Andrea Vitali a Pantelleria per il secondo appuntamento d i Taobuk nelle Isole Minori

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Sabato 2 settembre alle ore 19 al Castello; conduce il vicesindaco Angela Siracusa  

ANDREA VITALI A PANTELLERIA PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DI TAOBUK NELLE ISOLE MINORI

La rassegna è promossa dall’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo.

Assessore Anthony Barbagallo

Sottolinea l’Assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo:“L’obiettivo è allargare il parco letterario

 siciliano all’intero arcipelago che circonda l’isola madre, incrementado il segmento del turismo culturale”

 

PANTELLERIA – Lo hanno paragonato a Giovannino Guareschi, Mario Soldati, Piero Chiara. Ma il suo riferimento – ci tiene a dirlo – è semmai Giovanni Arpino. Certo le sue pagine sono percorse da un inedito virtuosismo narrativo che la critica letteraria ha definito “puro piacere”. Parliamo di Andrea Vitali, lo scrittore comasco che il 2 settembre, a Pantelleria, animerà il secondo appuntamento del ciclo itinerante programmato da Taobuk nelle Isole Minori. Un altro grande autore italiano è dunque chiamato a bissare lo straordinario successo riscosso, appena due settimane fa, da Alessia Gazzola nel primo incontro organizzato a Salina.

«La bussola del nostro viaggio punta ora a Sud, al Mare di Sicilia, sui cui si staglia l’isola dei giardini panteschi e dei dammusi, pronta ad ospitare una rassegna che si pone tra le eccellenze culturali, grazie a progetti e nomi di altissima caratura, come appunto Vitali e la Gazzola». Lo sottolinea l’Assessore regionale Anthony Barbagallo, da due anni alla testa dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, che promuove e sostiene la manifestazione. «L’obiettivo è allargare il parco letterario siciliano all’arcipelago che circonda l’isola madre, spingendoci dalle Eoline tirreniche fino a Pantelleria, avamposto d’Africa. Vogliamo così esaltare l’insularità come condizione privilegiata della civiltà mediterranea, per incrementare il segmento del turismo culturale» ribadisce l’assessore Barbagallo.

L’appuntamento con Andrea Vitali, è fissato per le ore 19 nel rinascimentale Castello Barbacane, con la sua pianta quadrangolare, la corte interna e la torre pure quadrata. L’incontro, inserirò nella ricca e variegata “Notte bianca”, è realizzato in collaborazione con il Comune e con “Preziosa Pantelleria”, comitato promotore per l’arte, la cultura e il territorio, guidato con proficuo impegno dalla presidente Vita Angela Accardi, del vicepresidente Roberto La Rocca e della co-vicepresidente Rosalia Silvia.

A portare il saluto della città interverrà il sindaco Salvatore Gino Gabriele, mentre ad introdurre la serata sarà Antonella Ferrara, presidente ed ideatrice Taobuk, il festival letterario di Taormina che nel giro di un anno ha imposto la sua formula vincente in varie tappe con protagonisti che non hanno certo bisogno di presentazioni, come Luis Sepúlveda a Catania, Tahar Ben Jelloun a Palermo, Isabel Allende, di recente nel capoluogo etneo.

A Pantelleria sarà a volta di Andrea Vitali, che ha fatto levitare le schiere dei lettori con i suoi romanzi ambientati nella nativa Bollano, luogo della memoria e non-luogo di un microcosmo che assurge a dimensione universale. Lo confermano le atmosfere raccontate in L’ombra di Marinetti (Premio Piero Chiara), Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Gioffrè), La figlia del Podestà (Premio Bancarella).

Vitali dialogherà con Angela Siragusa, intellettuale colta e sensibile. vicesindaco della città. La conversazione verterà in particolare sul romanzo “A cantare fu il cane”, titolo che mette in campo esplicitamente un amico a quattro zampe, ossia (citiamo dal testo) il “bastardino di casa Panicarli, della cui esistenza nessuno aveva avvisato il carabiniere Virgola. Sbucato da chissà dove, e abbaiando come se avesse ereditato i toni di tutte le razze che s’erano incrociate prima di arrivare a lui, in un battibaleno gli aveva addentato la gamba sinistra del pantalone, strappandola con una ferocia ringhiante e poi sputandola per riprendere ad abbaiare come un ossesso, e aggirandolo per attaccarsi alla gamba destra”.

La quiete della notte tra il 16 e il 17 luglio 1937 viene difatti turbata a Bellano da un grido di donna, Emerita Diachini in Panicarli, che urla «Al ladro! Al ladro!» perché ha visto un’ombra sospetta muoversi tra i muri di via Manzoni. E in effetti un balordo viene poi rocambolescamente acciuffato dalla guardia notturna Romeo Giudici. È Serafino Caiazzi, noto alle cronache del paese per altri piccoli reati finiti in niente soprattutto per le sue incapacità criminali. Chiaro che il ladro è lui, chi altri? Ma al maresciallo Maccadò servono prove, mica bastano le voci di contrada e la fama scalcinata del presunto reo. Ergo, scattano le indagini. Prima cosa, interrogare l’Emerita. Già, una parola, perché la donna spesso non risponde al suono del campanello di casa, mentre invece è molto attivo il suo cane, un bastardino ringhioso e aggressivo che si attacca ai polpacci di qualunque estraneo. E il Maccadò, dei cani, ha una fifa barbina.
A cantare fu il cane ci offre una delle storie più riuscite di Andrea Vitali. I misteri e le tresche di paese, gli affanni dei carabinieri e le voci che si diffondono incontrollate e senza posa, come le onde del lago, inebriate e golose di ogni curiosità, come quella della principessa eritrea Omosupe, illusionista ed escapologa, principale attrazione del circo Astra per le sue performance, ma soprattutto per il suo ombelico scandalosamente messo in mostra. E per la quale, così si dice, ha perso la testa un giovanotto scomparso da casa…

Queste poche pennellate ci portano già dentro l’universo lacustre e indaginoso di Vitali, che dice di sé: “Ho sempre scritto. Da ragazzo volevo fare il giornalista, fu mio padre a spingermi a studiare medicina. Benedico quel no, oggi sarei un mediocre giornalista”. Un no, aggiungiamo, che ha regalato a milioni di lettori uno dei più importanti narratori degli ultimi decenni»