di Meri Lolini
Restiamo a casa e cerchiamo di trascorrere al meglio il tempo. Le nostre finestre si affacciano su strade disabitate, su giardini pubblici abbandonati ed il rumore che a volte ci infastidiva, ora un po’ ci manca. Scopriamo una nuova realtà. Si sente il cinguettio dei passerotti, che cercano qualche briciola sulla nostra terrazza. Si odono le voci dei condomini, che mai avrebbero pensato di chiacchierare dalla finestra o sul balcone, perché prima eravamo tutti presi dalla nostra vita di lavoro e di famiglia. Non c’era tempo e neanche ci interessava. L’udito riesce a percepire rumori che prima non si sentivano ed ora invece li apprezziamo perché ci dicono una grande verità: “Non siamo soli.” La qualità dell’aria è sicuramente migliorata senza più il traffico cittadino e prevalgono odori molto gradevoli. Il profumo dei piatti che cuciniamo e che preparano i vicini si liberano nell’aria dei quartieri cittadini. Prima di questo isolamento non si cucinava? Sicuramente si acquistavano molti cibi pronti che riacquistavano la loro visibilità nel riscaldamento nel microonde tra il capriccio di un bambino e la voce del giornalista del TG alla TV. Tutto si intrecciava e tutto si confondeva con la necessità di correre, per riuscire a fare quello che era rimasto indietro mentre eravamo fuori a lavoro. Nelle case i nostri figli trascorrono un tempo immenso e diventa necessario farli giocare ed anche studiare con i compiti, che arrivano dalle loro insegnanti. La casa ha cambiato il suo aspetto, infatti è più vivace e più vissuta ed il trascorrere della giornata la rende indispensabile a tutti noi. Stiamo isolati riscoprendo odori e suoni dimenticati e la tranquillità scandita da quel non rumore. Chiediamoci se tutta vada bene. Assolutamente no. Continuano ancora i contagi e continuano i decessi con percorsi molto dolorosi sia per le vittime che per i loro familiari. Tutti i settori lavorativi sono fermi e questo avrà delle conseguenze terribili sull’economia del nostro pianeta. Gli operatori sanitari ed i medici stanno dando quanto di più possibile con il loro impegno e la loro professionalità insieme ai farmacisti e tutti gli operatori dei supermercati. Non dimentichiamo le difficoltà degli operatori delle case di riposo che sono a contatto con anziani positivi al CoViD 19 ed a loro volta esposti al contagio. In questa quarantena casalinga aumentano i litigi familiari e purtroppo la sofferenza maggiore è per le donne spesso vittime di violenza da parte di quell’uomo che dice di “amarle”. La pessima qualità della vita quando nella famiglia ci sono persone vittime di dipendenze varie come alcolismo o tossicodipenti. La capacità di reinventarsi un nuovo modo di vita dentro le case in maniera sana e costruttiva si scontra con quelle brutte verità di violenze di vari tipi sempre tra i conviventi del nucleo famigliare. Con queste parole è come se avessi scattato un’istantanea che ha come soggetti gente serena, gente preoccupata e gente sofferente che vive ed affronta questo nuova vita con modi diversi accomunata dalla paura del contagio e della malattia. Quale sapore ci rimane in bocca ? Cucinando in maniera migliore possiamo assaporare i buoni piatti che mangiamo ed allo stesso momento il gusto amaro della paura. Al nostro tatto mancano le strette di mano e gli abbracci che non possiamo dare e ricevere.
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