L’umanità in questi giorni ha le sembianze di una donna. È lei che viaggia da due mesi incontrando tanto dolore e tanta disperazione. La paura che la devasta è quella di incontrare quella donna vestita di nero, che con il suo grande mantello rapisce tutti e li porta con sé nella morte. Il treno buio ed avvolto dalla nebbia arriva in quella stazione e la Signora Umanità lì scende. È stanca, il suo corpo è dolorante e le sue vesti sono sgualcite e sulla fronte un ricciolo di capelli le impedisce di vedere. Alza lo sguardo e lì è scritto: “Stazione degli artigiani.” Riguarda quella dicitura. Subito comprende, che finalmente quel treno l’ha condotta nel posto giusto dove ricostruirsi e rimettersi a posto per piacere a sé stessa ed agli altri. È convinta che ci vogliono le mani sapienti di artigiani eccellenti per fare una buona ricostruzione e solo loro con la grande capacità artistica sapranno rattoppare e ricucire tutte le ferite di questa umanità. L’artigiano realizza la sua opera con l’intenzione di presentarla al pubblico e ricevere l’ammirazione e quindi questa creazione deve mandare un messaggio costruttivo. La Signora Umanità così stanca e rovinata è speranzosa di trovare gli artigiani più bravi ed esperti per curarla in tutti i suoi aspetti. Lei desidera tanto che questo restauro, le possa dare tanto cuore e tanta sensibilità, per non trascurare niente. Infatti si è accorta, che ogni piccola sfumatura è necessaria per avere un equilibrio perfetto in ogni angolo di questo grande pianeta fatto di uomini e donne con tanti animali e tutto si muove nel giardino del mondo con la sua aria e tutte le sue acque. Le piantagioni sono ancora lì in attesa di essere dissetate e coltivate. C’è la frutta da raccogliere e tanto latte da bere e lavorare per ottenere un buon formaggio. Tutta la gente non vede l’ora di riprendere a lavorare e guadagnare, per vivere insieme nelle famiglie. La Signora Umanità si sente sfiduciata e dovrà impegnarsi tanto, per riprendersi la capacità di vivere e quella di spostarsi, per spendersi e magari andare a prendere il sole sulla spiaggia oppure fare una passeggiata su quel sentiero panoramico in montagna. Quante abitudini sono state cancellate in questa quarantena e quante sarà possibile riprendere con questo forte impoverimento. I bambini che non possono giocare insieme, che stanno imparando un modo di vita isolato e troppo solitario. Le ferite da curare in quel corpo martoriato sia nelle carni che nella mente sono davvero tante. Quella Signora Umanità che ora è un bambino e poi è una madre ed eccola ancora nelle vesti di un medico o di uno scienziato. Chiediamoci se lei saprà far fronte a questa resurrezione necessaria per tutti i suoi ruoli compositi in quella struttura, che è la vita nel mondo. Ognuno di noi fa parte di questo mosaico che ci raffigura nelle nostre attività e nelle nostre funzioni e quindi ognuno di noi deve essere una pietra miliare in questo sentiero di riconquista della salute, con il dovere di custodirla con comportamenti sani per noi e per gli altri. Auguri Signora Umanità!
Meri Lolini