Da Ventotene allo Ius Soli: accoglienza migranti (con figli) per non chiudere la scuola

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di Ninni Bonacasa

A Ventotene, il comune più meridionale della regione Lazio, che si estende sull’isola omonima e sulla vicina isola di Santo Stefano, i migranti potrebbero essere accolti, sempre che abbiano figli minori, non per spirito umanitario, ma per salvare la scuola priva di alunni del luogo.
Il sindaco dell’Isola così ha chiesto profughi ed al suo fianco si sono schierati il parroco, la maestra e il Ds che parla di sana integrazione e opportunità per i ragazzi residenti di fare nuove amicizie, mentre al bar della piazza i favorevoli ed i contrari alla proposta si scontrano tra un caffè ed una giocata a carte.
Intanto al Senato, fra Def e legge di Stabilità si cerca una finestra parlamentare – previa intesa politica – per varare lo ius soli.
La proposta di legge incassa un vibrato appello firmato da intellettuali, artisti e uomini di cultura ed inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed ai Presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, in cui si chiede di non escludere 800 mila bambini figli di immigrati regolari e nati in Italia.
Il principio del “diritto di suolo” afferma che un bambino che nasce e cresce in Italia, che parla italiano e studia italiano, è italiano; il vivere insieme e parlare la stessa lingua rende tutti concittadini. Questo principio socio-culturale, prima che politico, non è nelle corde di Salvini (Lega) e della Meloni (Fratelli d’Italia); eppure sono parlare di tutto, almeno a loro dire.