Condividi l'articolo, fallo sapere ai tuoi amici !
In morte di mio marito Augusto e alle vittime del Covid-19
Non riesco ad accettare la tua morte come fatto naturale
Ancora mi chiedo il perché, ma la risposta non è arrivata
Nel giro di pochi mesi t’ha divorato quel brutto male
Cure palliative, ché la comare secca nessuno l’ha fermata.
Mia madre diceva che insieme non si può certo morire
Ma ci sono dolori che ti distruggono un poco alla volta
Sono così forti che solo chi li ha provati riesce a capire
Che ti cambiano dentro: cartelli con il divieto di svolta.
La vita che abbiamo vissuto è nella mia memoria invero
Cerco di imitare tutte le qualità che avevi, pur se perdute
Ché solo chi non lascia eredità di affetti muore davvero
E poca gioia ha dell’urna, Foscolo nei Sepolcri le ha vedute.
Ripenso a quel mese di marzo, sempre al tuo capezzale
Senza mai nominare la morte né la tua atroce sofferenza
Tenerti la mano e parlarti come se fosse tutto normale
E a quel dì che mi ammantasti di gloria e di confidenza.
In questo tempo, un nemico invisibile ci toglie il respiro
Un virus contagioso che si propaga nell’aria a dismisura
Bollettini di guerra e la conta di feriti e caduti a ogni giro
Sta stremando l’Italia ma ancor più la padana pianura.
Il contagio dilaga e alle volte va fatta una dolorosa scelta
Ospedali al collasso, tutti a casa con finestre chiuse e porte
Anziani muoiono soli senza conforto, filari di bare alla svelta
Ogni dì incrementa il già pingue bottino col “corona” la Morte.
Soli, senza i cari volti vanno, e senza una degna sepoltura
Le funzioni religiose, anche quelle papali sono tutte sospese
Al momento non esiste un vaccino né una miracolosa cura
Preghiamo ché tutte le nostre speranze non siano disattese.
Toccarci, abbracciarci, baciarci, stringerci, più non possiamo
Mai fino ad ora s’era vista una pandemia come questa
Turni massacranti per medici, infermieri, lavoratori del ramo
Che pure rischiano il contagio ma che lavorano senza sosta.
Sono gli angeli del nostro tempo che tengono nascoste le ali
Volano da un letto all’altro coi segni della fatica sotto i vestiti
Niente sarà più come prima, si scriverà la storia negli annali
Del grande buio, della paura che ci fa sentire fragili e smarriti.
Nelle città deserte e silenziose sono vietati inutili spostamenti
Sul territorio del Paese le forze dell’ordine vigilano a decine
Ma non si capisce perché in aggiunta ai disagi e ai patimenti
A migliaia rischiamo di morire perché mancano le mascherine.
Maria Rosa Bernasconi