“Pupi e antimafia: la Marionettistica popolare siciliana di Angelo Sicilia”| di Giusy Pellegrino

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Il teatro dei pupi, proprio per la sua origine popolare, ha assistito ad un’evoluzione delle sue tematiche, che non sono solo più storiche, ma anche sociali. A Palermo esiste da vent’anni una realtà  unica nel suo genere che, pur non allontanandosi mai dalla tradizione, fa rivivere attraverso questa splendida arte gli eroi dell’antimafia.  La Compagnia, diretta da Angelo Sicilia, nasce nel 2001  con il nome di Marionettistica Popolare Siciliana  ed ha avviato un percorso che unisce  spettacoli di impegno sociale  ai classici shakespeariani e ai paladini di Francia, rappresentando in tal modo tutti i grandi filoni del repertorio dell’opera dei pupi.

Dal 2008 la Marionettistica Popolare Siciliana in collaborazione con il Comune di Caltavuturo ha fondato il Museo dell’Opera dei Pupi Siciliani delle Madonie – MOPS, avviando una pluriennale attività di diffusione e conservazione del teatro dei pupi, anche attraverso la realizzazione del Teatro dei Pupi “Calogero Zucchetto”, intitolato al giovane agente di polizia ucciso dalla mafia a Palermo nel 1982. Dall’aprile del 2016 in collaborazione con il Comune di Carini ha fondato il Museo dell’Opera dei Pupi Siciliani – MOPS di Carini ospitato nei locali del Castello La Grua Talamanca, dal luglio 2018 ha fondato l’Officina Artistica Roncisvalle – Museo dei Pupi di Cefalù.

Negli ultimi anni la Marionettistica Popolare Siciliana è stata animatrice del MOPS Puppets and Art Festival di Caltavuturo (Dal 2010) ed ha rappresentato l’Italia al Festival Unesco ICCN di Gangneung (Corea del Sud) nel 2012, ha partecipato, tra gli altri, al Festival Incanti di Torino (2013), al Festival Arrivano dal Mare di Gambettola, al Velo Fest (VR), alla Giornata Internazionale della Marionetta di Maiori nel 2013, al Festival Burattini Resistenti di Anzola dell’Emilia, al Trame Festival di Lamezia Terme e al Mittelfest di Cividale del Friuli (2016), al Festival di Morgana di Palermo (2017 e 2018), al Festival di Dobryanka – Russia (2019) ed ha svolto nel 2019 una serie di rappresentazioni per l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda nel Baden Wuttenberg (Stoccarda, Esslingen, Manheim) e in Baviera (Norimberga).

Il Presidente e Direttore Artistico della Marionettistica Popolare Siciliana, Angelo Sicilia, è regista teatrale e  studioso della storia del teatro dei pupi di scuola palermitana. Nato a Palermo nel 1970, si è laureato nel capoluogo dell’isola e si è formato al Museo Internazionale delle Marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo dove, a partire dagli anni ’90, ha condotto una ricerca sul campo più che decennale sul teatro di figura. Ha appreso l’arte dei pupi della scuola palermitana lavorando in diverse compagnie storiche della scuola palermitana nella Sicilia Occidentale. Nel 2001 ha fondato la Marionettistica Popolare Siciliana con cui ha avviato un percorso di rinnovamento nell’ambito del repertorio del teatro delle marionette siciliane. Ha scritto e rappresentato, tra gli altri, “Tristano e Isotta”, “Peppino di Cinisi contro la mafia”, “Il bambino e il poliziotto”, “Padre Pino Puglisi. Un prete contro la mafia” ed il ciclo dei Pupi Antimafia. Ha riadattato e messo in scena “La Passione di Cristo” dell’Orioles, “La Natività” tratta dalla “Cantata dei Pastori” dell’Abate Perrucci, “La Tempesta”, “Macbeth” e “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare e “La Storia dei Paladini di Francia” di  Giusto Lo Dico.

