Catania, Lungomare di Ognina: denunciati due esercenti, scaricavano le acque nere direttamente a mare

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Nella mattinata di ieri, personale in servizio presso il Commissariato Borgo-Ognina, unitamente alla Polizia Provinciale, ha effettuato controlli contro i reati ambientali.

Le operazioni hanno interessato principalmente la zona del lungomare di Ognina, dove sono stati controllati gli scarichi delle acque reflue di alcune attività commerciali. Gli accertamenti esperiti presso due chioschi-bar ubicati proprio a ridosso del porticciolo di Ognina, a circa 3 metri dal mare, hanno dato esito positivo. Infatti, nei pressi del primo esercizio controllato, gli agenti hanno notato un rivolo d’acqua sporca e maleodorante che, dopo aver percorso un breve alveo, si riversava direttamente a mare.

Risalendo il percorso dell’acqua si è avuto modo di constatare lo scarico proveniva proprio dal chiosco che è risultato privo di un’idonea vasca per la raccolta delle acque sporche, cosicché saponi, detersivi e i residui dell’attività di mescita finivano direttamente a mare. Ciò posto, il titolare è stato indagato in stato di libertà per il reato ambientale di scarico illecito di acque reflue punito dagli artt. 124 e 137 del D. Lgs 152/2006. Inoltre, al fine di interrompere la prosecuzione del reato, l’attività di chiosco-bar è stata sequestrata preventivamente con apposizione di sigilli e affidata al titolare il quale, peraltro, aveva occupato illegalmente 6 mq. di suolo pubblico con sedie e tavolini senza avere alcuna concessione, illecito per cui è stato sanzionato dal Reparto Annona della Polizia Municipale, ai sensi dell’art. 20 del Cds che prevede pure la sanzione accessoria del ripristino dello stato dei luoghi e il pagamento dei tributi fiscali evasi.

A pochi passi dal primo, è stato controllato un secondo chiosco bar e, anche in questo caso, è stata notata la presenza di uno sbocco d’acqua proveniente dall’attività e che finiva, a distanza di pochi metri, direttamente in mare. Il titolare, opportunamente interpellato, ha riferito di non avere una vasca di raccolta delle acque e che quindi “era obbligato” a scaricare le acque reflue direttamente in mare. Anche in questo caso, il responsabile è stato indagato in stato di libertà per il reato di scarico illecito di acque reflue previsto dagli artt. 124 e 137 del D. Lgs 152/2006, l’attività di chiosco-bar è stata sequestrata preventivamente con apposizione di sigilli e affidata allo stesso titolare.

E, anche in questo secondo accertamento, è stata rilevata l’occupazione abusiva di suolo pubblico, ben 21 mq., con un bancone più varie sedie e tavolini, il tutto – ovviamente – senza avere alcuna concessione; per tale motivo il responsabile è stato sanzionato ai sensi dell’art. 20 del C.d.S., con gli obblighi del ripristino dello stato dei luoghi e del pagamento dei tributi e delle tasse non pagate.

È opportuno rimarcare che i titolari delle attività sottoposte a controllo operavano senza le autorizzazioni comunali per lo scarico, non presentavano alcun formulario riguardante lo smaltimento rifiuti e, come detto, non disponevano di alcun sistema di raccolta delle acque sporche, con ciò contribuendo a determinare lo stato di inquinamento del mare.

È stata anche controllata una terza attività che è risultata in regola con le norme per lo smaltimento delle acque sporche.