Il libro: “Incubi di un mostro” di Sara Trevisan | Presentazione e intervista

da | 27 Dicembre 2024 | Interviste, Libri

Sara Trevisan, con Incubi di un mostro, ci porta in un universo narrativo intenso e pieno di simbolismo.

Attraverso una narrazione che oscilla tra la realtà e l’incubo, l’autrice esplora i temi del dolore, della solitudine e della ricerca di se stessi. Il romanzo, pubblicato da Argentodorato Editore, è un viaggio psicologico che invita il lettore a confrontarsi con i propri demoni interiori. Selezionata per la vetrina letteraria nazionale Casa Sanremo Writers , in concomitanza con il festival di Sanremo, Sara ci racconta come la sua opera possa offrire una riflessione profonda sulla condizione umana. La campagna di promozione è organizzata da SBS Edizioni & Promozione .

Incubi di un mostro affronta il tema della solitudine e della lotta interiore. Cosa ti ha spinto a scrivere una storia che esplora così intensamente questi temi?

La verità è che il mio percorso creativo non è lineare, come ci si potrebbe aspettare. È il frutto di 30 anni di vita e di scrittura, inizialmente destinata solo a me stessa: un dialogo privato in cui i miei pensieri e le mie emozioni si riversavano senza filtri. Non mi interessava scrivere “bene” o farmi capire da qualcuno: era un codice personale, un modo per esplorarmi. Solo col tempo ho iniziato a rileggere quei testi con uno sguardo critico, cercando di dare loro un senso.

La solitudine e la lotta interiore erano già lì, presenti e vive, come una traccia che aspettava di essere seguita. Questo libro non è nato da un progetto prestabilito, ma dall’esigenza di mettere ordine in quel caos, di dare una forma alle emozioni, alle paure e alle speranze che mi avevano accompagnata.

Eppure, c’è qualcosa in più. Scrivere Incubi di un Mostro mi ha aiutata a spingermi oltre i confini della mia stessa solitudine, dandole una voce e un significato. Mi ha dato la speranza di raggiungere chiunque possa riconoscersi in ciò che scrivo, perché condividere queste emozioni significa accorciare le distanze. È un ponte verso l’altro, un tentativo di far sentire meno solo chi sta attraversando le stesse battaglie interiori.

Alla fine, Incubi di un Mostro è il mio modo per entrare in contatto con il mondo, un dialogo con chi ha il coraggio di guardarsi dentro, affrontare i propri demoni e, magari, trovare nelle mie parole un riflesso di sé stesso.

Nei tuoi scritti c’è una forte componente simbolica. Come scegli i simboli che rappresentano i tuoi personaggi e le loro emozioni?

Anche in questo caso, non scelgo i simboli in modo consapevole durante la scrittura. Sono già lì, impliciti nei testi, e io li scopro a posteriori, rileggendoli con occhi nuovi. È così che il bucaneve, per esempio, è diventato per me il simbolo dell’innocenza e dell’ingenuità. È quel lato di noi stessi che non conosce ancora le brutture del mondo, che non ha paura di mostrarsi per quello che è. Il bucaneve, con la sua fragilità e la sua forza, è la gioia semplice e pura di un raggio di sole in mezzo al gelo. I simboli non vengono scelti: emergono e trovano il loro significato nel dialogo continuo tra me, i miei scritti e le esperienze di vita che li hanno plasmati.

Il tuo libro presenta una struttura narrativa complessa, suddivisa in diversi atti. Come hai sviluppato questa struttura e come pensi che essa influenza l’esperienza di lettura?

La scelta di suddividere il libro in atti è stata dettata dal desiderio di offrire al lettore un’esperienza che ricordi quella di uno spettatore teatrale, con una narrazione che si sviluppa attraverso scene ben definite. Ogni atto rappresenta una tappa del viaggio, un frammento di vita in cui il lettore può immergersi, trovando un fondale, dei personaggi e una storia unica. L’intento era di creare un crescendo di emozioni che conducesse il lettore verso una sorta di catarsi finale.

Tuttavia, ciò che amo di Incubi di un Mostro è che ogni pezzo può essere gustato anche singolarmente. Questa libertà di approccio rispecchia molto il mio modo di scrivere e leggere: caotico, spontaneo, privo di schemi rigidi. Mi piace l’idea che il lettore possa aprire il libro “a caso”, immergersi in un racconto o un passaggio specifico e trovare comunque senso e significato. Non è necessario seguire un ordine, e questo per me è uno degli aspetti più belli dell’opera.

Apprezzo i libri che mi consentono di saltare da un capitolo all’altro, scoprendo frammenti di storie che si svelano pian piano, a seconda di cosa mi ispira in quel momento. Ho cercato di replicare questa libertà in Incubi di un Mostro, offrendo un’opera che si presta sia a una lettura lineare sia a un’esplorazione casuale e personale. Per me, entrambe le modalità arricchiscono l’esperienza, permettendo al lettore di scegliere il proprio percorso e il proprio ritmo.

La selezione per Casa Sanremo Writers rappresenta un traguardo importante. Cosa significa per te questa opportunità e come pensi che possa influire sul futuro del tuo libro?

Essere selezionata per Casa Sanremo Writers è un traguardo che mi riempie di orgoglio e gratitudine. Tornare qui è un po’ come chiudere un cerchio e riaprirne un altro, portando con me non solo un nuovo lavoro, ma anche un percorso di crescita personale e artistica.

La mia prima esperienza è stata incredibilmente stimolante e mi ha permesso di entrare in contatto con un pubblico nuovo, ricevendo riscontri che hanno arricchito la mia visione di scrittrice. Questa seconda occasione è una conferma, ma anche una sfida: quella di spingermi oltre e di continuare a dialogare con i lettori, invitandoli a esplorare i temi universali che ho affrontato in Incubi di un Mostro.

https://amzn.eu/d/8KslkGD

“Incubi di un mostro” di Sara Trevisan

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This