di Meri Lolini
LA CONFESSIONE DEL CARDINALE CLEMENTINO ALAGNA” | LEGGE PAOLO MASSARIA | ATTORE | CAPITOLO DEL ROMANZO INEDITO “LA BANDA”
L’ascolto di questa video-clip è molto impegnativa per la tematica che affronta ed i dubbi che genera. Fa riflettere sul modo di vivere la nostra esistenza e le crude verità che l’accompagnano e la segnano sia per le nostre scelte che per la ricerca di ripari sicuri. La scena è ambientata nella splendida Cattedrale di Monreale e ne vengono descritte tutte le preziose pietre, che adornano e supportano questa costruzione magnifica. È in quel chiostro ed in quella chiesa, che il Cardinale ogni lunedì dalle sette alle otto della mattina si isola in preghiera ed in meditazione alla ricerca della verità e del perdono. È ormai ultranovantenne e claudicante e proprio con questa fatica fisica che cerca nella sua mente ancora attiva, di trovare la motivazione al Disegno Divino. Confronta la libertà e l’arbitrio che Dio ci dona e la nostra conseguente libertà di peccare con la richiesta successiva di perdono. Si chiede, se non sarebbe più facile vivere senza questa libertà e quindi con leggi comportamentali imposte, senza sottoporre noi stessi e gli altri alle conseguenze dei nostri errori. Lui che non è stato cresciuto da sua madre, lui che non è stato allattato da quel latte e con quel gesto così scontato per molti. Si sente derubato di questa infanzia, vissuta senza conoscere sua madre e suo padre che ritroverà frate francescano solo da adulto venticinquenne. È consapevole, che nella sua vita ecclesiastica ha donato molto ai poveri e vorrebbe essere ricambiato con l’accoglienza dal Signore. È stato spesso attratto dal piacere della carne e molte donne hanno acconsentito ai suoi attimi di lussuria, per avere in cambio tanti vantaggi, da lui che era un prelato potente. Pensa, che quei suoi peccati sono sicuramente resi meno gravi dalle donazioni e dai vantaggi che ha organizzato nei confronti di queste povere donne. Lui dice di essere nato in clausura. Infatti è in un convento che fu portato, quando nacque. Appena ventenne per vocazione divenne prete e durante il suo percorso fu affidato a Monsignor Corrado e poi a Don Carmelo , che furono per lui come due padri. Loro lo guidarono durante il periodo del seminario e come padri veri che seminano nei figli il meglio, per renderli brave persone. La riflessione lo porta a pensare ai suoi figli carnali, avuti con tante donne. Si domanda se avranno incontrato altri padri. Lui a chi ha trasmesso i suoi valori? Si tranquillizza pensando che lui ha trasmesso quello che a lui hanno dato. Grazie a quei suoi padri conobbe sua madre. Aveva venticinque anni ed accompagnò Monsignor Corrado e Don Carmelo per la funzione funebre del Conte Ferdinando, suo nonno. Rientrarono in Cattedrale con una donna nobile ed esile. Fu quando i loro sguardi si incontrarono che non ci furono dubbi, si erano ritrovati la mamma ed il figlio perso. Lui era nato da una relazione della donna con il figlio dello stalliere del padre, il potente Conte di Entellina. Il padre si era rifugiato in convento per non essere ucciso dal padre di sua madre. Era Fra Giovannino. Questa verità lo fa soffrire da sempre. Quell’abbandono è stato per lui mai risolto e quella figura esteriore di Cardinale lo salva da sempre, ma mai lo ha quietato. Chiede al Signore di dargli l’oblio ed accoglierlo ormai come anima dopo quell’esistenza contrastata e dolorosa, che non sa spiegarsi con il mistero del disegno divino. Ricorda il momento della morte di sua madre e quali sentimenti lo travolsero in quella realtà. Purtroppo l’abbandono dei figli e le motivazioni che ci sono, non riescono mai a calmare gli animi di che ne è vittima. Questi ragazzi reagiscono in modi molto contrastanti a questo abbandono. Viene tradita per sempre la fiducia nel prossimo e spesso non riescono a fidarsi di chi li accoglie, perché sono stati traditi appena nati da chi li ha partoriti.
Meri Lolini
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