Il mercato di Ballarò, insieme ai mercati della Vucciria, del Capo e di Borgo Vecchio, è uno dei 4 mercati storici della città di Palermo, tutti situati nel centro storico della città, anche se nati in epoche e momenti storici diversi.
Quello di Ballarò nasce, probabilmente, negli anni immediatamente successivi alla conquista di Palermo da parte degli Arabi, che avvenne nell’anno 831 d.C. Se è vero, come sembra essere vero, che il mercato di Ballarò sia nato negli anni successivi alla conquista di Palermo da parte degli Arabi, allora il mercato di Ballarò ha circa 1190 anni di vita. Quindi un mercato popolare millenario!
Gli Arabi, infatti, occuparono la Sicilia nell’anno 827 d.C. e resero islamica l’isola dividendola in tre Valli: Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara. Qualche anno dopo, nell’831 d.C., occuparono anche Palermo chiamandola Balarm e facendone la capitale dell’Emirato arabo.
Ballarò è il mercato più vivace, dinamico e lungo della città, il cui nome, con molta probabilità, deriva da Balhara, un villaggio islamico nei pressi di Monreale in cui abitavano i venditori di prodotti della terra (ortaggi, verdure, olio, vino, etc.) che quotidianamente “scinnievanu” (si recavano) a Balarm per vendere le loro merci al Ballarò.
Altre ipotesi fanno risalire il nome a “Vallaraya”, re indiano della regione del Deccan, o a una derivazione dal termine arabo “segel-ballareth” (sede di fiera).
In origine era ‘ntisu (conosciuto) come un mercato di grascia, il cui significato nel tempo ha assunto un’accezione diversa: nel significato iniziate, grascia stava ad indicare cibo e alimenti in generale; nell’attuale significato siciliano significa lurdia, sporcizia.
Lo stile architettonico del mercato di Ballarò è quello saraceno e la sua configurazione urbanistica risale alla seconda metà del 1400 a seguito di un atto pianificatorio del Senato palermitano.
Il mercato di Ballarò nacque per raccogliere e porre in vendita i frutti delle terre fertili palermitane della Conca d’oro, ortaggi, cereali, verdure, olio, vino, e tutto il resto. Nei decenni e nei secoli successivi, cominciò a vendere un po’ di tutto, carni, tessuti, calzature, vestiario, prodotti per la casa, insomma, un vero iper-mercato all’aperto, che oggi vanta diverse tavole calde, bar, trattorie, bancarelle di cibo palermitano popolare. Da questo punto di vista possiamo certamente dire, senza la possibilità di essere smentiti, che “i primi grandi magazzini” dell’Occidente furono inventati a Palermo!
Oggi Ballarò è il più grande mercato all’aperto di Palermo, e si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant’Agata, per oltre 500 metri di percorso, arricchito di piazzette, chiese antichissime, conventi, slarghi e viuzze dove si trovano diversi venditori stanziali. Ballarò si trova all’interno dello storico quartiere popolare denominato Albergheria e in origine era il primo luogo che si doveva attraversare entrando in città da Porta Sant’Agata, nei pressi dell’attuale Stazione Centrale.
Ma perché il mercato di Ballarò è così importante per conoscere la città di Palermo?
Perché si respira l’aria popolare e più vera della nostra città. I 5 videoclip riportati a seguire, dopo questa breve parte narrativa, sono significativi e dimostrano la vivacità e la straordinaria atmosfera che si respira visitando e passeggiando tra le bancarelle del mercato di Ballarò.
Le abbanniate dei venditori, le contrattazioni tra il compratore e il mercante, il parlare ad alta voce, le scene vere che si vedono tra i tanti protagonisti del mercato, la multietnicità di popoli e di genti che ha una tradizione antichissima, millenaria, sin dalle origini della città di Palermo; oltre ai profumi, ai colori, ai suoni, al vociare, a tutte le lingue che arrivano all’orecchio del visitatore che percorre gli oltre 500 metri di percorso del mercato.
Ecco, tutte queste cose fanno del mercato di Ballarò un vero teatro all’aperto permanente, che apre la scena alle sette del mattino e la chiude nel tardo pomeriggio dando poi spazio ai tantissimi bar, enoteche, trattorie, ristoranti, bancarelle con cibo popolare palermitano preparato al momento quali le stigghiuola, la frittula, la grattatella, lo sfincionello (anche in questo caso vedi videoclip a seguire), il pane con le panelle fatte di farina di ceci, quello con le crocché fatte di farina di patate, il pane ‘ca meusa (con la milza), le arancine, il polpo caldo caldo tirato fuori dalla quarara (pentolone) di rame, fatto a pezzettini con coltelli affilatissimi e servito al cliente con una spruzzata di limone siciliano, i babbaluci (lumache) serviti con pepe e una spruzzata di sale di Marsala, il pesce fresco, i calamari, le patate bollite, i carciofi bolliti, le melenzane alla parmigiana, le zucchine impanate, e tantissime altre pietanze tipiche del cibo popolare palermitano, ai quali si aggiungono tutti i piatti tradizionali delle tante osterie e trattorie che si susseguono lungo la strada, e i variegati dolci palermitani da gustare nelle pasticcerie che afferiscono al mercato. Tutto servito e accompagnato dai commercianti con battute e con un linguaggio musicale, ospitale, vivace, divertente, tipico palermitano che lascia trasparire un’armonia multiculturale che va dall’Africa al Medio Oriente, dallo spagnolo al francese, dai paesi del nord Europa alla Grecia. Insomma, un’immersione incredibile di sicilianità e di vera cultura mediterranea.
