Lui no, proprio lui non può essere!
Notizia choc che lascia increduli e sgomenti
Sul suo suicidio a fatica s’incastrano le tessere
E poi tanta amarezza in giro nei commenti.
Robin Williams, attore versatile di talento
Con vena malinconica e dolcezza sì sottile
Ci ha spezzato il cuore in un momento
Uscendo dalla scena non certo col suo stile.
Mi colpì molto quando Reeve suo grande amico
Restò paralizzato nella caduta da cavallo
Per l’assistenza e la ricerca fu munifico
Su milioni di dollari diede il proprio avallo.
Di quel suo film ho usato le parole
In due quartine scritte pel congiunto
E riportarle oggi il cuor mi duole
Mi avevano toccato e presi spunto.
“Carpe diem, l’attimo fugge
Se non lo cogli mai più ritorna
Quel breve istante che lieve sugge
Un po’ di gioia di cui t’adorna”.
“O capitano! Mio capitano!
Succhiamo alla vita ogni minuto
All’altro poi dir carezzandolo piano
Bello ogni dì che insieme abbiam vissuto”.
Metafore poetiche che ben s’adattano alla vita
So quello che si prova se muore il capitano
La lotta per sopravvivere ti pare sì infinita
Così in quel buco nero sprofondi piano piano.
Imprigionato dalla depressione
Cerchi di mantenere un’apparente normalità
Intanto carichi le armi di autodistruzione
Consapevole che ti condanni all’infelicità.
Non hai guardato il mondo per davvero
Ché più su quella cattedra tu sei salito
Sul palco della vita paghi il biglietto intero
E dalla disperazione quieta sei fuggito.
Quando le forze vengono meno
Non ha importanza come un uomo muore
Nell’ultimo tuo viaggio non hai tirato il freno
Pietà della tua anima avrà certo il Signore.
Gli uomini sono liberi solo nei sogni
L’umorismo è un dono che dal cuore viene
Ma la rosa non si coglie negli stagni
E il carico pesante l’anima non tiene.
Oh Robin! Grazie genio ribelle
Nessuno dei tuoi film ci lascia indifferente
Ora tu sei lassù fra tante stelle
Non più alla ricerca dell’attimo fuggente.
Maria Rosa Bernasconi