Buongiorno, miei cari lettori e ben venuti nella mia rubrica: “In salotto con Aurora”.
Oggi, prendendo spunto da uno dei capitoli del mio libro: “Amore, adulterio e separazione”, vorrei fare con voi alcune riflessioni sulla “famiglia”.
Cosa sarebbe la nostra società senza la famiglia? Probabilmente un vero caos. La famiglia ha sempre rappresentato in ogni epoca il fulcro della società, il suo cuore, l’epicentro. Dal punto di vista sociale, infatti, prima ancora che giuridico, essa costituisce un’entità tesa a favorire la crescita e l’evoluzione dell’individuo, della sua identità personale e della sua capacità di realizzarsi con l’ambiente circostante. E, in quanto tale, definisce una realtà retta da vincoli di affetto, collaborazione e sostegno, all’interno della quale il singolo individuo non è importante di per sé, ma in funzione di qualcosa di più importante e più grande, che è appunto il sistema sociale in cui vive, cresce e si sviluppa. Essa è in continua evoluzione, nella direzione necessaria per garantire ai suoi membri l’integrale sviluppo della loro personalità. Anche la nostra Costituzione riconosce “alla famiglia legittima una dignità superiore, in ragione del carattere di stabilità, certezze e corrispettività dei diritti e dei doveri che nascono solo dal matrimonio”, riconoscendogli, quindi, l’attribuzione di ente autonomo, titolare di propri diritti. Pertanto, la famiglia rappresenta l’istituzione fondamentale in ogni società umana, fondata sul matrimonio e convivenza tra un uomo e una donna, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale. Infatti, il termine “famiglia” deriva dal latino “familia”, “gruppo di servi” e “schiavi patrimonio del capo della gens”, anche derivato da “famulus”, servo, schiavo. Nella cultura occidentale una famiglia spesso è definita come un gruppo di persone affiliate da legami consanguinei o legali come il matrimonio, l’adozione o la discendenza da progenitori comuni. La sua funzione primaria è quella di riprodurre la società da un punto di vista socio-culturale; per questo, famiglia e società seguono un cammino parallelo e cambiano vicendevolmente, a seconda delle epoche. Dal punto di vista sociologico, la famiglia è quella specifica relazione sociale che lega la coppia ai figli. Le forme familiari sono state storicamente molto variabili, tuttavia, nessuna società ha mai potuto abolire la famiglia e quando ha cercato di farlo, quella società è scomparsa. Anche oggi, purtroppo, si assiste al decadimento della famiglia, dei suoi valori, dei suoi principi e con essa al decadimento della stessa società. La ragione fondamentale consiste nel fatto che la famiglia è una struttura sociale che ha il compito di umanizzare le persone attuando il passaggio dalla natura alla cultura. Inoltre, l’uomo è un essere sociale che ha bisogno di relazionarsi con l’altro e tale realizzazione avviene proprio nella società (vedi cosa ha provocato il distanziamento sociale dovuto al Coronavirus in questi ultimi mesi!). Il rapporto fra la famiglia e la società di oggi, ha subito negli ultimi decenni profonde trasformazioni che hanno portato ad una degenerazione dei legami fra i membri stessi del nucleo familiare. Basti pensare ad esempio, senza andare troppo lontano con la mente, a quando eravamo bambini. Nelle nostre case si faceva colazione tutti insieme e tutti attorno allo stesso tavolo, alla stessa ora e guai a saltare il pasto o arrivare dieci minuti in ritardo! La stessa cosa avveniva sia per il pranzo che per la cena. Oggigiorno, diversamente, non si pranza né si cena più tutti assieme, perché sempre di corsa o perché si decide di mangiare un boccone fuori casa e il più delle volte ci si saluta la mattina per poi rivedersi a tarda sera o direttamente il giorno dopo. In passato tutti i componenti della famiglia aspettavano quei momenti per riunirsi e scambiare due parole, condividendosi i momenti più importanti della reciproca giornata. C’era dialogo, condivisione, partecipazione. Tutto è cambiato con l’era moderna. Non si pranza più insieme, non si dialoga più, ci si sente sempre più soli già all’interno delle nostre stesse dimore. E, forse, a causa di questa solitudine, che sono aumentati i disagi sociali, le angosce, le depressioni, i timori di non farcela in quel mondo esterno pieno di insidie chiamato “Terra”.
Aurora d’Errico