In questo periodo buio e costellato da tanta sofferenza anche noi non teniamo comportamenti degni della rinascita di questa umanità falciata dai contagi virulenti di questo nemico invisibile. È di questi giorni la terribile notizia dell’uccisione di George Floyd a Minneapolys. Era un marito ed un padre di una bambina di sei anni. Lavorava come buttafuori in un locale chiuso a marzo per il lockdown e stava cercando un nuovo lavoro per poter campare. È stata chiamata la polizia perché secondo un dipendente di un minimarket avrebbe pagato un pacchetto di sigarette con una banconota falsa da 25$ ed è stato detto che forse, era ubriaco. È stato fermato in una maniera criminale. Il poliziotto le ha tenuto il ginocchio sul collo, fino a soffocarlo. Lui disperato si lamentava dicendo che non poteva respirare e quello scellerato ha continuato a tenere quella posizione omicida. Il grande Martin Luther King ebbe questo pensiero: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”. Quando si verificano queste espressioni di razzismo, l’umanità vive una profonda delusione ed emerge una terribile realtà, che rivela che purtroppo il pensiero : “Io sono come te!” non è stato ancora accolto da tanti di noi. Le piazze delle tante città del mondo si sono riempite per denunciare questo atto criminale e ribadire la volontà di combattere il razzismo e le sue conseguenze tremende. La normativa ha la forza per promuovere e far rispettare i comportamenti degli individui ed a proposito di razzismo la Costituzione italiana per prima condanna ogni forma di razzismo, sancendo all’art 3 che “tutti i cittadini, e per essi si intendono anche gli stranieri sul nostro paese, hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua di religione di opinioni politiche di condizioni personali e sociali”. È del 1993 la legge 205 detta Legge Mancino che modificò le sanzioni ed estese anche le sue esposte misure alle discriminazioni religiose, introducendo una specifica circostanza aggravante a tutti i reati commessi con il fine della discriminazione razziale. Nel 2018 con il Decreto legislativo 21 sono stati trasfusi i contenuti della Legge Mancino nei nuovi artt. 604bis e 604ter del Codice penale, ossia i reati in tema di discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose. Intitolati “Dei delitti contro l’eguaglianza”, i due nuovi articoli sono rubricati rispettivamente “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” e “Circostanza aggravante” e puniscono, salvo che il fatto costituisca più grave reato. Queste condotte razziste violano apertamente l’art. 14 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) che proclama il “Divieto di discriminazione”, statuendo che “Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione”. Da quanto appena citato è chiaro che gli ordinamenti giuridici nei vari livelli sia statali che continentali hanno costruito ed adottato delle misure per contrastare questa piaga sociale, ma purtroppo questo grande peccato dell’umanità continua ad essere commesso, forse perché questo modo di comportarsi fa illudere le persone che sono superiori e quindi hanno tutto il diritto di offendere ed anche uccidere forti della loro superiorità di nascita e di credenza. L’umanità è sempre in cerca di pace e di speranza e queste sono le motivazioni delle fughe dai paesi dove ci sono la guerra e la fame e sempre l’umanità ha il dovere di comprendere e di capire ed accogliere ed aiutare chi ha bisogno dell’altro. Pensiamo in maniera semplice e chiediamoci: “Se l’altro fossimo noi?” In questo modo dobbiamo interrogarci davanti a situazioni difficili dei nostri simili e la nostra risposta sarà dettata dalla nostra sensibilità e non potrà essere che unica a cercare di colmare certe lacune dell’esistenza di tutti noi. Nessuno sceglie dove nascere e da chi nascere e la cosa più bella è pensare che siamo tutti allo stesso nastro di partenza per iniziare la corsa della nostra vita, poi saranno le differenti capacità ed opportunità che descriveranno percorsi diversi. Concludo con una frase di Albert Einstein: “Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana.”
Meri Lolini