La preside decide di annullare la messa natalizia a scuola in “segno di rispetto per le minoranze” presenti negli istituti, ma un gruppo di genitori non la prende bene e scoppia la bufera. Che finisce pure al Comune, perché la capogruppo della Lega parla di “censura” e “sottomissione”. Accade ad Agrigento, dove la preside dell’istituto comprensivo di Agrigento-Centro, Anna Gangarossa, decide di festeggiare il Natale con alcune manifestazioni alternative al precetto natalizio, pare, in seguito alla richiesta arrivata da un gruppo di famiglie. Ma il malcontento è prima scoppiato sulle chat di classe su WhatsApp e poi è approdata anche sui cellulari dei politici, a partire da quelli della Lega.
«La preside ha sbagliato perché ha ceduto a una forma di ricatto su un estremismo, questa è una censura bella e buona, siamo alla sottomissione», denuncia all’Adnkronos Nuccia Palermo, capogruppo della Lega al Comune di Agrigento, che stigmatizza la scelta della dirigente scolastica. «Un gruppo di genitori si è visto privare di una tradizione sacrosanta che non nuoce a nessuno, se non a chi viene privato delle nostre radici»
«Questo non è un atto di insegnamento – prosegue – la preside dovrebbe imparare meglio il testo costituzionale». «Per me – dice Nuccia Palermo – è un precedente molto molto grave, perché limitare la libertà altrui sulle tradizioni è scandaloso. Se cominciamo dalla scuola a cedere a un ricatto morale si arriverà presto a una sottomissione indecorosa, una vera censura. E io sono pronta a difenderla davanti a tutti. La scuola deve insegnare la libertà, il rispetto, mentre annullare un precetto natalizio è una forma di mancanza di rispetto»
Sulla vicenda interviene anche Matteo Salvini. «Vergogna, incredibile vergogna! – commenta – La mia solidarietà a tutti i bimbi, agli insegnanti e ai genitori a cui viene negato il bello del Natale, nel nome di una inaccettabile sottomissione culturale e valoriale. Invierò personalmente un presepe a questa preside, che evidentemente ha fallito nella sua missione educativa».
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