Io, per conto mio, ci vado spesso, il sabato mattina o la domenica mattina, vado in uno dei Bar del mercato, ordino un caffè e un cornetto, e mi godo lo spettacolo del Teatro permanete all’aperto di Ballarò! Una sana immersione di sicilianità e di vera cultura palermitana! A questo proposito il lettore guardi i videoclip a seguire…
Chi visita Palermo e non va a Ballarò, perde sicuramente l’opportunità di conoscere la mia città, quella vera, più antica e popolare.
Per i visitatori e per i turisti che dovessero venire a Palermo, il mio consiglio è quello di passare un’intera mattina a Ballarò, dalle 8:00 alle 14:00, fermandosi lì per il pranzo tra le bancarelle, e scopriranno la vera città che pulsa vitale e vive lì da decine di secoli!
Andrea Giostra
Post scriptum:
C’è però da aggiungere una cosa importante per i nostri lettori: dopo gli anni di chiusura dovuti al Covid-19, una parte del mercato di Ballarò, alla sua riapertura, ha subito delle trasformazioni, non necessariamente migliorative, adeguandosi, per certi versi, al globalismo occidentale finalizzato al profitto visto che i turisti, sia italiani che soprattutto stranieri, sono aumentai vertiginosamente.
Il percorso del mercato che va da piazzetta Ballarò (che incrocia le vie Ballarò, Casa Professa, Porta di Castro, Nunzio Nasi) a Piazzetta Naso, si è “magicamente” trasformato in una lunga sequenza di ristoranti e trattorie a misura di turista! I piatti presentati e serviti non sempre sono quelli della millenaria tradizione di Palermo e di Ballarò; e i prezzi, purtroppo, sono stati frettolosamente e meravigliosamente adeguati a misura di turista internazionale habitué di ristoranti stellati Michelin!
Per quel che mi riguarda, in questi casi, quando soprattutto vado all’estero e cerco un locale dove pranzare o cenare buona cucina locale, la prima cosa che guardo è se quel posto dove vorrei entrare è frequentato da gente del luogo oppure no. Se vedo che il locale è pieno di gente locale, vuol dire che si mangia bene e si paga quello che è giusto pagare. Se invece il locale è frequentato solo ed esclusivamente da turisti e non vedo neanche una persona del luogo, la conclusione che faccio è semplice: si mangerà così così e si pagherà come in un ristorante stellato Michelin! Allora mi reco fuori dall’area del circuito turistico dove sicuramente troverò un locale dove mangerò bene e pagherò quello che è giusto pagare.
A questo punto, il consiglio che posso dare ai lettori di questo articolo è questo: prima di entrare in un locale palermitano, per pranzare o cenare, guardate se ci sono palermitani seduti ai tavoli che stanno mangiando con gusto e soddisfazione il cibo che il ristoratore ha servito loro. Riconoscere un palermitano è cosa facilissima a Palermo, e se verrete nella mia città lo scoprirete facilmente.
Seguita questa piccola regola, state sicuri che non vi sbaglierete, mangerete bene e pagherete quello che è giusto pagare per gustare le prelibatezze culinarie della mia città: Palermo!
5 VIDEOCLIP CHE RACCONTANO IL MERCATO DI BALLARÒ:
1) La Frittula del mercato di Ballarò di Palermo | CUCINA DI SICILIA
da YouTube
2) 4 minuti al Mercato di Ballarò, all’antica caffetteria della signora Di Maria, col sosia di Adriano Celentano. Sabato 13 marzo 2021 ore 11:45.
da YouTube:
3) Sfinciuneddu palermitano al mercato di Ballarò di Palermo | La bancarella del sig. Mauro | CUCINA DI SICILIA
4) La Grattatella del mercato Ballarò di Palermo | CUCINA DI SICILIA
da YouTube:
5) 5 minuti al mercato storico di Ballarò di Palermo, Sicilia, “Con la classica Abbanniata dei commercianti” e “Il lancio du’ miluni”, domenica 12 luglio 2020, ore 8:25.
da YouTube:
CREDIT:
Le foto inserite nell’articolo sono della fotografa palermitana Mapi Rizzo
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