Opera Pia Ruffini. M5S: L’assessore Ippolito convochi un tavolo per salvare i 42 lavoratori

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Appello ufficiale del deputato regionale Ars Stefano Zito all’assessore Mariella Ippolito e al dipartimento del lavoro: “Non c’è tempo da perdere, l’assessore deve mettere insieme le parti coinvolte, vigilare su quanto avviene nelle IPAB e dare risposte”.

“I 42 dipendenti dell’I.P.A.B. Opera Pia Ruffini di Palermo meritano l’attenzione politica e istituzionale dell’assessore regionale Mariella Ippolito. Il dipartimento al lavoro e alla formazione dell’assessorato, è tenuto a vigilare e dare risposte. Vogliamo sapere quali sono gli interventi che l’assessore Ippolito intende mettere sul piatto per salvare il destino occupazionale di questi lavoratori e ciò deve avvenire in tempi strettissimi. Ippolito convochi subito un tavolo con gli attori coinvolti”. A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Stefano Zito che con una missiva indirizzata all’assessore regionale Mariella Ippolito e al dipartimento regionale del lavoro, chiede interventi urgenti per la salvaguardia occupazionale dei 42 lavoratori dell’Ipab Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini di Palermo. “L’assessorato regionale – spiega Zito – ha l’obbligo di esercitare sulle Ipab e sugli atti delle stesse, un costante controllo di legittimità. Evidentemente così non è stato se si è creata questa incresciosa situazione, che lede la dignità di 42 padri e madri di famiglia. All’assessore Ippolito, ricordo che non c’è tempo da perdere – conclude Zito –  per attivare misure idonee a tutelare i lavoratori”.

Sulla vicenda interviene anche la deputata regionale Angela Foti, che da anni punta il dito sulla ancora mancata riforma delle IPAB. “Gli effetti e le responsabilità – spiega Angela Foti – della mancata riforma delle Ipab e dell’abbandono a cui sono lasciate importanti realtà diffuse su tutto il territorio della regione, sono attribuibili a tutti i governi che si sono succeduti a partire dal primi anni 2000. Siamo ad un punto di non ritorno dove l’anello debole che ne paga le spese è senz’altro quello dei lavoratori che continuano a prestare la loro opera senza essere pagati,  o come in questo caso, essere brutalmente licenziati. La nostra proposta di riforma che prevede nuove convenzioni con le ASP, piani di risanamento e un accorpamento per grandi aree, evidentemente non soddisfa chi per l’affossamento doloso delle Ipab, ha lavorato sapientemente con l’intenzione di accaparrarsi ingenti patrimoni immobimilari”.