L’Europa attacca l’Italia e la sbatte in prima pagina, mentre l’Islanda riafferma la propria sovranità nazionale ma nessuno ne parla

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Contro ogni previsione del FMI, della BCE e della Banca Mondiale, l’Islanda, in seguito ad una crisi finanziaria devastante nel 2012, che ha causato il crollo del governo conservatore, l’elezione di un nuovo governo e la stesura di una nuova Costituzione, applicando misure opposte a quelle ritenute inevitabili dagli Organismi internazionali, è riuscita a sconfiggere la crisi e a tornare lungo un

E per la serie,  “sbatti il mostro in prima pagina”ancora una volta lo Spiegel, noto settimanale tedesco, mette nel mirino l’Italia.

Questa volta il settimanale tedesco accusa in modo esplicito il nostro Paese di aver posto un ricatto a tutta l’Europa con la manovra varata dall’esecutivo: in caso di un ulteriore “no” da parte dell’Europa, l’Italia farebbe cadere l’euro dando il via alla fine dell’Unione monetaria.

Intanto una voragine nei conti dei 28 Paesi dell’Unione europea è sotto gli occhi di tutti: mille miliardi di euro all’anno, tra elusione ed evasione fiscale. Multinazionali che non pagano le imposte e smistano decine di miliardi di dollari dei loro profitti, accantonati grazie a operazioni finanziarie privilegiate in Lussemburgo, verso altri paradisi rigorosamente “tax free”. Stati membri dell’Unione che si fanno concorrenza sleale sulle tasse.

È disastroso il bilancio che sta lasciando Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nonché ex padre-padrone del Granducato, mentre imbocca l’ultimo anno del suo mandato, in scadenza dopo le elezioni del 2019: il suo viale del tramonto.