Intervista alla dott.ssa Elisabetta Sionis, criminologo clinico, esperto in psicologia giuridica, già Magistrato onorario presso il G.U.P. del Tribunale per i minorenni di Cagliari: CHI E’, COSA FA, COME SI FORMA UN CRIMINOLOGO IN ITALIA?

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Cari lettori,

dopo l’intervista rilasciata dalla Dott.ssa Sionis in occasione del nono anniversario del rogo di Bacu Abis, nel corso della quale ci ha aggiornati sullo stato dell’arte del procedimento in corso, abbiamo ricevuto moltissime domande sull’attività del criminologo in Italia.

Abbiamo, pertanto, ritenuto utile, tornare a disturbare la professionista in questione, per girarLe le domande che ci sono pervenute. Si tratta di una delle criminologhe più preparate di cui disponiamo, oggi, in Italia, in quanto vanta un curriculum di tutto rispetto che potrete leggere nel corso di questa interessante intervista.

A voi una buona lettura.

 

Dottoressa Sionis, successivamente alla nostra intervista relativa al resoconto sul caso Pitzalis/Piredda, abbiamo ricevuto numerose mail in cui, tra le altre cose, diversi lettori ci domandano come si diventi criminologo e in cosa consista la sua professione. Ce ne vorrebbe parlare?

SIONIS: “Si tratta di una curiosità che ho tentato di soddisfare innumerevoli volte nel corso della mia carriera professionale, essendo stata, tra le altre cose, per anni docente alle scuole superiori nonché docente formatore per il Ministero della Giustizia, contestualmente al mandato di criminologo per il medesimo ministero.

Attualmente o meglio, dopo la visibilità mediatica che ha assunto il ruolo del criminologo nell’immaginario collettivo, in seguito al film “Il silenzio degli innocenti” e a varie serie televisive, tra le quali spicca “CSI”, molte persone sono restate affascinate da questa professione così che, in Italia, essa sia diventata oggetto di interesse da parte di diversi programmi televisivi. Tale interesse, se da un lato è positivo perché ha permesso di far conoscere al grande pubblico un lavoro che, un tempo, era confinato nei ristretti ambiti giudiziari, d’altro canto rischia di non descrivere fedelmente il reale e delicatissimo ruolo professionale svolto dallo specialista in questa complessa materia.”

 

La fermo un attimo, perché vorrei fare un passo indietro. Non vorrei parlare subito di cosa faccia in concreto il criminologo, ma vorrei mi parlasse del suo percorso per diventare criminologo.

SIONIS: “Le posso dire che l’intero mio percorso di studi è stato vocato a questo lavoro. Ho, infatti, dedicato tutto il mio lungo ed articolato percorso di studi a questa disciplina che da sempre mi ha affascinata. Durante il mio corso di laurea in Pedagogia con indirizzo crimino-psicologico ho sostenuto numerosissimi esami afferenti la psicologia, la criminologia, l’antropologia criminale e financo la medicina legale. Mi sono laureata con 110 e lode, in corso accademico (lo sottolineo con orgoglio, non risultando una fuori corso), con una tesi di ricerca sperimentale effettuata presso la Clinica Psichiatrica dell’Università degli studi di Cagliari e presso il Centro di Psichiatria Forense, Criminologia e Difesa Sociale.

Sin dal 1994 ho fatto parte, come ricercatore e allieva, del predetto Centro, che risulta una eccellenza a livello europeo ed è riconosciuta in ambito mondiale, diretto dalla Prof.ssa Nereide Rudas e coordinato dal dott. Giampaolo Pintor, psichiatra forense, e dal criminologo dott. Pietro Marongiu.”

 

Possiamo, quindi, azzardare un curriculum di tutto rispetto e per le materie che ha studiato e per i docenti con i quali si è formata.

SIONIS: “In effetti sono stata fortunata, avendo avuto l’onore di far parte da una élite di prestigiosi professionisti, luminari in ambito europeo e mondiale, e di essermi formata sotto le loro direttive.   Con loro mi sono occupata di diverse ricerche scientifiche e ho esordito come ricercatrice e relatrice scientifica in ambito criminologico nel 1995 in un congresso mondiale tenutosi, per una settimana circa, a Roma, che mi ha permesso di ampliamento la casistica, già corposa, della mia tesi di laurea.”

 

Dovesse consigliare ai giovani un percorso ad hoc per intraprendere la sua professione, oltre al percorso sopra descritto, ha altre esperienze formative che ha svolto e che ritiene utili avere nel bagaglio professionale?

