Antonietta Greco, presidente di “Archetipa” e ideatrice del Premio dedicato a Nadia Toffa, ospite di Dorotea Rizzo per Mobmagazine.it

da | 13 Gennaio 2025 | Attualità, Esperienze, Interviste

Nadia Toffa: l’identità di un cuore autentico

Nadia Toffa, nata a Brescia nel 1979, è stata una giornalista e conduttrice televisiva dotata di straordinario carisma e incrollabile coraggio. La sua carriera è iniziata presso “Retebrescia”, un’emittente locale, ma il momento decisivo è arrivato nel 2009 con l’ingresso nel celebre programma televisivo “Le Iene”. Qui, Nadia si è distinta per inchieste audaci e complesse: dalle truffe nel Servizio Sanitario Nazionale, alla pedofilia online, fino ai problemi legati allo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania.

Antonietta, come ha conosciuto Nadia Toffa?

“Ho avuto il privilegio di incontrare Nadia nel 2015, in occasione di un premio letterario e giornalistico. Nonostante la brevità dell’incontro, ho percepito immediatamente la sua autenticità. Nadia era una persona schietta, vera, capace di entrare in profondo contatto con chiunque avesse di fronte”.

Che impressione le ha lasciato quell’incontro?

“Mi colpì il suo modo unico di affrontare ogni questione con il cuore, animata da una straordinaria fede e da una determinazione incrollabile. La sua presenza era intensa e ispiratrice.”

Come è nato il Premio dedicato a Nadia Toffa?

“Quando Nadia ci lasciò a causa del cancro, fui sopraffatta da un dolore immenso. Avevo già fondato l’associazione culturale ‘Archetipa’, e, nonostante l’avessi incontrata una sola volta, la sua autenticità mi rimase impressa profondamente. Ricordo che mi disse: ‘Non legare mai il mio lavoro a un partito politico. Io affronto tutto con il cuore, tratto qualsiasi argomento, ma senza politica.’ Quelle parole mi tornarono alla mente quando Ismaele La Vardera mi chiese: ‘Non facciamo nulla per Nadia? Un convegno? Un premio?‘ Risposi subito che un premio sarebbe stata un’idea splendida. Pensai a un Premio Letterario e Giornalistico, proprio perché l’avevo conosciuta in quel contesto, alla prima edizione del ‘Premio Piersanti Mattarella’ al Teatro Politeama di Palermo. Nadia, in quell’occasione, si classificò seconda con il suo libro ˈQuando il gioco si fa duroˈ. Per realizzare l’idea, però, avevo bisogno del consenso della famiglia Toffa. Sebbene non avessi contatti diretti, riuscii a parlare con la madre di Nadia, che accolse il progetto con grande entusiasmo, dicendomi: ‘Sì, qualsiasi cosa tu voglia fare per Nadia, io la sosterrò.’ In quell’incontro, la signora Toffa mi raccontò un episodio speciale: poco prima di lasciarci, Nadia le aveva confidato che avrebbe mandato qualcuno nei momenti più difficili per dimostrare che era ancora presente. Lei sentì che questo progetto era uno di quei segnali. Così è nato il premio, come tributo sincero a una donna straordinaria, la cui autenticità e coraggio continueranno a ispirare.”

Che significato ha per lei la frase di Nadia: “Non fate i bravi”?

“Con il consenso della famiglia, iniziai a organizzare il Premio, ispirandomi alla filosofia di Nadia, che amava dire: ‘Non fate i bravi.’ Questa frase non era un invito alla ribellione, ma un’esortazione a pensare fuori dagli schemi, a non conformarsi passivamente. È diventata il cuore pulsante del Premio. Tutti i proventi dell’iniziativa vengono interamente devoluti in beneficenza, in linea con i principi di trasparenza e altruismo che Nadia incarnava.”

Qual è il valore principale del Premio?

“Il Premio mira a trattare temi di grande rilevanza sociale, rivolgendosi in particolare ai giovani. Sono convinta che i libri e la cultura, come la bellezza, abbiano un potere salvifico: possono cambiare vite, ispirare sogni e aprire nuovi orizzonti. Per questo, coinvolgiamo autori e giornalisti nelle scuole, creando occasioni di confronto con i ragazzi su questioni cruciali. Ricordo un incontro scolastico dedicato alla mafia. Una ragazza chiese a una giornalista: ‘ Non ha paura?’ La risposta fu: ‘No, perché quando fai qualcosa di bello, senti le farfalle nello stomaco.’ Dopo quell’incontro, quella ragazza decise di voler diventare giornalista. È per momenti come questo che il Premio esiste e che” Archetipa” opera.”

Come si differenzia il Premio Nadia Toffa da altri premi letterari e giornalistici?

“La differenza principale sta nell’obiettivo: non premiamo solo il talento, ma anche il coraggio e la capacità di affrontare temi sociali rilevanti, come faceva Nadia. Inoltre, il Premio ha un’anima benefica: tutto ciò che rimane, dopo aver coperto le spese, viene devoluto in beneficenza. Non è un evento concepito per dare visibilità all’organizzazione, ma per valorizzare i partecipanti e i messaggi che vogliamo trasmettere.”

Cosa migliorerebbe nelle prossime edizioni?

“Vorrei dare maggiore risalto ai finalisti, dedicando più tempo alla presentazione delle loro opere e magari organizzando una giornata di incontri prima della premiazione. La cultura non deve essere un’occasione per mettersi in mostra, ma uno strumento per ispirare e creare connessioni. Per il futuro, sogno di coinvolgere sempre più scuole e ragazzi, rendendo il Premio un faro per chi desidera fare la differenza, proprio come Nadia. Voglio che questo evento non sia solo un omaggio alla sua memoria, ma un autentico motore di cambiamento per chi partecipa e per chi ne trae ispirazione.

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