Se è vero che “il buon giorno si vede dal mattino” e che “il mattino ha l’oro in bocca”, possiamo dire che la squadra del neopresidente dell’Ars (Assemblea Regionale Siciliana), Gianfranco Miccichè, deve aver preso i proverbi alla lettera. Ebbene si, dal 1°gennaio stipendi d’oro per tutti… per tutti i dipendenti dell’Ars, intendiamoci. Stop al tetto degli stipendi da 240mila euro l’anno.
“Questo Palazzo tornerà ad essere quello che avevo lasciato, il marxismo è stato sconfitto dalla storia; dal 1°gennaio cadrà il tetto da 240mila euro fissato dalla legislatura precedente per gli stipendi dei dipendenti”. Dichiara così il Presidente, giustificandosi poi “la norma prevede lo stop dal 2018, anche la Corte Costituzionale ha dichiarato che queste limitazioni possono essere fatte solo per motivi eccezionali”.
Presidente, la situazione in cui giace la Sicilia ed i debiti da sanare non sono forse un “motivo eccezionale”?
“Un’amministrazione funziona se chi lavora è felice e ben retribuito, non come accade adesso con i dirigenti che guadagnano poco più dei commessi parlamentari”, sostiene ancora il neopresidente Gianfranco Miccichè, infine “farò nuove assunzioni”.
Uno schiaffo bello e buono a chi a stento arriva a fine mese; a chi un lavoro non riesce a trovarlo; agli studenti capaci e meritevoli consapevoli di dover lasciare la propria terra visto che molto, troppo, spesso offre loro il nulla; a chi vive con una pensione minima; a chi ogni mattina si sbraccia per portare a casa meno di 1000euro al mese; a chi crede ancora nella meritocrazia; uno schiaffo morale alla società. A chi profuma ancora di dignità.
Presidente, è forse questo il messaggio che intende far passare?