SIONIS: “Si, diciamo che non mi sono fermata qui. Nel mentre, ho frequentato la scuola biennale di formazione in criminologia clinica e psicologia giuridica, con tesi e conseguimento del titolo a pieni voti e con direttore scientifico lo stimato prof Carlo Serra della Sapienza di Roma e con direttore didattico il pregiatissimo Dott. Luca Pisano, attualmente direttore scientifico della medesima e prestigiosa scuola IFOS, una delle poche scuole riconosciute che rilascia il master in criminologia clinica e psicologia giuiridica, nonché (tra i i numerosi incarichi istituzionali) psicologo psicoterapeuta e dirigente dell’osservatorio Cybercrime Sardegna.

Ho anche conseguito varie altre competenze specifiche e titoli, tra i quali cito (per brevità di esposizione) quello di consigliere di informazione e orientamento, previo corso europeo, con qualifica ottenuta a pieni voti, che mi ha permesso di vincere un pubblico concorso al quale ho rinunciato.”

 

Perdoni se la punzecchio un po’. E in ambito di formazione post universitaria?

SIONIS: “Accetto la sua ironica provocazione. Le rispondo che mi sono formata anche dopo l’esperienza universitaria. Infatti, successivamente a quanto sopra narrato, ho proseguito la mia formazione tecnico-scientifica post universitaria sempre presso il Centro di Psichiatria forense, criminologia e difesa sociale della Clinica psichiatrica universitaria, per circa un decennio, sebbene nel mentre, poiché sono di natura poliedrica, mi sia dedicata all’insegnamento di psicologia, filosofia, sociologia, storia e scienze pedagogiche, presso i licei statali e abbia, al contempo, svolto, sin dal 1996, e previo pubblico concorso,   la professione di criminologo presso le carceri e di esperto del presidio sanitario per le tossicodipendenze ed affetti da H.I.V. Per la A.S.L. 7 di Carbonia/Iglesias.”

 

Torno a fermarla, perché questa mi pare una notizia importante che la conferma una delle criminologhe più preparate che abbiamo, oggi, in Italia. Lei, quindi, ha superato un concorso pubblico per svolgere la professione di criminologo. Lo conferma?

SIONIS: “Certo. Io ho superato un concorso pubblico per svolgere la professione di criminologa. Non ritengo superfluo sottolinearlo.”

 

Una volta superato il concorso, e inserita negli organici del Ministero della Giustizia, quali sono stati i compiti che le sono stati assegnati?

SIONIS: “La mia esperienza professionale si è svolta presso le carceri come criminologo e come esperto del presidio sanitario per le tossicodipendenze ed affetti da HIV. Ha avuto una durata di circa venti anni e in quel frangente, poiché non era incompatibile, ho esordito come giudice specializzato presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari, previo concorso pubblico al Consiglio Superiore della Magistratura e ho svolto un mandato durato, senza soluzione di continuità, circa dieci anni co-celebrando migliaia di processi collegiali, partecipando a migliaia di camere di consiglio, oltre alle migliaia di udienze di valutazione intermedia che ho tenuto come giudice onorario monocratico.”

 

Se prima l’ho simpaticamente punzecchiata, ora mi permetta di complimentarmi con lei per una esperienza che si dimostra a 360 gradi. Come giudica, a posteriori, il ruolo del giudice specializzato presso il Tribunale dei minorenni?

SIONIS: “E’ un compito molto delicato, oserei dire una missione. Certi casi te li porti dentro, perché hai a che fare con giovani che, sì, hanno sbagliato e sono caduti, ma spesso per circostanze che derivano da contesti familiari degradati. E, in quei contesti, tu, come giudice, devi prima di tutto pensare alla pena come occasione di riabilitazione della persona umana. E’ per questo che, dopo 10 anni, ho, mia sponte, deciso di prendermi una pausa. Personalmente, per come sono fatta io, ho ritenuto giusto staccare la spina, anche se ho mantenuto ottimi ed affettuosi rapporti con tutto il personale del Tribunale per i minorenni di Cagliari. A tal fine, mi preme rassicurare chi mi stima circa una “fake news” che gira sul web, messa in giro da qualche “burlone”: non sono mai stata licenziata, ma ho deciso di non rinnovare il mandato una volta che ero arrivata alla scadenza naturale di quello per cui ero in servizio.”

