L’emozione, presunzione di certezza, ha la sua voce
Quella della più grande cantante del nostro Belpaese
Voce miracolosa che ti fa dimenticare pur la tua croce
Timbro che Anna Maria Mazzini, in arte Mina, trascese.
I suoi vocalizzi ti trasportano in un’altra dimensione
E ti coinvolge con interpretazioni da brividi addosso
Sono pezzi di vita vissuta tra pelle d’oca e magone
Leggerezza, felicità e amore vibrano a più non posso.
Ogni giorno si dovrebbe ascoltare una canzone
Se interpretata da Mina tocchi il cielo con un dito
I testi non sono mai banali e toccano le persone
Che si rispecchiano in ogni pezzo, anche il più ardito.
Musicalità, gestualità e quelle lunghissime nude gambe
Canzoni memorabili e trasmissioni tivù che sono storia
Dall’esordio come Baby Gate a quel ritiro che incombe
I suoi Album di quegli anni come reliquie nella memoria.
“Non gioco più” in una “Città vuota” che però mi fa vedere
“Il cielo in una stanza” e da “Tintarella di luna” luccicati
“Se telefonando” a un “Bugiardo e incosciente” certe sere
Da “Un anno d’amore” “Grande, grande, grande” stregati.
“E se domani” con “La banda” in testa “Parole, parole, parole”
“Insieme” per strada a “Una zebra a pois”, beh, nulla di strano
“La canzone di Marinella” è d’autore e De Andrè cantare vuole
Che scandalo vuoi che sia “L’importante è finire”? Un arcano.
La mia fortuna è stata di sentirla al telefono, io del tutto ignara
Mia figlia, per caso, con la sua in vacanza, ignoti i telefonini
Mi chiamò da Lugano per darmi notizie, fu simpatica e chiara
“Scusi, con chi ho parlato?” chiesi “Con la signora Mazzini”.
Subito realizzai che due prove fanno un vero indizio
Quel numero svizzero e poi il suo cognome da ragazza
Balbettai confusa se fosse Mina e mia banalità d’inizio
“Piacere come cantante” riuscii solo a dirle con gaiezza.
Dopo la vacanza, vinta in tivù al “Gioco delle coppie” è stato
Susan fu invitata a cena e volli sapere se l’avesse incontrata
“Eravamo insieme sull’ascensore e Mina si gustava un gelato”
“E’ una persona semplice, molto cordiale e per nulla montata.
Ancora forte e chiaro, pur con il trascorrere degli anni
Il maestoso ruggito della “tigre di Cremona” sentiamo
Il suo ritorno sul palco è il sogno sognato che osanni
Nell’ottantacinquesimo gli auguri e dirle che l’amiamo.
Maria Rosa Bernasconi
