Patrizio Cinque: «Bagheria deve diventare la Bagheria di tutti».

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Presentato, in assemblea cittadina, il regolamento per la co-gestione dei beni comuni.

Spiegare ai cittadini cosa sia un’Amministrazione condivisa, chiarire il senso e il funzionamento del regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani: a questo è servita l’assemblea cittadina che si è svolta, ieri, in aula consiliare.
All’incontro, oltre ad un discreto numero di giovani cittadini interessati e di rappresentanti dell’associazionismo cittadino, erano presenti il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, l’assessore alle Politiche Sociali Maria Puleo, l’assessore alla Programmazione fondi europei, Alessandro Tomasello, il presidente del Consiglio comunale, Marco Maggiore, Daniela Ciaffi e Pasquale Bonasora di Labsus (Laboratorio di sussidiarietà), Michele Balistreri referente del CASB (coordinamento delle associazioni del bagherese), Gianluca Rizzo referente del comitato direttivo della delegazione CeSVoP, che ha coordinato i lavori.

Può sembrare strano, considerato il degrado di qualche zona del territorio, ma sono in molti i cittadini attivi e le associazioni di volontariato disponibili a prendersi cura di piazze, giardini, beni immobili e restituirli alla comunità. Spesso però le pastoie burocratiche impediscono e non facilitano affatto i processi di tali percorsi di cura. Il regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni può essere uno strumento facilitatore di questi percorsi.

Per proporre un patto di collaborazione non si dovrà far parte, per forza, di un’associazione. Potrà proporlo anche un singolo cittadino, che si aggiunge ad altri singoli cittadini con la sua idea. I patti possono essere anche veicolo di inclusione sociale. Ogni dettaglio è spiegato nel regolamento che andrà presto in approvazione in Consiglio comunale. Il sito web istituzionale sarà presto ospite di una sezione tutta dedicata ad Amministrazione condivisa.

«E’ un regolamento importante, per fare un passo in avanti dove i cittadini diventano amministratori del proprio territorio – dice il sindaco Patrizio Cinque – occorre rendere Bagheria di tutti, Bagheria come bene comune. Ringrazio Labsus, CeSVoP, Casa del volontariato e tutte le associazioni che stanno portando questa città ad essere una comunità. Il regolamento serve proprio a questo, con il patto di collaborazione che faremo con ogni soggetto che vorrà gestire beni comuni ci si impegnerà a partecipare e a far parte di questa comunità».

«È importante sottolineare che i patti di collaborazione non si sostituiscono a quel che deve fare il Comune – aggiunge il primo cittadino – ma unendo le forze possiamo fare di più, senza pensare al tornaconto ma migliorando la vivibilità di questo territorio, la nostra vita e quella delle prossime generazioni. In questo modo si toccano tutte le componenti della vita sociale: da quella economica a quella di convivialità non solo migliorando il decoro di una zona un soggetto privato potrà fruire meglio di uno spazio pubblico e, perché no, attraverso questa operazione creare occupazione; non è questo l’obiettivo ma una possibile conseguenza».

Il sindaco ha concluso il suo intervento pensando ai progetti che si potrebbero realizzare su Monte Catalfano, sul Giardino antistante villa Cuto, su piazza Butera, i vicoli, le fontane, le piazze e le spiagge. «Adesso dipende tutto dai cittadini e dalla loro adesione – conclude Cinque – Secondo me questa è una delle migliori cose che abbiamo prodotto come amministrazione perché l’abbiamo fatta non da soli ma insieme a tutti i soggetti che amano questa città».

A spiegare come funzionano i processi partecipativi, i patti di collaborazione: Daniela Ciaffi e Pasquale Bonasera di Labsus il laboratorio di sussidiarietà che accompagnerà la comunità di Bagheria a far parte dei 150 comuni che hanno adottato il regolamento.

Daniela Ciaffi, docente ad UniPa di Sociologia Urbana, ha seguito il tema dei processi partecipativi dagli anni ‘90 aderendo poi al progetto Labsus. Ha spiegato come è nata l’idea, a Bologna, da un funzionario che continuava a ricevere proposte da cittadini attivi per migliorare la città. «Oggi sono 150 i comuni che hanno adottato questo regolamento, personalizzandolo. Nel 2001 nella Costituzione italiana viene introdotto l’articolo 118, 4 comma, il principio di sussidiarietà, che sottolinea come il Pubblico debba favorire l’autonoma iniziativa di cittadini singole e associati che agiscono nell’interesse generale».