 

Non ritiene che, di questi tempi, le fake news vadano del tutto ignorate?

SIONIS: “Fino ad un certo punto, ovvero fino a quando non mirano a ledere (ovvero a “marchiare”) in maniera irrimediabile la figura professionale della vittima di turno. Mi pare sia girata pure sul suo conto una simile notizia, del tutto falsa, ovvero di un suo licenziamento dall’Ospedale, mai avvenuto e frutto di una dolosa volontà di crearle nocumento. Non credo che a lei, stimato medico, specialista in neurologia, nonché neurologo forense e criminologo clinico, ora in prima linea all’Ospedale Civile di Mantova nella lotta al covid-19, abbia fatto piacere dover “passar sopra” ad una tale fake news. Certo, chi ci conosce e ci stima sa che sono bufale, ma non siamo noti a tutti e qualcuno potrebbe anche credere a queste frasi altamente e gravemente infamanti, sulle quali, io, personalmente, ho chiesto una indagine approfondita alla magistratura, considerato che ciò che viene scritto sul web non può essere considerato una banale chiacchiera da bar.”

 

Torniamo alla sua nobile carriera. Dopo aver, giustamente, precisato che non è mai stata licenziata, come è proseguita la sua attività?

SIONIS: “Nel corso della mia carriera professionale, sebbene mi occupassi anche di formazione decentrata per il Ministero della Giustizia, a mia volta, ho proseguito i miei studi e approfondito la formazione. Ho anche vinto alcuni concorsi pubblici, nonostante, abbia rinunciato ad assunzioni a tempo indeterminato presso le pubbliche amministrazioni, come ho fatto nel recente Agosto 2019.”

 

Come descriverebbe, oggi, il suo curriculum vitae et studiorum?

SIONIS: “Il mio curriculum è molto variegato e poliedrico, sebbene specifico, e si basa quasi esclusivamente su esperienze didattiche, formative e professionali presso pubbliche amministrazioni. Infatti, oltre alle decennali esperienze in ambito di insegnamento come professore agli istituti superiori, presso la pubblica istruzione per le materie di psicologia, filosofia, scienze dell’educazione, storia e sociologia, nonché, come docente formatore per tematiche specifiche in corsi destinati a tutto il personale della amministrazione penitenziaria intramuraria ed in misura di esecuzione penale esterna di tutto il comparto di esecuzione penale sardo (direttori di carcere e UEPE, polizia penitenziaria di tutti i gradi, a partire dai comandanti di reparto sino agli allievi della scuola di formazione per agenti, psicologi, criminologi, assistenti sociali, funzionari pedagogici, medici, infermieri, psichiatri, infettivologi etc etc).”

Sono stata perito dei tribunali e dei magistrati di sorveglianza, ho collaborato col Centro di malattie dismetaboliche presso l’Ospedale “Azienda Sanitaria Brotzu” di Cagliari e col “Saint Bartholomew’s” di Londra, diretto, al periodo, dall’illustre prof. G.F. Bottazzo. Ho formato diversi specialisti in psicologia, pedagogia, assistenza sociale e socio-sanitaria per comunità terapeutiche e sono stata relatore in numerosi convegni e congressi scientifici.

Ho pronunciato pareri criminologici per migliaia e migliaia di condannati (di cui ho francamente perso il conto essendo innumerevoli i casi che ho seguito) per tutte le tipologie di reato e soprattutto in merito a reati di stampo mafioso (mafia siciliana, ‘ndrangheta, camorra, nuova camorra/scissionisti, stidda, sacra corona unita, mafia nigeriana, mafia albanese etc), terroristico, per reati contro la libertà sessuale sessuale (relativi a pedofli o incestuosi, riduzione in schiavitù, stalking e revenge porn etc) sequestratori di persona, terrorismo islamico ed assassini.

Mi sono espressa circa misure di sicurezza, o consigli di disciplina integrati, per assassini, violentatori seriali, assassini seriali, rapinatori, delitti informatici, phishing, truffe e, in definitiva, mi sono occupata e pronunciata relativamente a soggetti che in qualche modo hanno violato qualunque fattispecie di reato punita dal nostro codice penale.

Sono stata docente formatore per il concorso di educatori al concorso pubblico per il ministero della Giustizia e due volte sono stata nominata come commissario per i concorsi per criminologi e psicologi penitenziari dal dipartimento della amministrazione del ministero della Giustizia.

