Chiudono tre sedi dell’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità organizzata, quella di Palermo è tra queste

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L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscai alla criminalità organizzata, istituita con decreto legge 4 febbraio 2010, chiuderà le sedi di Milano, Napoli e Palermo.
A prevederlo il nuovo codice antimafia, entrato in vigore lo scorso 4 novembre. “E’ un atto grave ed inspiegabile” sosteneva già allora il primo cittadino palermitano Leoluca Orlando. Un’Agenzia che svolge compiti così importanti, come il ricollocamento, l’amministrazione ed il relativo controllo dei beni immobili confiscati, non dovrebbe operare da vicino?
A distanza di un mese la situazione appare chiara: è stato chiesto ai lavoratori di tali sedi, di continuare la loro regolare attività, in attesa almeno di una riorganizzazione, senza però aver garantito lo stipendio.
E’ in corso l’organizzazione di una mobilitazione della Cgil contro quella che sembra un’assurda ed irrazionale decisione. “Una situazione paradossale”, dichiara Mario Ridulfo della segreteria Cgil Palermo, “nella nuova direttiva si parla di dover ampliare gli organici da 95 a 200 unità, ma l’Agenzia non è in grado di sostenere con il proprio bilancio i trattamenti economici per il personale comandato.”
In Sicilia ci sono circa 7538 (circa) immobili confiscati e già dati in gestione e altri 4747 (circa) ancora da riallocare, altro motivo per cui la scelta della chiusura della sede siciliana sembra risultare illogica.
Ci sono tantissime persone che credono in questo lavoro, soprattutto nei luoghi dove il tema è sempre caldo ed attuale, che sia forse il caso di rivedere il “codice antimafia”?
L’Agenzia è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposta a vigilanza del Ministero dell’Interno cui spetta senz’altro il compito di valutare e decidere anche sulla questione.