Sgominata pericolosa organizzazione criminale palermitana 25 arresti – All’interno Immagini e video

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2025
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Nelle prime ore della mattinata odierna è stata data esecuzione a 25 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari Filippo SERIO su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo diretta dal Procuratore della Repubblica Francesco LO VOI. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore Aggiunto Leonardo AGUECI e condotte dai Sostituti Procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia Francesca MAZZOCCO, Caterina MALAGOLI e Ferdinando LO CASCIO.
Sono stati impegnati circa 200 appartenenti alla Polizia di Stato, coordinati dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo RUPERTI.

Le attività di indagine hanno avuto inizio nel mese di settembre 2015 e hanno permesso di individuare e smantellare un’associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni – perpetrate a seguito del furto di veicoli secondo il cosiddetto sistema del “cavallo di ritorno” – nonché alla commissione di rapine, furti e ricettazioni di veicoli.
In pochi mesi, i poliziotti della Sezione Criminalità Organizzata hanno individuato la ramificata organizzazione dell’associazione, i cui promotori sono stati identificati in CASTELLUCCIO Massimiliano, NOTO Antonino e CASAMENTO Salvatore.

Il primo – così come altri due odierni destinatari di misura, ossia il fratello Gaetano e ALGERI Leonardo – è attualmente detenuto, a seguito dell’arresto avvenuto nel corso dell’operazione antimafia della Squadra Mobile di Palermo denominata “Paesan Blues”, in occasione della quale vennero contestati gli stessi reati per cui oggi si procede, commessi in favore della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, all’interno della quale spiccavano le figure di Gioacchino CORSO e di Giuseppe LO BOCCHIARO.

In quella stessa operazione venne arrestato anche CASAMENTO Andrea, fratello di Salvatore, a dimostrazione della continuità che gli odierni arrestati rappresentano nella gestione di un’attività che, per gli ingenti guadagni che è capace di produrre, come si è visto, ha da sempre suscitato l’interesse delle famiglie mafiose.
La particolare attenzione dell’organizzazione criminale denominata “Cosa Nostra” ha trovato riscontro anche nei legami di parentela che connotano, oltre ai soggetti già citati, altri destinatari delle misure cautelari.
Infatti, anche nel corso dell’attività investigativa conclusa con gli odierni provvedimenti restrittivi, è stato possibile rilevare come gli appartenenti alle diverse famiglie mafiose avessero palesato le proprie pretese nei confronti della remunerativa attività delinquenziale. In particolare, in ragione della capacità dell’associazione per delinquere di operare trasversalmente all’interno dei mandamenti cittadini, sono emersi contrasti tra gli esponenti delle diverse famiglie mafiose in ordine alla titolarità del “diritto” di partecipare agli importanti guadagni prodotti dall’associazione per delinquere.

A tal proposito, è stato accertato come i sodali fossero in grado, nel corso di un mese, di portare a termine all’incirca 100 sottrazioni di veicoli con un guadagno approssimativo di 200.000,00 euro. I mezzi sottratti erano prevalentemente veicoli commerciali.
L’organizzazione congegnata dai promotori prevedeva una rigida suddivisione in ruoli, in modo che ad ogni partecipante spettassero precise competenze nella “filiera criminale”. Vi erano soggetti deputati alla commissione dei furti dei veicoli, suddivisi in batterie ed operanti sull’intero territorio cittadino, sodali che fornivano luoghi sicuri ove custodire i mezzi sottratti fintanto che si concludesse la “trattativa” con le vittime e, infine, intermediari che avevano il compito di contattare queste ultime al fine di prospettare la possibilità di recuperare il maltolto.

CASTELLUCCIO Massimiliano, nonostante lo stato di detenzione patito a seguito della condanna inflitta in occasione dell’operazione antimafia denominata “Paesan Blues”, continuava a gestire dal carcere l’associazione, impartendo disposizioni e ricevendo i proventi dell’attività criminale. E lo faceva per il tramite della moglie – anch’essa fattivamente impegnata nelle attività criminali e destinataria dell’applicazione di misura cautelare – la quale, in primo luogo veicolava i messaggi ricevuti in occasione dei colloqui in carcere con il marito ed, inoltre, permetteva agli accoliti di interloquire direttamente con il detenuto in occasione delle telefonate provenienti dall’istituto di pena.

Gli altri due promotori, NOTO Antonino e CASAMENTO Salvatore, entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, erano direttamente impegnati nella gestione fattiva dell’associazione, anche per conto del sodale detenuto. La Squadra Mobile di Palermo li aveva già stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere lo scorso 29 aprile, a seguito della ricostruzione proprio di un episodio di estorsione, perpetrata, con particolare violenza, ai danni di un noto imprenditore cittadino.

 

Tutti gli arrestati:

  • ALGERI LEONARDO PA 21.05.1979
  • FANARA LILLO PA 02.10.1993
  • CASTELLUCCIO MASSIMILIANO PA 21.11.1968
  • SIRCHIA MARCELLO BRESCIA 09.07.1975
  • PRESTI ROBERTO -PA 25.01.1995
  • FERRARA PASQUALE PA 26.04.1986
  • CASAMENTO SALVATORE PA 24.09.1984
  • NOTO ANTONINO PA 15.08.1982
  • QUATTROCCHI FRANCESCO PA 15.08.1996
  • DI MARIANO PIETRO PA 16.09.1971
  •  CASTELLUCCIO GAETANO PA 07.10.1979
  • CASAMENTO EMANUELE PA 26.01.1992
  • DI MARIA GIUSEPPE PA 22.04.1940
  • LO BUONO GIOACCHINO PA 23.08.1989
  • MARCHESE SEBASTIANO ANDREA PA 06.11.1963
  • LO VERSO VINCENZO PA 10.11.1969
  • LUCA’ CIRO PA 17.03.1977
  • PRESTI ANTONINO PA 08.03.1965
  • ADIMINO SALVATORE  PA 19.01.1988
  • CAROLLO SALVATORE PA 03.03.1990
  • DI MARIA GIUSEPPE PA 24.01.1974
  • FALCONE MARCELLO PA 08.10.1973
  • LI CRASTI CIRO MARINEO 01.03.1955
  • MARCHESE VINCENZO PA 27.11.1988
  • MARINO ANNA RITA PA 14.10.1978