Ho preso parte a numerosi consigli di disciplina ai sensi dell’art 14 bis O.p. e, tra le altre cose, ho formato diversi futuri psicologi penitenziari che ho seguito in ambito di tirocinio formativo.

Ho coordinato l’equipe socio-psico-pedagogica di una comunità per minori a rischio, sottoposti a misure penali, civili ed amministrative e ho ricevuto da tutti costoro una formazione per la mia stessa vita.

Nel corso della mia lunga carriera come giudice onorario all’udienza preliminare tra le migliaia di processi che ho co-celebrato vi sono anche quelli per omicidio e per omicidio tentato.”

 

Devo ammettere che si tratta di un curriculum assai ricco, articolato e indice di una alta formazione. Non sfugge, infatti, che lei sia stata perito dei tribunali.

SIONIS: “Si. Le dirò di più. In definitiva, solo col caso Pitzalis/Piredda ho assunto un incarico di parte considerato che i dati oggettivi e scientifici mi hanno intimamente convinta che la verità giudiziaria sia ancora da scrivere. Diversamente, come ben sanno i genitori di Manuel, non avrei mai accettato di rappresentare, anche se in veste di consulente tecnico, una persona che fosse già risultata colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Prima di tale incarico, ho sempre svolto attività di perito dei tribunali.”

 

 

Alla luce di questa articolata intervista, le pongo una domanda secca: ma qual è il compito del criminologo, oggi, in Italia?

SIONIS: “Il compito del criminologo è molto complesso e si svolge unicamente presso le aule di giustizia o presso le carceri. Nessuna altra sede è destinata a questo mandato ed ancor meno lo sono i programmi TV in cui, al massimo, si può cercare di spiegare al grande pubblico come si stia svolgendo una tale indagine o un certo processo.

L’esperto in criminologia, secondo quanto previsto dalla L. 354/75 e successive modifiche ed integrazioni,   si occupa di osservazione scientifica della personalità e del trattamento intra-murario del detenuto, esprime diagnosi sul profilo personologico del condannato e predice prognosi comportamentali relativamente al rischio di recidiva specifica ed aspecifica delle condotte delittuose, nonché in merito ad una presunta assunzione di consapevolezza e responsabilizzazione circa i pregressi delittuosi.

All’interno degli istituti penitenziari, si occupa, altresì, di valutare il rischio di suicidio, come pure il rischio che alcuni soggetti possano subire o mettere in atto condotte di violenza etero o auto-diretta e partecipa alle riunioni della équipe trattamentale al fine di stilare i programmi di rieducazione/trattamento e re-inserimento sociale del condannato. Si esprime sulla valutazione del rischio di recidiva e sulla eventuale concessione ed ammissione ai benefici di legge (liberazione anticipata, misure alternative alla detenzione come affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare, semilibertà, affidamento terapeutico e permessi premio) in modo da poter essere d’ausilio al magistrato di sorveglianza o al tribunale di sorveglianza al fine della decisione sulle istanze avanzate dagli interessati.

Il criminologo, come è successo nel mio caso, può svolgere il ruolo di perito per i magistrati e per il collegio del tribunale di sorveglianza ed è chiamato ad esprimersi sulla pericolosità sociale e sulle misure di sicurezza, come sulla eventuale concessione di misure alternative alla detenzione.”

 

Oltre alla preparazione, quali sono le doti personali di un buon criminologo?

SIONIS: “Occorre non solo una preparazione tecnica e scientifica seria, ma molto equilibrio personale e professionale dal quale vanno banditi tutti quegli atteggiamenti di auto-celebrazione ed auto-incensamento come pure ogni forma di mania di grandezza e di protagonismo. Bisogna essere persone molto riservate e devote al riserbo professionale considerata la sacralità del mandato, nel rispetto del delicato e periglioso contesto nel quale si opera ed in relazione alle questioni intime con le quali si entra in contatto. Il criminologo resta un ausiliario del giudice e, pertanto, un ausiliario della giustizia.

