Stamani appena sveglia sento preponderante il desiderio di leggere un buon libro. Famelica come sempre di lettura, curiosa oltremodo di scoprire nuove emozioni, la cosa non mi sorprende.
Ciò che mi stupisce è il perché senta forte questo bisogno non appena apro gli occhi al mondo. Che ci sia un recondito quanto inconscio significato in tutto ciò?
Proseguo imperterrita nel tentativo di soddisfare questa “voglia” mattutina di lettura. Mi appropinquo verso la mia ricca e preziosa libreria sperando possa trovare qualche libro già letto.
Al momento, infatti, non possiedo nuovi libri in casa. La reclusione obbligatoria della quarantena mi ha impedito di fare nuovi acquisti. Spero al più presto possa fare una bella “scorta”. Sì, perchè ogni volta che vado in libreria è come se andassi al supermercato!
Sovente,essendo molto “sui generis” come persona, mi scelgo perfino l’orario di lettura: dopo cena. Ecco perché mi sorprende leggere di buon mattino.
In genere è come se dessi un appuntamento a me medesima cercando uno scorcio di solitudine e godermi in toto il piacere di leggere.
Un atto quasi “mistico” che mi permette di congiungermi all’ anima.
Un’esperienza di elevamento dello spirito e dell’intelletto.
Spolvero la mente dai pensieri accatastati caoticamente durante il giorno e mi accingo a leggere. Nel silenzio di un quotidiano dopo cena .
L’effetto catartico che in me sortisce è sempre sorprendente.
Ogni lettura è un’esperienza individuale: nessuno t’impone di leggere “quel” libro. Ognuno sceglie quello che gli si confà in un dato momento.
I libri vanno scelti allo stesso modo in cui scegliamo gli amici!
Tornando alla mia voglia mattutina di leggere, mi avvicino alla libreria cercando qualcosa che possa soddisfare questo desiderio: una sorta di amplesso non ancora consumato!
C’è di tutto fra gli scaffali. Libri a iosa ,fra testi universitari, classici di filosofia, narrativa, etc. I libri sono tanti e adagiati alla rinfusa. Una libreria a dir poco “entropica” poiché trovo sempre ordine nel caos!
Dopo una panoramica sbirciata agli scaffali, ecco che lo sguardo mi si posa su un libro di poche centinaia di pagine “101 modi per far soffrire gli uomini”.
Lo prendo fra le mani e comincio a sfogliarlo. La carta ancora profuma di un passato non lontanissimo. E’una sorta di decalogo che propone alle donne, attraverso una sequela di consigli pratici e tecniche, da manuale appunto, come ricambiare le ferite inferte loro dagli uomini nelle relazioni sentimentali.
Un modo per apprendere degnamente la legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente!”.
Durante la lettura mi chiedo come mai “illo tempore” abbia fatto un tale acquisto.
Dovevo essere seriamente disperata! Vado a ritroso nel tempo e proprio in quel periodo soffrivo per amore. Avevo appena concluso una relazione con un tipo che me ne aveva fatte di tutti i colori.
Comprai quel piccolo libro per questo motivo: pronta a memorizzare una sfilza di tecniche e trucchetti per ricambiare i torti subiti. Mettere in atto un’atroce vendetta attraverso piccole strategie mefistofeliche da manuale.
Sono passati alcuni anni ormai da quell’amore finito in malo modo.
Oggi mentre lo rileggo una miscellanea di immagini flash ed emozioni scomposte balzano nella memoria.
In quel periodo della mia vita scelsi quel piccolo testo poiché sentivo mi soddisfacesse. Mentre leggevo piangevo e, paradossalmente, provavo piacere nel leggerlo.
Attualmente faccio letture diverse, più mature e impegnative.
Mi definisco peraltro una famelica e assidua lettrice di libri oltremodo antitetici a quello menzionato. Comunque sia “de gustibus non est disputandum!”.
Rossana Lo Giudice