“Donne in carriera, rapporti sentimentali malati e anaffettività genitoriale” ǀ Intervista a Daniela Merola, Autrice ǀ di Maria Teresa De Donato

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Preparata, competente, bella,  intelligente, simpatica e determinata: questa è, in poche parole, la descrizione che posso fare della mia cara amica e collega – napoletana verace – Daniela Merola.

Su di lei e sulle sue attività c’è molto da dire. È, quindi con grande piacere che la ospito oggi su questo mio Blog e Salotto Culturale Virtuale. Con lei parleremo di molti aspetti della vita di donne reali ed anche di quella di personaggi fiction, tra cui Marta, la protagonista del suo romanzo Marta, un soffio di vita.

 

MTDD: Ciao Daniela e benvenuta! Grazie per la tua partecipazione a questa mia intervista. È un grande piacere averti come mia ospite.

DM: Grazie a te Maria Teresa, è un onore per me essere intervistata da una collega così preparata come te, sono contentissima.

 

MTDD: Daniela, come introduzione ho fatto una brevissima presentazione di te, come donna e come professionista. Vorrei, però, che fossi tu ad elaborare.

Perché non inizi con il raccontarci un pò di te condividendo con il nostro pubblico di lettori e lettrici tutto quello che vorrai?

DM: Una bellissima introduzione hai fatto. Posso aggiungere che trascorro la mia vita ad inseguire sogni, a cercare di realizzarli. Se non ci riesco almeno ci ho provato. Faccio formazione, creo workshop, insegno comunicazione, italiano, giornalismo, scrittura. Mi cimento con la recitazione ogni tanto, a livello amatoriale ovviamente. Ancora, faccio editing di romanzi altrui, promuovo artisti e scrittori. Scrivo.

 

MTDD: Parliamo un po’ delle città che ti sono – a quanto mi risulta – più vicine o quantomeno particolarmente care: Napoli, la tua città natale, e Roma dove spesso ti rechi per ragioni di lavoro.

Cosa rappresentano entrambe per te, come donna e come professionista?

DM: Si è così. Amo queste due città, sono la Storia, le fondamenta della civiltà. Napoli per me rappresenta lo choc di vedere tanta bellezza e tante contraddizioni che vive. È come essere all’inferno e in paradiso allo stesso momento. A Roma ho amici, ho avuto compagni romani e ci torno per lavoro. Mai fatta la turista a Roma, solo per lavoro la frequento e me ne dispiace. Pur tuttavia so cogliere quel meraviglioso mood della città eterna che ti avvolge anche nella sua decadenza. Posso dire con certezza che se non si visita almeno una volta Napoli e Roma si è vissuti invano.

 

MTDD: Da anni svolgi la tua attività di Giornalista. Quando e perché hai optato per questa carriera e di cosa ti occupi esattamente?

DM: È successo tutto naturalmente, comunicare, trasmettere qualcosa. Come se non avessi mai scelto. È chiaro che ho dovuto affiancare l’attività di formatrice e di promozione perchè il solo giornalismo non può sfamare. Mi piace occuparmi di editoria, di eventi culturali, di teatro.

 

MTDD: Nel 2019 esce il tuo romanzo Marta, un soffio di vita pubblicato da LFA Publisher, che ho avuto il piacere di leggere e recensire e che mi è piaciuto molto.

Come arrivi all’idea e alla stesura e conseguente pubblicazione di questo romanzo?

DM:  Marta, un soffio di vita è nato per caso, è nato da un ricordo di una persona che conoscevo e che soffriva di depressione autolesionistica. Ho aperto il file e ho iniziato a scrivere, tutto è accaduto in maniera molto spontanea. Ho chiaramente cambiato nomi e location di ambientazione della storia. È un romanzo d’impeto, così lo posso definire, un romanzo dove sapevo come sarebbe andata a finire e questo da un lato mi metteva ansia e dall’altro serenità. Poi una volta finito l’ho proposto a varie case editrici e devo dire che tutti volevano pubblicarlo. Io ho scelto la LFA publisher per un autore che aveva già pubblicato con loro e che me lo ha consigliato e così mi sono buttata. L’editore Lello Lucignano lo ha subito apprezzato.

 

MTDD: Senza svelare troppi dettagli del tuo romanzo, vogliamo considerare, tuttavia, alcuni aspetti interessanti ed altrettanto profondi che emergono dalla sua lettura. Il primo riguarda la sfera sentimentale ed i tanti rapporti malati in cui troppe donne non solo si imbattono, ma in cui continuano a ricadere, passando la vita da una relazione fallimentare all’altra. Questa sembra essere anche la strada percorsa da Marta, la tua protagonista.

A prescindere dall’altro (marito, compagno, partner che sia), cosa c’è, secondo te, che non va in Marta e che la porta ad assumere un atteggiamento di fatto auto-lesionistico?

DM: Hai assolutamente ragione Maria Teresa. Di base c’è che la protagonista Marta Renzulli non ha percezione di sè, non ha stima di sè, non si ama perchè non conosce le fondamenta dell’amore che avrebbero dovuto trasmetterle i suoi genitori. Si butta via quindi, sente di non valere nulla, sa di essere in trappola e quella trappola si trova nel suo cervello. Quindi si lancia alla volta di Eugenio Belfiore prima e di Gaspare Beneficio poi, anche se con quest’ultimo avrà più una percezione precisa, nonostante non gli dica mai ‘ti amo’.