Occorre, pertanto, diffidare da chiunque offra ricettari fai da te ad uso e consumo di potenziali clienti/utenti/follower, poiché ciascuna osservazione scientifica della personalità, ogni valutazione criminologica e qualunque perizia o consulenza di criminal profiling necessita di un approfondito studio che va effettuato caso per caso, attraverso la raccolta di dati oggettivi sui quali fondare ipotesi, diagnosi e prognosi e, pertanto, le categorizzazioni sono utili esclusivamente in ambito teoretico e prettamente gnoseologico scientifico ma non possono assolutamente essere ridotte ad un mero vademecum del “criminol-tuttologo quattro stagioni fai da te”. La nostra professione e professionalità è molto più complessa e si fonda sulla riservatezza e sul segreto, oltre che sulla prudenza, pertanto, non può contemplare ricettari costituiti da slogan per chicchessia al solo scopo di ottenerne benefici e vantaggi personali: noi lavoriamo per la Giustizia, si tratta di una missione oltre che di una professione. Personalmente, inoltre, ho giurato fedeltà alla Costituzione e allo Stato quando sono stata nominata Giudice onorario considerato che il magistrato onorario ha gli stessi diritti e doveri ed il medesimo riconoscimento e dignità professionale del magistrato ordinario. Pertanto, il mio unico obiettivo è e resta l’Ideale di Giustizia e lo perseguo professionalmente sin dal 1997, senza soluzione di continuità.”

 

E’ soddisfatta, ad oggi, di come ha declinato la sua professione?

SIONIS: “Certamente. Adoro la mia professione e sono molto realizzata dato che ho avuto l’onore ed il pregio di lavorare accanto a professionisti e persone di altissimo spessore umano, scientifico e giuridico. Ho ottenuto innumerevoli riconoscimenti e non è mai capitato che i magistrati, i procuratori generali e i tribunali si discostassero dalle mie conclusioni tecniche che invece, hanno sempre fatto proprie. Non ho memoria nella mia lunghissima carriera professionale di una sola volta in cui i Tribunali o i magistrati con funzione monocratica si siano discostati dalle mie indicazioni tecniche e scientifiche o espressi in modo diametralmente opposto, così come non è mai accaduto che i fatti, ovvero il follow up relativo alle condotte extra-murarie assunte dai periziati, dimostrassero che l’osservazione scientifica della personalità da me condotta e certificata, fosse stata errata.”

 

Ha trovato difficoltà e/o strade sbarrate nel suo percorso professionale?

SIONIS: “Il mio amore per la Giustizia mi ha permesso di proseguire sempre nella medesima direzione anche se, talvolta, si è rivelata la strada più tortuosa. Ma non si può piacere a tutti, soprattutto non si può pretendere di essere apprezzati da soggetti che delinquono e fingono di essere pro-giustizia, ma di questo ne sono sempre stata consapevole e so come affrontare certa criminalità.

Vorrei anche spendere una parola nei confronti degli ultimi e dei vinti, dato che non di rado ho avuto modo di superare barriere culturali e dettate dal pregiudizio anche grazie a persone detenute o a loro familiari. Tutto insegna, tutto è maieutico se si ha la capacità di accogliere l’Altro da sé. La mia professione mi ha dato modo di conoscere socraticamente me stessa anche attraverso gli occhi, le percezioni, i sentimenti, i dolori, le difficoltà e le gioie altrui.”

 

A livello umano, quanto è stata arricchente l’esperienza in comunità?

SIONIS: “La mia esperienza come coordinatore capo-equipe in comunità mi ha arricchita tantissimo e sono ancora legata a tutte le persone con le quali ho condiviso due anni della mia esistenza: i minori e gli Operatori, così come continuo a mantenere un rapporto bellissimo con i miei colleghi del carcere e del tribunale per i minorenni. Mentre parlo con Lei ho in mente diversi fulgidi esempi di Persone seriamente devote e votate alla Giustizia con le quali ho avuto l’onore di condividere serie, intricate, perigliose e complicate vicende professionali e con le quali mantengo un bellissimo rapporto di reciproca amicizia e stima.”

 

Le chiedo un cenno sul problema, in Italia, della carenza di un Albo Professionale dei Criminologi, mentre esistono associazioni riconosciute dal Ministero degli Interni (faccio riferimento ad ANCRIM, cui io stesso risulto iscritto). Lei cosa ne pensa?

SIONIS: “ E’ vero che non esiste un Albo dei Criminologi, ma nel mio caso non mi sono mai interessata a questi dettagli, considerato che, essendo vincitrice di concorso pubblico al Ministero della Giustizia, sono iscritta all’elenco dei criminologi del Ministero sin dal lontano 1997. Credo sia, per me, il miglior biglietto da visita, essendo stata riconosciuta idonea alla professione proprio dal Ministero, a seguito di concorso pubblico, superato con esito positivo. Il resto, mi perdoni, sono chiacchiere che mi interessano poco.”

