Palermo. Arrestati padre e figlio per tentata estorsione

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Agenti del Commissariato Oreto -Stazione hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di tentata estorsione aggravata, S.S. palermitano 56enne e il figlio  S.G. 31enne responsabili in concorso di tentata estorsione aggravata ai danni di un giovane, dopo un lievissimo incidente stradale occorso coi due soggetti.

In particolare, nel tardo pomeriggio di ieri, un giovane si presentava negli Uffici del Commissariato Oreto/Stazione denunciando che, a seguito di un piccolo incidente stradale occorsogli con uno scooter a bordo del quale vi erano i due soggetti – controparte nel sinistro – costoro si erano mostrati minacciosamente insistenti nel chiedere allo stesso di risarcire il danno in contanti e nell’immediato.

Tanto insistenti che, a fior di minacce, non appena il giovane mostrava l’intenzione di chiamare le Forze dell’Ordine per chiarire il disguido ed accertare di chi fosse realmente la responsabilità del sinistro, i due gli strappavano il telefono dalle mani continuando a minacciarlo.

Gli stessi avrebbero poi riferito al giovane che, quando sarebbe stato disposto a risarcire il danno, se avesse voluto riavere il telefono indietro, avrebbe dovuto chiamare al suo stesso numero per concordare un appuntamento, dopodiché si davano alla fuga coprendo, peraltro, la targa del motociclo con il piede per evitare di essere identificati.

Avendo i poliziotti avuto successiva notizia da parte della vittima circa un contatto con i due soggetti al fine di incontrarsi nella serata stessa nei pressi dell’Ospedale Buccheri La Ferla, gli Investigatori del Commissariato Oreto/Stazione predisponevano apposito servizio di osservazione, a seguito del quale i due soggetti venivano tratti in arresto nel momento in cui affrontavano la parte offesa, frangente temporale ove tentavano di portare a compimento l’azione delittuosa.

Il telefono cellulare, quindi, veniva restituito al legittimo proprietario.

Dopo le formalità di rito, i due arrestati venivano tradotti presso le loro abitazioni in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’odierno rito direttissimo.