Intervista a Piero Peretti, Segretario Generale dell’Ugl Credito

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Venerdì 13 maggio assemblea programmatica nazionale dell’Ugl Credito. Peretti: “Ci batteremo affinché il sistema bancario possa avere quella connotazione sociale ormai dimenticata”.

Per un modello di banca socialmente sostenibile”, questo è lo slogan dell’iniziativa promossa, per venerdì 13 maggio a Roma, dall’Ugl Credito. Come e perché nasce l’idea di questo confronto? La Metasociale pone il quesito a Piero Peretti, segretario generale dell’Ugl Credito.

Piero Peretti, Segretario Generale dell’Ugl Credito

“Le banche con il passare degli anni hanno subìto una profonda trasformazione e si è passati da un sistema attento alle esigenze delle famiglie, delle piccole imprese e del territorio ad un sistema caratterizzato quasi esclusivamente da speculazioni finanziarie. Tale trasformazione ha cambiato anche il profilo del dipendente di banca che da operatore del credito si è praticamente ritrovato ad essere agente di commercio costretto a piazzare qualsiasi prodotto. Noi contestiamo integralmente questa preoccupante deriva e ci batteremo affinché il sistema bancario possa avere quella connotazione sociale ormai dimenticata ed il dipendente di banca possa riacquistare la propria dignità”.

In che modo si può scongiurare il cosiddetto fenomeno delle pressioni
commerciali?

“Due sono le strade da percorrere: la prima è quella di fornire il sistema di strumenti concreti atti a denunciare e punire coloro che impongono la vendita di prodotti spazzatura (nonostante le dichiarazioni di facciata nulla è stato fatto a tal riguardo). Faccio presente che la circolare 285 del 2013 di Bankitalia, che imponeva ad ABI l’adozione di un sistema (whistleblowing) finalizzato a denunciare chi adotta atteggiamenti irregolari, è stata pressoché ignorata.
La seconda cosa da fare è quella di informare e sensibilizzare i colleghi anche sui rischi che si corrono nel collocare prodotti finanziari non genuini”.

La vicenda, ormai giudiziaria, di Banca Etruria è una lenta agonia: la Procura è convinta di aver individuato una cabina di regia che induceva la  rete bancaria a vendere alla clientela, anche quella senza i requisti  corretti, i titoli subordinati, diventati carta straccia con il bail in.
L’idea del sindacato a riguardo.

“Per quanto riguarda ciò che sta emergendo su Banca Etruria, più che di pressioni commerciali, parlerei di istigazione a delinquere. Purtroppo temiamo che quanto sta emergendo nella banca toscana possa riguardare tanti altri istituti di credito. Il problema di fondo sta nel fatto che il sistema bancario nazionale è caratterizzato da una classe dirigenziale altamente inadeguata. Il Finantial Time, a tal riguardo, è stato impietoso descrivendo i cda delle banche italiane estremamente numerosi e remunerati ma, al contempo, scarsamente efficaci ed inclini ad assecondare operazioni di carattere clientelari. Il sistema si risana solo se si interviene profondamente sui vertici delle banche”.

Cosa vi aspettate e, soprattutto, quali sono le vostre proposte a tutela
dei tanti lavoratori di un settore ormai ‘sotto attacco’?

“In questo preoccupante scenario, la vita dei lavoratori del settore è molto difficile. I dipendenti di banca sono tra l’incudine di un’opinione pubblica ostile ed il martello dei vari manager che continuano a pretendere che si venda tutto ed a chiunque. Inoltre non vanno dimenticati i processi di fusione che stanno interessando decine di banche e che coinvolgono direttamente migliaia di bancari. Il ruolo del sindacato in questo contesto è fondamentale sia per supportare e garantire i colleghi in questi processi di ristrutturazione sia per spiegare all’opinione pubblica chi sono i veri responsabili dei ‘disastri’ di questi mesi che sicuramente non sono coloro che si incontrano allo sportello entrando in agenzia”.