riguardo la vita con l’uomo.  In basso a destra, sul tappeto, si intravede una farfalla osservata da pupille di killer spietati pronti a tirare fuori gli artigli per uccidere la preda: il gatto è questo, si ama follemente o si odia, non esistono vie di mezzo. Un gatto sceglie chi amare e lo ama incondizionatamente a patto che la persona a cui rivolge le sue attenzioni lo lasci libero di esercitare appieno la sua natura indomabile, colma di segreti che parlano di magia, luoghi misteriosi al di là del tempo.

Tra le fessure di un iride felina esiste un regno dove l’impossibile cavalca i sogni affidando alla luna la luce del giorno.

In ogni donna c’è un gatto che paziente aspetta di vivere in quel corpo una delle sue sette vite.  

Namasté

Franca Spagnolo

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