ZTL, una tassa per (non) inquinare

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Si parla e si scrive di Ztl (zona traffico limitato) dalla fine del 2015. Una epopea che ha per protagonisti il tram e i Palermitani, con la regia del sindaco, Leoluca Orlando, e dell’assessore alla mobilità, Giusto Catania. Ma che c’entra il tram con la Ztl? Torneremo sull’argomento tra poco. Già nel 2008, Diego Cammarata, al tempo sindaco della città, aveva sensibilmente ridotto le risorse del Comune, a causa del fallimento di quel progetto ztl che fu abolito dal Tar, con il conseguente pagamento dell’ente che ne vinse l’appalto e la restituzione di quanto già pagato dai cittadini per il pass. Cambiano i nomi, i colori politici, i tempi, ma la musica è sempre la stessa. Facciamo un passo indietro. La giunta Orlando realizza il tram, costato 322 milioni di euro, dei quali solo 87 a carico del Comune (il resto finanziato dalla Comunità europea e dallo Stato). Il tram non inquina, crea posti di lavoro, rende Palermo “più europea”. Purtroppo per noi Palermitani, la cassa mutui e prestiti non basta a sostenere i costi del progetto e allora, nella medesima delibera il Sindaco Orlando inserisce anche il provvedimento ztl, coi ricavi del quale si finanzierà proprio il tram. Il fine di una Ztl, lo sappiamo, è quello di ridurre l’inquinamento da gas di scarico nelle zone più trafficate della città e, infatti, nelle principali città d’Europa va proprio così. A Palermo un’auto euro 4 o euro 7 possono entrambe inquinare allo stesso modo, se il proprietario sborsa 100 euro l’anno (dopo varie proteste, i residenti avranno uno sconto di 10 euro). Priva dunque del principio di salvaguardia ambientale, la ztl panormita crea una schiera di disagi alla comunità: il tram non raggiunge le zone del centro chiuse al traffico, commercianti e professionisti sono fortemente penalizzati dalla chiusura di un perimetro troppo ampio, i cittadini non accettano di dover pagare ancora una tassa in più. Parte così la petizione per un ricorso che alla fine viene presentato al Tar dall’Associazione Bispensiero (tra le altre). Il ricorso si basa su irregolarità, vizi sostanziali e formali del progetto, dall’assenza delle telecamere e di un piano aggiornato della viabilità cittadina, fino alla presunta irregolarità della ztl come strumento per finanziare il tram. Incuranti di opposizioni politiche e civiche, Orlando e Catania vanno avanti, armati del loro “lo sappiamo fare” e stabiliscono l’entrata in vigore del provvedimento per il 1 Aprile 2016. Nel frattempo le richiesta sono poche, le difficoltà per presentarle moltissime. La piattaforma web del Comune, gestita dal SISPI, è crollata sotto il peso degli accessi massivi, la sede dell’Amat di via Borrelli è stata presa d’assalto dai cittadini, con code chilometriche e turni fai da te (con annesse liti). Infine, la manifestazione di commercianti e imprenditori di fronte al Palazzo delle Aquile, unitamente al sentore di sospensione del provvedimento da parte del Tar, ha indotto il Sindaco a posticipare l’avvio della Ztl di quindici giorni, cioè dopo il pronunciamento del Tar previsto per il 6 Aprile 2016. Le ragioni? Problemi tecnici dovuti ai sistemi di Poste Italiane che non hanno permesso il pagamento online dei pass. Insomma, noi siamo bravi e la colpa è sempre degli altri e del sistema (stavolta informatico e non politico). Da buon esperto di diritto, avrà voluto il nostro sindaco anticipare i tempi, ritenendo che un provvedimento da lui sospeso non può essere sospeso da un giudice? Secondo il sindaco «i Palermitani non sono pronti a cambiare». Forse un cambiamento fondato sulla cura per i cittadini (non per le casse comunali) e realizzato con una punta di umiltà in più sarebbe realizzabile.