La bellezza delle semplicità | di Anna Avitabile

da | 13 Gennaio 2025 | Attualità, Libri

Sergio è una guardia giurata, all’ingresso di un Distretto Sanitario. Il suo ruolo è controllare il flusso di persone che accedono alla struttura e di indirizzarle correttamente verso gli sportelli aperti al pubblico.

È un uomo semplice, sensibile e intelligente, con un’istruzione minima.

Ci salutiamo quotidianamente e qualche volta ci soffermiamo a chiacchierare del più e del meno.

In effetti, sono molti anni che condividiamo lo stesso luogo di lavoro: dove finisce il suo compito, inizia il mio, e viceversa. Infatti, tra i vari servizi offerti dal Distretto, c’è la consulenza psicologica, alla quale sono dedicata.

È agosto, la città è semi-deserta, fa caldo più del solito e più dei precedenti anni. In molti ci chiediamo angosciati verso quali catastrofi si avvii il pianeta, abusato dai nostri bisogni di progresso, consumo, velocità, che determinano iper-produzione di rifiuti. Oppure, per un mero meccanismo di difesa, evitiamo attentamente di soffermarci su tali pensieri.

È così difficile fare qualcosa di concreto per risolvere il problema.

Una giovane donna siede sul marciapiede, in lacrime, proprio vicino al gabbiotto della Vigilanza, all’esterno della struttura.

Nel fare il mio ingresso nel cortile, a prima mattina, non posso fare a meno di notarla e tornare indietro sui miei passi per chiederle cosa sia successo. Questo è l’avvio di una serie di azioni che porteranno all’accompagnamento della stessa nel più opportuno servizio di accoglienza per donne vittime di violenza.

Roxana, la donna, è incinta ed è stata cacciata da casa dal suo compagno. Fin dalle prime battute, appare ai miei occhi una persona vulnerabile, confusa, spaventata, con un pesante bagaglio di esperienze fallimentari sulle spalle. È incapace di esprimere chiaramente la sua richiesta di aiuto, se non come farebbe una bambina che si è persa, piangendo per strada.

Non capita tutti i giorni di impattare in situazioni del genere, oppure forse non sempre siamo capaci di riconoscerle, perché il nostro sguardo, magari, è distratto da altro e la nostra mente applicata su diversi pensieri.

C’è sempre un ampio spettro di scelte sulle azioni da mettere in campo In circostanze simili, ed io, infatti, devo superare diversi ostacoli, per trovare la procedura giusta. So, di rappresentare solo un piccolo tassello di una macchina complessa, che pur perseguendo obiettivi di prevenzione e di tutela, spesso viene ritenuta fallimentare.

Molti, infatti, si chiedono in che direzione vada la Sanità Pubblica, proprio come un pianeta a se stante, abusato da eccessi, squilibri, ingiustizie, conflitti di interesse, inefficienze. Qualcun altro cerca di prendere più che può, finché c’è.

È difficile fare qualcosa di significativo per risolvere il problema.

Qualche giorno dopo, Sergio, della Vigilanza, mi ferma e, alla sua maniera, avvia un discorso contorto che, inizialmente, fatico a comprendere. Man a mano mi rendo conto che lui era lì, ha visto, ha compreso, ha apprezzato il valore inconsueto di quel primo approccio, umano, più che tecnico, che nessun altro, quel giorno, era stato capace di fare. È una condivisione che mi sorprende e intenerisce.

Questo frammento di vita, per me, descrive la singolare bellezza della semplicità, che fa nascere ed incontrare diversi fasci di luce, nel buio che imperversa intorno.

Laddove è difficile fare qualcosa che risolva tutto, ma si può sempre osare un semplice gesto.

Anna Avitabile

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