Caro professor Galimberti, la scuola di oggi chiede in continuazione agli insegnanti di riempire file, griglie, drive: fa esattamente il contrario di promuovere l’intelligenza emotiva di cui lei, giustamente, esalta la priorità. “Il bravo insegnante” che la scuola di oggi pretende è un burocrate che quantifica e non qualifica il processo educativo.
L’insegnante di cui parla il professor Recalcati che affascina, “seduce” con la cultura, il docente che incarna con la sua umanità le informazioni che produce e trasmette, è sepolto, soffocato da incombenze estranee al suo ruolo formativo.
I rapporti umani e il processo didattico-educativo sono fluidi, complessi, non possono essere imbrigliati in questi inutili schematismi che cambiano in base alle mode del momento. La burocrazia inutile consuma le energie degli insegnanti e spegne la creatività, gli slanci umani che caratterizzano l’intelligenza emotiva.
Rossana De Santis