«Dal principio costituzionale si è passati, poi nel 2014, – continua Ciaffi – a rendere concreto questo principio e nelle città si iniziavano a vedere come le differenti amministrazioni si comportano di fronte a questa svolta epocale. E’ un cambiamento di paradigma, dal paradigma bipolare, amministratori e amministrati si passa al paradigma collaborativo: le persone che stanno alla pari, non concessione di beni ma co-gestione»,

La professoressa hai poi fatto diversi esempi su come proporre un patto iniziando a pensare che «non di deve fare una campagna denigratoria con il dito puntato contro le amministrazioni quando qualcosa non funziona ma occorre iniziare a pensare all’’amministrazione pubblica come un possibile alleato».

Pasquale Bonasera, referente Labsus, ha ringraziato l’amministrazione ma soprattutto tutti i dipendenti del Comune che hanno partecipato al tavolo di lavoro: «Non è facile trovare, come è successo oggi, una disponibilità a ragionare più che sui rischi del processo da mettere in moto, su come invece raggiungere il risultato. L’amministrazione si gioca sui luoghi che generalmente non sono di nessuno e vengono abbandonati, lo stato di abbandono è una responsabilità che va in capo non solo alle amministrazioni comunali ma va in capo ad ognuno di noi. » – dice Bonasera – «Abbiamo il dovere di prendercene cura, quei luoghi sono deputati a stimolare la nostra voglia la nostra capacità di metterci in gioco e sentirci parte di un territorio, se non proviamo questo scatta la volontà di scaricare sull’amministratore di turno lo stato di abbandono di un luogo».

«Secondo concetto forte accanto ai luoghi, è quello delle persone: Per dare anima e corpo ad amministrazione condivisa, ogni persona va considerata una risorsa, anche quelle che si possono considerare meno rilevanti. Non è un concetto retorico, il patto rovescia anche quest’impostazione, non c’è qualcuno che aiuta qualcun altro ma c’è qualcuno che offre qualcosa. Si gioca tutto sulle relazioni quale capitale sociale di una comunità, che agisce sul principio della fiducia e della corresponsabilità» – conclude Bonasera.

L’assessore Maria Puleo racconta il percorso per arrivare all’amministrazione condivisa: «Un percorso di ricostruzione» – dice – «bisognava ripartire dalla relazione, e da lì che potevamo ricostruire il senso di appartenenza ed il senso di comunità, favorendo un processo di prossimità tra amministrazione pubblica e cittadino da lì chiedersi come fare». L’assessore hai poi raccontato la collaborazione con CeSVoP, il percorso della Casa del Volontariato che compie il primo aprile un anno di attività: «mentre in questi 4 anni si lavorava sinergicamente si è iniziato già a ragionare sui beni comuni ed i processi di amministrazione condivisa. Ognuno di noi può farsi moltiplicatore del bene, può recupera la dimensione collettiva che è dentro di noi, è attraverso quella che si sviluppo a il senso di corresponsabilità» – conclude l’assessore.

Ha poi preso la parola l’assessore alla Programmazione e fondi europei Alessandro Tomasello che ha illustrato i processi di co-progettazionec on il CeSVoP e la Casa del Volonnariato ed in particolare i progetti della misura 966 sul riuso e la rifunzionalizzazione della villa ex Castello, e la messa in servizio del teatro del complesso monumentale di palazzo butera.

«Due interventi molto importanti che non si sarebbero potuti concretizzare nella loro presentazione all’assessorato regionale senza la collaborazione delle parti sociali e della Casa del Volontariato che, in maniera puntale, ci ha fornito le istanze del territorio» – ha sottolineato Tomasello – «La co-gestione non sarà solo di competenza delle associazioni che già afferiscono alla casa del Volontariato ma di tutte le associazioni che vorranno sposare il progetto. Da parte dell’amministrazione c’è la massima disponibilità». L’assessore ha posi sottolineato che il Comune di Bagheria è stato tra i pochi comuni che hanno partecipato all’ammissione alla progettualità 966 sul riuso dei beni pubblici in particolare dei beni confiscati e tra i pochissimi che hanno ottenuto il finanziamento.

Tra gli interventi anche il presidente del consiglio comunale Marco Maggiore che ha preso l’impegno di poter approvare in tempi celeri, entro la fine di aprile, il regolamento in consiglio, dopo il coinvolgimento delle commissioni.

A chiudere gli interventi, prima del dibattito con il pubblico, il referente Casb Michele Balistreri che ha illustrato il primo progetto pilota e sperimentale di piazza Vittime della mafia. Progetto di riqualificazione e gestione di un primo bene pubblico a Bagheria, ove insisteranno il pubblico, le associazioni ed il privato.

 

C.S.Bagheria, 29/03/2018 –