di Chiara Bentivegna
In questi giorni il tempo è riflessione, deserto interiore. Il dialogo con la nostra anima diventa più intenso e frequente. Nasce l’esigenza di confronto, con il passato, con il presente, con chi ci è vicino, con chi appartiene al passato. Così succede che si apra un varco temporale di empatia, che si cresca dentro la vertigine, in verticale, “nani sulle spalle di giganti”.
[18/3, 00:48] Federica:
Prof, mi dispiace troppissimo scriverLe a quest’ora, però sono certa che domani mattina vedrà quanto le scrivo. Ultimamente da quando abbiamo studiato e analizzato Pirandello e il suo pensiero, riesco a guardare intorno a me ed a cogliere minimi particolari che forse prima bypassavo. In base un po’anche a quello che mi sta accadendo in quest’ultimo periodo, mi ritrovo spesso nelle righe e nei pensieri di scrittori passati. Questa sera, la mia attenzione si è focalizzata su una frase: “Ricordati che se ti nascondi dietro a tante maschere, alla fine scoprirai di non esistere.” Apparentemente ho colto il significato, poi mi sono soffermata ed ho come percepito l’infinito dentro ad un periodo finito. Non so se mi spiego, un abisso nella parola esistere. E praticamente ho perso il sonno perché sono presa da questa frase. Lei che senso darebbe? O meglio, il senso è dato dalla soggettività? Non so il perché Le stia scrivendo ciò, però so che quando parlo con lei, mi sento compresa.❤
[19/3, 05:24] Chiara:
Buongiorno Federica. Spero tu abbia il telefono in silenzioso. Non devi scusarti per avermi scritto. Puoi scrivere quando vuoi. (Solo non potrò rispondere – quindi risolvere- immediatamente.) Ti rispondo con due considerazioni. La prima. Esistere nella sua etimologia: essere nella realtà, ovvero exsisto ( lat.) = vengo fuori, divento. C’è stata anche una corrente esistenziale in letteratura ma è un po’ presto per anticipare. La scoperta della falsità della maschera è invece – a mio parere- anche una possibilità. Pirandello negava la Verità perché tutto è relativo. In realtà è proprio nel relativismo che si costruisce la Verità se osservata da più angolazioni. Ma non ti ho ancora risposto. L’aver scoperto la maschera che è borghese e condizionata dal giudizio, l’aver scoperto che non c’è niente di perfetto e assoluto ci dà una possibilità concreta: scoprire giorno per giorno la bellezza di nascere fuori dal giudizio, dal nostro stesso giudizio. Ecco essere, stare al mondo con la necessità di confermare ogni giorno, fuori dal giudizio, la propria necessità e appartenenza all’Universo. Ne parleremo trattando Ungaretti. Il trucco dell’Esistere sta nello sfuggire alla definizione, alla collocazione. Si è, punto. Si vive solo se “in armonia”