Le disavventure aeroportuali di un disabile raccontate in una lettera

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Carissimi tutti, non ho potuto resistere, sono stato a Roma per un congresso-conferenza legato alla disabilità, e le mie avventure aeroportuali sono state talmente eccitanti che non vedevo l’ ora di condividerle.

E’ da tanti anni che mi sposto in aereo per visite di controllo mediche o per assistere a qualche conferenza, per una persona nelle mie condizioni il viaggio aereo è l’unica possibilità.
Ripeto,sono anni che viaggio e ho sempre sperato di vedere un miglioramento delle condizioni di volo….invece….invece l’ ultimo trasferimento è stato surreale, quasi kafkiano, da raccontare.

Intanto, bisogna sapere che, negli aeroporti, il disabile non ha un’assistenza permanente dedicata ma, secondo un protocollo scaricabile dal sito dell’ enac, protocollo legge CE 1107/2006 che norma il trasporto aereo delle persone disabili, bisogna contattare la compagnia aerea prima del volo e presentarsi, per avere assistenza, almeno due ore prima del volo, altrimenti si rischia di non poter accedere all’aeromobile.
Sono dettagliate anche norme riguardo le attrezzature che il disabile può portare, per numero e peso.
All’ interno di questo regolamento, ogni compagnia si regola con predisposizioni diciamo cosi’ “personalizzate”
Il regolamento e’ partito con la compagnia di bandiera ed e’ approdato faticosamente alle compagnie low-cost.
Alla partenza tutto abbastanza regolare, un mezzo speciale mi porta all’ ingresso posteriore dell’aereo, vicino alle postazioni che ryanair dedica ai disabili….all’ arrivo …il panico: non c’era il mezzo speciale, per cui sarei dovuto scendere dall’ingresso anteriore, facendomi portare in braccio dal mio assistente per tutta la lunghezza dell’aereo.
Mi sono arrabbiato, e mi sono rifiutato di scendere in questo modo.
Perfettamente a conoscenza dei miei diritti, ho preteso che venisse chiamato il mezzo speciale, che e’ stato fatto arrivare dandomi la possibilita’ di scendere.
Al ritorno voi pensate tutto bene? NO, stessa scena all’ arrivo, mi sono impuntato, ho detto che chiamassero i carabinieri, non sarei sceso se non con il mezzo speciale.
E anche stavolta il mezzo e ‘ arrivato, permettendomi di scendere e “liberare” l’aereo.

Ho preferito decantare la rabbia, ma la mia amarezza rimane.
E’ un diritto avere assistenza adeguata senza costi accessori.
Prenotando il viaggio dovrebbe essere automatico il servizio, invece, per ben due volte, ed in due aeroporti diversi, ho dovuto combattere una guerra, snervante ed antipatica per non essere trattato come un pacco postale, da infilare nella stiva.
Credetemi, e’ snervante trovarsi in certe condizioni, ti fa sentire un egoista rompiballe quando non dovresti nemmeno occuparti di questioni logistiche.
Diciamo che ci fai l’abitudine e poi diciamo che io sono un tipo “tosto”, ma sapete cosa succede ad una persona con meno carattere del mio? semplice, non viaggia piu’.
Anche qui ci possono stare le ragioni del personale e dei costi, ed anche il fatto che e’ troppo vaga la categoria delle disabilita’ che possono avere assistenza, si va dalla frattura dell’alluce ad una malattia come la mia.
Bisognerebbe anche qui creare un pass dedicato alla disabilita’ motoria piu’ grave, perché pretendere di risolvere il tutto facendosi prendere in braccio non mi sembra una soluzione”civile”.
Con questo tipo di trattamento, ad esempio, una persona disabile grave che deve prendere l’aereo molto frequentemente per questioni terapeutiche specialistiche extra-regionali (ci sono malattie rare che hanno centri di cura unici in italia), spesso rinuncia, perché un banale viaggio puo’ diventare una spiacevole avventura.
Che dire, in attesa di un tavolo dove portare all’ attenzione i nostri problemi logistici, dico che ho assistito ad un convegno molto interessante e che roma è una bellissima città.
Ad majora.

Salvatore Cangelosi coordinatore della consulta Lega Palermo, in collaborazione con Viviana Dorotea La Rocca