Si parla tanto di imprenditoria maschile, tanti baldi giovani e a volte neanche tanto… che parlano tanto di se e dei loro sogni ambiziosi… beh con me cascate male forse perché sono sicula ma ancor di più perché sono donna, so quanto sia difficile affermarsi nel mondo del “business” e farsi prendere sul serio, nonostante il talento.
Per cui vi presento oggi miss Benedetta Tomasello, una donna palermitana che lavora a Santa Flavia e che ha fatto del suo talento un lavoro!
Chi sei nella vita?
Se la domanda è posta all’imprenditrice ti rispondo che sono una donna che con sacrificio, umiltà e onestà porta avanti l’antico mestiere di famiglia legata in modo viscerale alla mia terra, alle tradizioni e alle radici a cui non ho mai rinunciato (e mai lo farò), perché penso che i mestieri umili e le tradizioni rendono ricca la propria terra. Perdonami se apro una parentesi ma l’Italia oggi si trova in questo profondo abisso anche perché – la politica malsana /lo stato – ha estirpato con ferocia i piccoli artigiani. Senza gli umili nessuno arriva in cima. La mia famiglia produce pavimenti in cemento dal 1922, da tre generazioni facciamo lo stesso mestiere con amore ed è l’amore la chiave del sacro portale quando fai una cosa con amore il successo è assicurato. Oggi per me sarebbe più facile andare a produrre in altri paesi (marocco, tunisi, romania, bulgaria, ecc…) dove i costi e la burocrazia sono elementi irrisori se non assenti rispetto all’Italia (non parliamo poi delle Sicilia), ma rimango qui perché scappare non lascia frutti ma tronchi secchi siciliani – sani – sono il Top e non il flop… siamo tutti bravi a scappare ma rimanere è la vera impresa (la vera sfida).
Ci siamo assicurati un mercato di nicchia e vendiamo in tutta Italia e all’estero grazie alla fabbricazione di qualità. L’artigiano deve vivere ed evolversi nella sua terra d’origine lasciando inalterate le tradizioni che lo hanno generato Se in un modo di uomini fai solo la
fimmina ti considerano solo donna da letto quindi ho dovuto dimostrare che oltre al fascino c’era altro… c’era sostanza. Non nego comunque che lavorare in un mondo di uomini può avere i suoi lati positivi ma ho sempre tenuto ben saldo il confine tra lavoro e amore (il cliente è solo cliente – il fornitore è solo fornitore). Comunque ho imparato tanto nel mio lavoro dagli uomini dai vecchi artigiani…. l’uomo e la donna sono due esseri diversi ma che si completano a perfezione solo assieme
Chi è l’artista?
L’artista invece non pensa come l’imprenditrice o meglio è una sua evoluzione. Sono una scrittrice che disegna e da un volto alle parole attraverso l’argilla: scrittura-disegno-argilla.
L’artista è una fatalista con libero arbitrio a giorni alterni. Ognuno di noi è solo uno strumento dell’Amore Facciamo parte di un disegno…. in questo disegno possiamo sfumare colorare qualche ombra ma quel che è scritto sarà Le mie opere devono sconvolgere, travolgere, inondare. Devono far riflettere lentamente chi le guarda (o chi mi legge). Tutte le mie opere sono sempre celate come una donna pudica si donano lentamente e bevute a piccoli sorsi, e si donano solo se corteggiate: sono come un cemento a lenta presa… il lettore o chi osserva non deve capire subito ma come un tarlo… consumarsi lentamente per capire. Il grande Ungaretti diceva che “la poesia è poesia solo quando in se porta un segreto” io aggiungo (a quel principio che condivido totalmente)
che la poesia ma l’arte pura in genere è il fiato di Dio (e spesso Dio non si capisce ma è così affascinante e magnetico che non se ne può fare a meno. Anche l’ateo bestemmia pur non avendo diritto). Tutte le mie opere sono ossimoro… l’artista sta sempre agli antipodi di se stessa e muta frequentemente, perché l’anima muta per non morire. Ho bisogno di stimoli continui perché mi annoio con facilità, la mia arte nasce da ombre o meglio le ombre sono il confine della luce e io mi limito solo a ricalcare la luce.
Dammi una parete un foglio bianco un panetto di argilla che si è accoppato perché conservato male ed io ne faccio immagine ma non per bravura ma solo come dono
L’arte è come la fede e cioè un dono (non si compra).