Alla ricerca dell’eudemonia | di Aurora d’Errico

da | 17 Gennaio 2025 | Arte, Attualità, Libri

Da pochi giorni siamo entrati nel nuovo anno e tra i nostri propositi vi è sempre lo stesso identico obiettivo che rincorriamo quasi tutti da una vita: raggiungere l’eudemonia, ovvero la felicità, intesa come scopo fondamentale della vita.

Secondo gli stoici, l’unico modo per raggiungere la felicità è seguire la propria natura, anche se la natura umana è duplice, perché da un lato ci sono i nostri impulsi, i desideri del corpo e, dall’altro lato c’è la ragione; la cosa migliore sarebbe che la parte migliore di noi, cioè la ragione, l’intelligenza, dominasse gli impulsi.

Soren Kierkegaard, teologo e filosofo danese, sosteneva che “la felicità è una porta che si apre dall’interno: per aprirla bisogna umilmente fare un passo indietro”.

Un passo indietro per uscire con animo meravigliato, pronti a farsi “sorprendere di nuovo” da alcuni incanti della vita se li sappiamo ascoltare e accogliere.

Per Epicuro, invece, la felicità era caratterizzata dall’assenza del dolore e inizia stando bene con sé stessi. Seneca sosteneva che la felicità autentica risiedesse nelle virtù, ossia nella capacità di vivere in accordo con principi morali e di agire quindi con rettitudine.

E poi c’è l’eudemonia secondo Aristotele, ed è forse quella che preferisco, per il quale la vita andrebbe vista come il risultato delle azioni dell’essere umano che vertono rispetto una condizione di benessere e prosperità elevata, in cui non si considera soltanto l’aspetto fisico, ma soprattutto ciò che c’è di più profondo nella mente, nel cuore e nello spirito.

La prima regola che si dovrebbe rispettare per Aristotele, è quella se davvero si è certi di ciò che ciascuno di noi vuole realmente essere, anche se la visione che il filosofo ha sempre avuto dell’uomo è quella di un animale sociale, dedito alle relazioni e al gruppo. Infatti, nella maggior parte dei casi, l’infelicità e quindi la tristezza, è data dal fatto che il più delle volte si disconosce la propria persona, non dando ascolto a ciò che si vuole veramente, agli obiettivi da realizzare, alla vita che si vorrebbe vivere e, questo, verrebbe percepito da ogni individuo come una sensazione di malessere, di frustrazione e quindi di perenne infelicità. Bisognerebbe avere il coraggio necessario per realizzare i propri sogni con pazienza, magnificenza, veridicità e senso di giustizia: sono queste alcune delle regole fondamentali per Aristotele se si vuole realmente raggiungere la felicità nella società in cui si vive e sono questi i principi che ognuno di noi dovrebbe tenere ben chiaro se si vuole raggiungere il proprio fine nella vita o, quantomeno, la propria serenità.

Avv. Aurora d’Errico

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This