Per l’innovativo Ciclo antimafia e per l’impegno sociale e civile i pupi di Angelo Sicilia hanno ricevuto i seguenti riconoscimenti:

2012 – Premio Legalità e Cultura ( Caltavuturo –PA)

2015 – Premio Buttitta (Favara – AG)

2016 – Premio Ninni Cassarà  ( Carini – PA)

2017 – Premio Internazionale Rosario Livatino (Catania)

2017 – Premio Lia Pipitone (Palermo)

2017 – Premio Kaos – Rita Atria (Agrigento)

2018 – Premio Nazionale Teatrale Alessio Di Giovanni – Raffadali (AG)

2018 – Premio Azione Cattolica Italiana – Giardini Naxos (ME)

2019 – Riconoscimento per l’Impegno Civile – Ass. Joe Petrosino – New York (U.S.A)

2019- Premio Giardino della Concordia – (Palermo)

2020- Premio Memoria Impegno Azione – Libera VdA – (Aosta)

 

In un periodo buio come quello della pandemia covid, l’esperienza dei pupi antimafia incontra la  grande voce di Francesca Prestia, cantastorie che “racconta la storia dei vinti”  cioè di coloro che hanno fatto della loro vita modello esemplare di riscatto per tutta la società. Angelo e Francesca hanno scritto insieme lo spettacolo su Lea Garofalo, testimone di giustizia italiana uccisa a Milano, dove si era trasferita con la figlia Denise Cosco, nel 2009.

Il suo coraggio e la sua voglia di riscatto la portano a ribellarsi al compagno Carlo Cosco che l’aveva sposata più che per amore per interessi di potere. Questa sua ribellione suscitò l’ira del marito e dell’intera famiglia  di lui che la inizierà ad intimidire con ogni mezzo e modo, fino al triste epilogo della sua uccisione. Lo spettacolo su Lea Garofalo sarà messo in scena in prima nazionale a Roccella Jonica (RC) l’1 agosto 2020 ed ha tra i suoi promotori l’ associazione LIBERA di Monza e Brianza.

I pupi antimafia torneranno nuovamente in scena, il 18 luglio alle 19e30 presso l’atrio della parrocchia Sant’Agnese a piazza Danisinni,  con il racconto della storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, inserito all’interno della manifestazione “La giornata dell’opera dei pupi siciliani” promossa dalla Rete per la salvaguardia, tutela promozione dell’opera dei pupi siciliana e finanziata dall’Assessorato Regionale ai BbCc e all’Identità siciliana.

La rappresentazione è toccante ed emozionante e tratta dell’impegno dei due eroi-antimafia fin dal periodo della giovinezza.

L’incontro con la mafia, le istituzioni e la complessa vicenda del pool antimafia vengono raccontate con il linguaggio semplice e diretto del teatro dei pupi. In scena si racconta la dimensione umana e pubblica di due figure straordinarie di magistrati che con le loro innovative tecniche investigative misero in scacco l’ala militare di Cosa Nostra. Le scene riguardano, tra le altre, il Maxi-Processo, la nascita del Pool antimafia, le riunioni della cupola di Cosa nostra in un crescendo emozionante e catartico.

Rappresentato per la prima volta nel 2011, lo spettacolo è stato accolto dai principali festival di teatro di figura in Italia (Incanti – Torino, Morgana – Palermo, Mittelfest – Cividale del Friuli (UD)   e in Europa (Berna, Dobryanka, Stoccarda, Università di Manheim, ecc.).

Il prof. Felice Cammarata, nelle conclusioni del  suo libro “Pupi e Mafia”  del 1969 afferma che “senza l’opera dei pupi il paladino è morto” ma questo per fortuna non avverrà mai grazie al grande impegno di menti geniali  come Angelo Sicilia.

 

Giusy Pellegrino

 

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Laureata triennale in scienze storiche, nel 2017 si specializza col massimo dei voti in studi storici, antropologici e geografici con una tesi di storia medievale locale dal titolo "la spiritualità femminile nel XV secolo: l'esempio di Eustochia Calafato e il Monastero di Montevergini di Messina". Allieva dei docenti più illustri della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo tra cui possiamo annoverare Salvatore Fodale, Pietro Corrao, Patrizia Sardina, Maria Concetta di Natale e Daniela Santoro relatrice ed esempio importante per la sua formazione storica. Nel 2012 inizia il suo percorso in ambito turistico con l'acquisizione della qualifica di organizzatore di itinerari storico, artistici e culturali che la porta a svolgere un periodo di stage presso l'ex ufficio turistico della Provincia di Palermo e, nel 2019, acquisisce la qualifica di tecnico dell'accoglienza turistica. Attualmente è operatrice museale e referente storica del Complesso del Gesù di Casa Professa a Palermo per cui ha curato, insieme alla collega storica dell'arte Conny Catalano, la guida del museo e l'introduzione storica del progetto editoriale sulla presenza degli esercizi spirituali nell'arte della Chiesa del Gesù scritto in collaborazione con importanti esperti nazionali e internazionali. Il suo motto è "la storia non va semplicemente scritta o letta ma vissuta".