di Meri Lolini
La stretta alla gola di questo parassita satanico ci sta soffocando a tutti. Siamo imprigionati nelle nostre case. I i più fortunati vivono con i loro familiari, ma ci sono anche tante persone sole, che non hanno neanche l’opportunità banale di dire ogni tanto :” Uffa!!! Quanto durerà e come saremo dopo questo tempo così lungo e doloroso?” I nostri ragazzi non vanno a scuola da quasi un mese e forse questo anno scolastico terminerà in un modo molto inconsueto. Gli abbiamo sempre detto che è importante impegnarsi in tante attività sportive e ludiche condivise con gli altri ed ora sono a giocare con l’amico invisibile ed impauriti da questo fantasma assassino, che infetta ed uccide troppe persone. Ci stiamo riorganizzando le nostre giornate, consapevoli che le cose che ci interessavano fino ad un mese fa, non ci sono e non ci saranno chissà per quanto tempo. Non importa a nessuno se piove o se ci sarà il sole, anche se speriamo che almeno le stagioni non impazziscano per mantenere vitale la nostra agricoltura e garantire di poter ancora assaporare i tanti frutti. Siamo completamente disorientati e presi da un dolore viscerale. L’attività imprenditoriale sta risentendo di questa situazione e sicuramente questo avrà una ricaduta negativa sui posti di lavoro di tante persone e famiglie. Avremo una povertà concreta, che fino a venti giorni fa era latente , visto che tutti i pagamenti venivano rateizzati. Le pubblicità che proponevano una nuova auto, evidenziavano il costo della rata , ma non dicevano mai quante fossero queste rate. Questa pandemia ci ha messo difronte ad un imperativo:” Siate concreti e reali!” I problemi vanno affrontati , analizzati e risolti. Tutto quello che abbiamo sotterrato è riemerso in tutta la sua grande verità. L’impegno per affrontare questa malattia del mondo è in perfetta sincronia tra la scienza e la politica e non possiamo più permetterci di rimandare. Il bisogno che emerge è la competenza e la concretezza risolutiva in tempi certi, per evitare che le conseguenze già tragiche siano destinate a peggiorare. La data del 8 marzo con il DPCM ha segnato nella vita dello stato italiano un prima ed un dopo. Questa linea che divide questo tempo è sicuramente improntata alla piena assunzione della consapevolezza del dramma, che stiamo vivendo e subito mette in atto un concreto atteggiamento per diminuire ed evitare il contagio. È in quel momento che abbiamo voltato pagina. Che cosa scriveremo nelle pagine di questo nuovo capitolo della nostra storia? Deve essere una rinascita consapevole e concreta per riattivare la vita economica e sociale della nostra Italia. Benvenuti saranno i propositi per portare avanti un impegno costante e infaticabile, per risalire la china, dove ci siamo ritrovati feriti da ogni cosa sia di tipo morale che sanitario e negli affetti più importanti. È necessario spogliarsi dell’abito della tragedia e come sul palco di un teatro aprire questo nuovo atto della commedia intitolata :” Ci siamo tutti!” Tutti dobbiamo avere un ruolo compatibile con la nostra formazione e la nostra competenza per risollevarsi e garantire un futuro ai nostri figli ed ai nostri nipoti. In questi giorni dove ci siamo fatti compagnia in tutti i modi sia con la rete che con i telefoni, dando segno dell’importanza di esserci per tutti e nell’aiuto per tutti. Ora è necessario dare continuità alle nostre riflessioni e paure per costruire il domani più sicuro forte di tante valutazioni concrete e reali perché nulla sia sottovalutato. Quello che ci serve è una mente operosa e tanta competenza ed una volontà infaticabile per rialzarci ed affrontare tutti i tipi di macerie che troviamo in ogni angolo del territorio e del nostro cuore.
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