Amicizia: affetto indissolubile che prescinde da ogni avversità ed opportunismo | di Daniela Cavallini

0
2909
Condividi l'articolo, fallo sapere ai tuoi amici ! 

Amiche ed Amici carissimi, l’amicizia – quella “vera” – crea un rapporto speciale fra due persone che oso definire indissolubile nell’essenza. Indissolubile seppure a fronte di divergenze, mancanza di frequentazione e/o lontananza.

Non credo che l’essere amici implichi necessariamente costante regolarità nel vedersi e sentirsi, ma certamente significa “esserci”.

“Sapere”,  attraverso le proprie percezioni, prescindendo dalle esternazioni, tipicamente caratteriali, che l’altro – l’amico – è pronto ad accoglierci con amorevolezza, sempre e comunque, senza mai giudicarci. Accoglienza che a nostra volta siamo in grado di ricambiare ed offrire in modo del tutto spontaneo… naturale… ben lungi dal bilancio ragionieristico del genere “ti ho telefonato io per due volte di seguito mentre tu neppure una e non ti sono venuto a trovare perché…”. I veri Amici non ricorrono alle giustificazioni,  possono stare anche molto tempo lontani, ma basta un semplice cenno per ritrovare l’intimità mai affievolitasi.

In molti si fregiano  del titolo di “Amico” – o s’illudono di averne incontrato uno – ma, ahimè, in pochi sono realmente consapevoli del reale significato,  per non dire degni. E questo, non perché – in entrambi o in uno dei citati individui – vi siano cattive intenzioni, ma semplicemente perché si tende a scambiare prematuramente e superficialmente una simpatia, nata da una conoscenza occasionale, per amicizia.

Una  dimostrazione di tale confusione di ruoli? Ci si telefona, si esce insieme, si scambiano visite a casa, ma al primo diverbio si chiude il rapporto e ci pervade la delusione.

Si tende così a scaricare sull’altro colpe magari non tanto sue, quanto generate dal disallineamento delle reciproche  aspettative. Comportarsi come amici, non significa esserlo!

Essere amici non implica il concordare su tutto e non pone condizioni del genere “se sei amico suo, non puoi essere amico mio”… quello è tipico dell’asilo. L’amicizia resiste agli screzi e si rafforza nel confronto. Le divergenze sono motivo di riflessione e non di offesa con conseguente allontanamento. Per questo sostengo che – l’amicizia – sia moralmente ed affettivamente indissolubile.

C’è chi sostiene che le vere amicizie sono unicamente quelle che “si fanno da bambini”. Per alcuni può essere così,  tuttavia, non sono altrettanto categorica. Nel tempo tutti noi cambiamo e dunque non mi stupisce se  la “bambina Daniela”, nel suo percorso di vita, instaura maggiore sintonia con “nuove persone”, compagne del suo stesso “viaggio”.

Meritano attenzione anche le amicizie appartenenti all’ambiente Social.

Scaturiscono da un contatto virtuale – uno come tanti – ma che, a differenza dei “tanti”, si sviluppa grazie alle affinità che si scoprono e creano un rapporto prezioso, destinato a consolidarsi nel tempo.

Personalmente, ho “incontrato” alcune persone davvero piacevoli e generose, con le quali siamo legate da affetto e stima oltreché dalle citate affinità. “Social” non è solo cuoricini e fiorellini, poi… “uffa… ti  cancello dalle amicizie”, come molti – delusi ed increduli – lamentano. Tale “consumismo pseudoamicale” è ascrivibile alla categoria “superficiali”… tanto per utilizzare un eufemismo.

Allora, pare che la delusione provocata dalle (non) amicizie non esista? Purtroppo esiste.

Esiste più facilmente nei Social, ma anche nel mondo “reale”. Ci accorgiamo della mascherata superficialità – imparando così a divenire sempre più selettivi – soprattutto quando stiamo male. Sì, perché è quello il momento in cui ci confidiamo con chi riteniamo esserci amico e, inaspettatamente, questi scompare! Capita che gli diciamo/ scriviamo “sai, Pippo, sto attraversando un momento difficile, non sto bene, ho problemi in famiglia, ecc.,” e lui ti risponda con un laconico “purtroppo succede! B. giornata” e.… come per ingrata magia della vita… sparisce! Poiché sono una sostenitrice della corresponsabilità in ogni tipo di rapporto, anziché ricorrere alla palese querimonia, penso sia più dignitoso ammettere l’errore di valutazione commesso.

E’ altresì prezioso il distinguo tra Amico e manipolatore, ovvero chi travestito da Amico induce il malcapitato in comportamenti potenzialmente lesivi alla sua persona, per il proprio tornaconto. Non di rado tra gli (pseudo) Amici qualcuno vanta diritto di abnegazione sull’altro. “Come, sei un mio amico e non mi aiuti?”, è una domanda/richiesta moralmente ricattatoria, dunque priva di rispetto: quando si dice “dare una persona per scontata”. La considerazione di scontatezza è attribuibile alle marionette. Un vero Amico chiede aiuto, ma non lo pretende con atteggiamenti manipolativi; nella sua richiesta, non viene mai meno alla tutela dell’altro. Non sottovalutiamo anche il beneficio che talvolta deriva dal rifiuto di una malsana complicità: l’Amico non è colui che, discorde ma rassegnato, agisce come da richiesta nella consapevolezza di commettere un errore: quello è solo un bonaccione soggetto alla manipolazione. Per quanto, in assoluto, tutto sia opinabile, l’Amico si prodiga al nostro fianco con l’intento d’indurci in costruttive riflessioni  onde evitare di commettere azioni avventate.

Chi, accetta con remissiva condiscendenza – scambiando la sottomissione con il sostegno – è corresponsabile del trattamento riservatogli e delle possibili conseguenze: esiste “il boia” perché qualcuno è disponibile ad interpretare il ruolo della vittima… 

Un ultimo cenno lo riservo a chi erroneamente crede che il litigio tra amici sia deleterio: lo è se – da incivili – si scade nella volgarità verbale e gestuale; viceversa, lo considero un acceso scambio di idee: chi l’ha detto che essere amici significa concordare su tutto?

Se la persona che credevamo Amica ci delude irrimediabilmente, rivelandosi magari falsa, tanto da indurci a porre fine  al rapporto, non dimentichiamo che, per legge di compensazione, la vita ci premia con un suo dono  seppur “avvolto nella carta vetrata”: ci libera dalla presenza di un individuo che non aveva ragione d’essere nella nostra esistenza.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini