“Cosa vuol dire crescere” | di Beatrice Bargiacchi

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Crescere significa farsi entrare negli occhi chilometri di mondo. Anni, stagioni, incontri. Viaggi e avventure. Vuol dire abbracciare le peripezie della vita e indugiare nei momenti di tristezza. Capire che la sofferenza è una fermata del bus alla quale talvolta si è obbligati a scendere, ma essere pronti a salire sull’autobus successivo e ripartire. È gridare coi polmoni pieni chi siamo e cosa sogniamo. È apprendere a cambiare. Città, ufficio, mestiere. Amici e amori.

È saper partire, ma saper anche tornare. Risalire le rapide, quando la corrente ci porta lontano da casa. Significa rischiare e scommettere. Inventare nuove rotte.

Vuol dire imparare. Domandare finché non esisteranno più risposte. Camminare fino a rompersi le scarpe. Lavorare, accarezzare, baciare fino a consumarsi mani e bocca. Accettare con occhi stupiti la meraviglia del mondo. Sorprendersi.

Ed è incomparabile la meraviglia del vedere crescere una persona cara. Un figlio, che fino a poco prima tenevi accoccolato tra le tue braccia, e che ora lavora, viaggia, ama. Un fratellino che si aggrappava alle tue gambe e ti seguiva impertinente ovunque tu andassi, che adesso vive lontano. Un amico con cui hai spartito la vita, che ormai si è plasmato una famiglia, altre avventure e nuovi sogni.

E vuol dire anche saper perdonare gli errori degli altri. Ma soprattutto i propri. È avere il coraggio di seguire le inclinazioni del cuore. Aggrapparsi ferocemente agli obiettivi della nostra vita e morderli con forza fino a farli propri. Apprendere a raccogliere sul proprio grembo ciò che ci fa stare bene e lasciarsi sfilare via chi ci danneggia.

Imparare a migliorare, ma sapersi accettare. E, soprattutto, amarsi.

Beatrice Bargiacchi