 

Quali suggerimenti si sente di dare a chi vuole intraprendere la professione del criminologo?

SIONIS: “Il suggerimento che posso rivolgere a chi volesse intraprendere questa affascinante, complessa e delicata professione, è un invito a cercare e raggiungere una formazione mirata e serissima, oltre che costante nel tempo, da affrontare e sostenere in scuole di formazione statali o legalmente riconosciute, abilitate dal MIUR a rilasciare master riconosciuti dal MIUR stesso e dal Ministero della Giustizia. Mi pare ultroneo sottolineare che, in via preliminare, e, quindi, ancor prima di qualunque formazione specialistica, occorre essere onesti e non puntare alle raccomandazioni e alle scorciatoie. Mi premetto di dire che, generalmente, chi va avanti attraverso quei mezzucci, oltre ad essere solitamente un grave incompetente specifico ed aspecifico, è un soggetto potenzialmente pericoloso per la nostra società, giacché l’humus delle mafie deriva dai “do ut des”, ovvero dai favoritismi, dal concetto che “una mano lava l’altra”, dal “chiudiamo un occhio”, da “oggi io aiuto te e domani tu aiuti me o mio figlio etc etc”, dai vari “tu non sai chi sono io”, o “tu non sai con chi hai a che fare”, o, peggio, “mi manda tal dei tali”, oltre che dall’ignavia e dal falso perbenismo.

In poche parole ed in definitiva, si tratta di una bellissima professione, attualmente entrata nell’immaginario collettivo, ma che in Italia esiste da molto più tempo. Io ne sono la prova vivente, considerato che, con nomina ministeriale, ho iniziato a svolgerla nel 1997. E’, però una professione che non può essere esercitata da tutti e ancor meno da chi non ha solidi, sani e congrui principi e valori etico-morali superiori.”

 

Dott.ssa SIONIS, La ringrazio per la chiarezza espositiva, il rigore morale, e la franchezza con cui ci ha decisamente illuminati.

SIONIS: “Grazie a Lei, per avermene dato la possibilità”.

 

Alla prossima.

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ERRATA CORRIGE – RETTIFICA

Abbiamo riletto l’intervista rilasciata dalla dott.ssa Sionis e ci siamo accorti di aver riportato in maniera imprecisa, ALL’OTTAVA DOMANDA, una parte della risposta fornita dalla stessa Sionis, che riteniamo doveroso correggere per riportarne fedelmente la risposta.

La domanda era la seguente:

Se prima l’ho simpaticamente punzecchiata, ora mi permetta di complimentarmi con lei per una esperienza che si dimostra a 360 gradi. Come giudica, a posteriori, il ruolo del giudice specializzato presso il Tribunale dei minorenni?

Precisiamo che, laddove, in quarta e quinta riga della risposta,  viene (da chi intervista) scritto: ” E’ per questo che, dopo 10 anni, ho, mia sponte, deciso di prendermi una pausa” è stata riportata in maniera imprecisa la risposta fornita dalla dott.ssa Sionis, la quale, invece, intendeva precisare questo:

Dopo 10 anni come giudice ho fatto due anni come coordinatore in comunità per minori a rischio, poi ho vinto un concorso pubblico presso la pubblica istruzione per le scuole superiori ma ho rinunciato alla assunzione a tempo indeterminato ad agosto 2019, preferendo prendermi una pausa e dedicarmi al caso di Manuel Piredda e ad altri casi”.

Inoltre, laddove, alle righe che vanno dalla nona alla undicesima, viene (sempre da chi intervista) scritto: “A tal fine, mi preme rassicurare chi mi stima circa una “fake news” che gira sul web, messa in giro da qualche “burlone”: non sono mai stata licenziata, ma ho deciso di non rinnovare il mandato una volta che ero arrivata alla scadenza naturale di quello per cui ero in servizio“, si precisa che la risposta fornita, in intervista, dalla Sionis è la seguente: “A tal fine, mi preme rassicurare chi mi stima circa una “fake news” che gira sul web, messa in giro da qualche “burlone”: non sono mai stata licenziata, ma sono semplicemente arrivata alla scadenza naturale del mandato per cui ero in servizio, e per cui avevo firmato un contratto a tempo determinato”

Non cambia la sostanza del testo, ma, per amore di precisione, riteniamo corretto riportare in calce all’articolo tale precisazione.