 

MTDD: Cosa avrebbe dovuto o potuto fare, a tuo avviso, ‘Marta’ per superare questa sua tendenza di fatto autodistruttiva?

DM: Credo che avrebbe dovuto prendersi cura di se stessa invece di negare continuamente di avere dei problemi psicologici. Il non ascoltarsi porta all’autodistruzione, in modo particolare nelle donne. Il suo non ascoltare Dolores Nuzzo, un personaggio molto intrigante del romanzo, che io ho visto come la coscienza di Marta, è appunto la spiegazione di questa corsa di Marta verso l’autodistruzione. Esiste però in lei, come in tutte le donne, un soffio di vita sottilissimo, invisibile quasi, a cui si resta aggrappati inconsciamente.

 

MTDD: Un altro aspetto fondamentale del romanzo riguarda l’anaffettività genitoriale.

Vuoi parlarcene, partendo proprio dall’esperienza di Marta?

DM: Può sembrare assurdo ma esiste. Genitori molto severi che a loro volta hanno subito severità e mortificato il proprio essere e la propria natura sono spinti a comportarsi in maniera ottusa e bigotta verso chi ha aspirazioni ad ampio raggio, anche verso un proprio figlio perchè tanti fattori entrano in un contesto caratteriale ed educativo.

 

MTDD: I genitori rivestono un ruolo fondamentale non solo nell’educazione dei figli, ma rappresentano anche il loro modello comportamentale, un modello che potrà essere accettato o rigettato, ma a cui i figli in un modo o nell’altro si ispireranno. Al tempo stesso è altrettanto vero che, qualunque sia l’esperienza che abbiamo vissuto da bambini e da adolescenti, una volta raggiunta l’età adulta, ognuno di noi diventa responsabile delle proprie azioni ed è, quindi, potenzialmente in grado di cambiare la propria percezione di certe realtà o comunque dare una svolta alla propria vita, magari interrompendo circoli viziosi che si sono creati nel tempo, soprattutto a livello comportamentale. Spesso i figli ritengono che sia ‘dovere’ dei genitori fare certe cose, insegnare dando l’esempio, ma purtroppo non vivendo in un mondo perfetto, la realtà dimostra a volte di essere molto diversa.  Spesso sono proprio i genitori i primi ad avere bisogno di aiuto, a non saper amare o quantomeno a non saper manifestare il loro affetto ed amore ai figli. L’abilità di dare l’esempio, quindi, secondo questa analisi, sembrerebbe non dipendere più dall’età e dall’essere genitore di per sé, ma piuttosto dal livello di consapevolezza ed empatia raggiunto.

Cosa ne pensi tu al riguardo e cosa ne penserebbe Marta se glielo chiedessimo? Penserebbe di aver sbagliato anche lei qualcosa o no?

DM: La penso come te. Credo che anche un figlio nell’educazione debba fare la sua parte e provare a comprendere di più un genitore. Bisognerebbe trovare un equilibrio perfetto che non esiste, però almeno avvicinarsi. La famiglia esemplare non esiste purtroppo.

 

MTDD: Ho trovato molto bella la copertina del tuo romanzo in cui vengono raffigurate Marta e la sua bellissima ed amatissima cavalla Audacia. Cosa rappresenta esattamente Audacia nella vita di Marta?

DM: In tantissimi mi hanno scritto e detto che la copertina del romanzo è splendida. Ne sono orgogliosa. È il racconto stesso della storia. Audacia, l’amatissima purosangue inglese di Marta, rappresenta l’ascolto, il conforto, il porto consolatorio per la protagonista. Forse è il soffio di vita metaforicamente parlando.

 

MTDD: So che per quanto riguarda il tuo romanzo, che tra l’altro sta avendo un notevole successo e ne sono molto felice per te, hai dei progetti che bollono in pentola.

Vorresti parlarcene?

DM: Sto scrivendo con i registi Davide Guida e Adriana Mascia la sceneggiatura di uno spettacolo teatrale tratto dal romanzo. Un punto di vista diverso che prende forma e che racconterà ancora qualcosina in più. Musica, parole e immagini. Spero che possa suscitare emozioni.

 

MTDD: Prima di concludere, Daniela, coloro che volessero acquistare Marta, un soffio di vita o contattarti, come potranno farlo?

DM: Marta, un soffio di vita è acquistabile online su Amazon, Ibs, hoepli, Femtrinelli, Mondadori. Solo in cartaceo. Oppure possono richiederlo a me in privato. Oppure per chi vive a Napoli possono venire alla stazione marittima dall’8 all’11 ottobre presso lo stand LFA della fiera Napoli città libro. Io sarò lì e potranno acquistare il mio libro.

 

MTDD: Grazie ancora, cara Daniela per essere stata mia ospite. Ti faccio tanti auguri di vero cuore perché il tuo romanzo continui ad avere un grande successo. Sarò ben lieta di riaverti ospite del mio Blog e Salotto Culturale Virtuale per discutere con te altri interessanti temi.

DM: Ma grazieeeeeeeeeeeeeeeee a te di cuore, sei una grande professionista ed essere stata tua ospite è solo motivo di orgoglio per me. Sarò ben lieta di dialogare con te di tanti argomenti.