Nato nella Palermo nei primi anni del Novecento, Pietro Sgadari di Lo Monaco fu uno dei più colti ed eccelsi giornalisti del panorama locale.
Palermo, come tutto il contesto italiano ed europeo assistette, negli anni ‘20 del Novecento, all’avvento del Fascismo che pose fine al periodo florido della Belle Epoque.
Furono molti, intellettuali e non, che iniziarono ad aderire più per necessità che per convinzione, alla politica e agli ideali fascisti portando la classe intellettuale palermitana a dividersi in due opposti schieramenti, in continuo contrasto tra loro e sempre pronti a fronteggiarsi.
Tra gli intellettuali fascisti,Pietro Sgadari,“Bebbuzzo” come veniva chiamato tra i suoi amici, fu uno dei più importanti mecenati durante questo periodo.
Di nobile famiglia, fu fascista convinto e grande amante della cultura palermitana: presso la sua residenza sita in corso Scinà, oggi non più esistente, ospitava giovani letterati, artisti,aspiranti musicisti che avrebbero reso importante la futura cultura palermitana.
Tra questi possiamo citare Ubaldo Mirabelli, storico dell’arte, musicologo e giornalista che ricoprirà, dal 1977 al 1995, la carica di sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Antonio Pasqualino, grande appassionato delle fonti letterarie riguardanti il teatro delle marionette, passione che lo portò a realizzare e dirigere insieme alla moglie uno dei musei più importanti dell’isola, Francesco Orlando, Sandro Paternostro che sarà uno degli inviati di punta per la redazione di Londra del TG1, il pittore Renato Guttuso e gli scrittori Leonardo Sciascia e Vitaliano Brancati.
In pochi o nessuno sapranno probabilmente che Sgadari di Lo Monaco fu colui che scoprìle doti di grande letterato di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e con cui strinse un grande rapporto di amicizia: dopo aver scritto nel 1926/27 come critico della letteratura francese per il mensile genovese“Le opere e i giorni” e tenuto un ciclo di lezioni per giovani letterati, Lampedusa, durante un viaggio a San Pellegrino Terme, nel 54, iniziò a lavorare al progetto editoriale de“Il Gattopardo” e il primo a cui farà leggere il suo dattiloscritto, dopo l’iniziale rifiuto della Mondadori, sarà proprio Sgadari di Lo Monaco.
Bebbuzzo stesso sarà un grande critico musicale e delle arti in genere: nel 1929 pubblicò a sue spese “Per un’orchestra stabile palermitana” e nel ‘33 sul giornale l’Ora scrisse “La grande esclusa” articolo-denuncia sulla grave arretratezza culturale in cui versava l’isola.
Nel 1940 pubblicò“Pittori e scultori siciliani”, raccolta di«notizie brevi ed essenziali, ma puntuali e precise, della vita e delle opere di pittori e scultori siciliani operanti dall’inizio del Seicento alla prima metà dell’Ottocento» accompagnate da tavole illustrate inedite degli autori di cui fa menzione.
Morì a Palermo nel 1957 all’età di 51 anni lasciando alla cultura palermitana importanti lavori e una collezione grafica, che dopo un’iniziale diffidenza dell’amministrazione, si trova oggi conservata presso Palazzo Abatellis.
Giusy Pellegrino