“Tradimento: innamorarsi accade a prescindere da moralismi e circostanze” | di Daniela Cavallini

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2007
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Amiche ed Amici carissimi, a seguito del mio intervento di lunedì 12 ottobre a Radio Crt – dedicato al tradimento – vi riporto il fatto cui ho accennato e l’intervista rilasciatami dalla Dott. Viviana Morelli. Buona giornata 😊 Daniela


Bianca: sono innamorata di un altro uomo… lascio marito e figli

Amiche ed Amici carissimi, oggi tratto un aspetto molto delicato dell’amore: innamorarsi di un altro uomo al punto da non poter evitare di  lasciare marito e figli per seguirlo.

Una situazione non certo nuova, che a nulla serve stigmatizzare in virtù di morale e moralismo. Innamorarsi succede… succede e basta!  L’essere una donna sposata e madre, non costituisce il vaccino contro l’innamoramento per un altro uomo e l’amore non è di per sé una malattia, ma un dono della vita. Certo esistono responsabilità imprescindibili, alle quali nessuno ha il diritto di sottrarsi, tuttavia una persona corretta, ne è consapevole e, soprattutto, è in grado di assumersele.

Traggo questo articolo dalla mail dell’ Amica che si è confidata con me. “Daniela, mi sono innamorata di un altro uomo che mi ricambia con pari intensità e sono determinata a lasciare mio marito per  andare a vivere con lui”, mi dice Bianca (ovviamente è un nome di fantasia).

“Non sono moralista e me ne guardo bene dal giudicare, così come dal porti la domanda tanto diffusa e più stupida possibile, ovvero ‘ci hai pensato bene?’” le dissi.

Ovviamente lei apprezzò il mio approccio in quanto le permise di proseguire nel suo accorato sfogo senza inibizioni.  Ipotizzai la soluzione di una  vita “parallela”, almeno fino a che i bimbi non divengano ragazzi, ma lei, seppure molto crucciata dal fatto che la stabilità dei suoi figli dipende e dipenderà in gran parte dalla sua decisione, mi ha detto di non poter vivere una condizione parallela e di non poter neppure rinunciare a vivere questo amore totalizzante.

Certamente è una  situazione difficile, dolorosa, tuttavia compensata dalla felicità procuratale dal grande amore. Un amore che, come lei stessa ammette, non ha mai vissuto prima, né pensava di poter vivere in età ben più che matura.

Sottopongo il caso alla mia cara Amica Viviana Morelli – Psicoterapeuta ad approccio integrato – Ipnositerapeuta Eriksoniana – nell’intervista allegata.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini


Intervista alla Dott.ssa Viviana Morelli, psicoterapeuta ad approccio integrato, Ipnositerapeuta Eriksoniana | di Daniela Cavallini:

Carissima Viviana, grazie per essere disponibile ad affrontare con me un tema particolarmente delicato, ovvero quello di lasciare marito e figli per seguire “lui”, il grande amore.

Viviana Morelli:

Io ringrazio te Daniela, del resto è un argomento molto interessante perché molto frequente per la mia esperienza e credo anche per la tua.

Chiaramente nella mia visione, in questo caso specifico questa definizione di “grande amore” per me non è ancora reale… ma una passione scaturita da una crisi. L’innamoramento come dice Francesco Alberoni è un fenomeno! Certamente porta cambiamenti.

Il compito del terapeuta è quello di aiutare chi chiede un intervento a far luce su un conflitto che nasce da un sentimento bellissimo, ma che ci trascina in momenti di dolore implicando una scelta. Magari Bianca non pensa di aver bisogno di aiuto, ma per me è così.

In questi casi prima di tutto è importante comprendere che niente è come sembra! Qualunque cambiamento vogliamo apportare nella nostra vita dobbiamo essere sicuri. Per il nostro bene e quello di chi ha una relazione strettamente familiare con noi. Questo chiaramente non c’entra col moralismo.

Daniela Cavallini:

Mi sono permessa di ipotizzare con Bianca l’idea della relazione “parallela”. Opzione opportunistica forse, ma che potrebbe evitare lo scombussolamento di due famiglie, senza rinunciare al loro grande amore. Cosa ne pensi, Viviana?

Viviana Morelli:

Cara Daniela, la tua opzione magari non è la soluzione definitiva ma il tuo intervento rispecchia quello che farei come terapeuta di fronte a questa realtà, ti spiego meglio il senso:

Importante è darsi tempo, non agire compulsivamente.

Bianca rappresenta una persona che va rispettata per il suo sentimento, ma riporta una “crisi di coppia trascurata o negata” una realtà di accumulo depressivo antecedente all’innamoramento intenso e ideale, in questi casi non è sano procedere compulsivamente verso una scelta così radicale e dolorosa per i figli, ma anche per Bianca stessa.

Serve un tempo di elaborazione dove il parallelismo è inevitabile, perché i sentimenti come quelli che prova Bianca non si possono mettere momentaneamente nel cassetto, il parallelismo non sarà neanche la soluzione in quanto non si riesce a stare per lungo tempo in una dualità quando c’è un vero progetto di coppia. Si rischiano squilibri nevrotici.

Molto spesso l’innamoramento ha bisogno di un tempo per trasformarsi in una “relazione di amore”, perché il fenomeno di una passione “da farfalle nello stomaco” può distogliere l’attenzione da caratteristiche del nuovo partner… magari non molto congrue al nostro carattere. Possiamo vedere nel nuovo amato ciò di cui abbiamo bisogno.

Il fuoco della passione rende poco lucidi…. entriamo in una “favola”. Come terapeuta chiederei a Bianca da quanto dura questa storia… lasciare dei figli ancora piccoli o imporgli un’altra figura paterna non è un gioco, ma il suo nuovo uomo si sente in grado? Sarebbero tante le domande da fare e le prove da superare.

Daniela Cavallini:

Bianca si definisce incapace di “gestire” un amore così totalizzante, mai provato in tutta la sua vita, che, peraltro, considera un dono inimmaginabile alla sua età matura – e, soprattutto, di non voler rinunciare a vivere con “lui”… l’altro. Inoltre, aggiunge di non sentirsi più in grado di vivere accanto al marito che da anni non ama più e non le procura alcuna emozione. Ora, per quanto concerne il rapporto con il marito, nulla da aggiungere – più che finito non può essere – ma le emozioni non sono eterne… Complice l’allungamento della vita, siamo dunque destinati – secondo la legge naturale – a contrarre più matrimoni/convivenze o a vivere storie parallele oppure condannati alla repressione del desiderio?

Viviana Morelli:

Ogni evento non arriva a caso, nessuno è destinato se non da sè stesso a cercare risposte altrove, fuori di sé o fuori dalla coppia, spesso è difficile gestire questi amori travolgenti, certo un dono dolce-amaro che porta a grandi passaggi di crescita in un senso o nell’altro.

Daniela diciamo che molti problemi personali sforano poi in crisi di coppia, l’amore va nutrito e alimentato insieme alla nostra persona.

Ogni storia è unica, anche se simili e inserite in una società dove ormai tutto è distruttibile e addirittura ricomponibile. I ruoli del maschile e femminile sono cambiati e intercambiabili, la scelta di reprimere un desiderio… è una scelta, per chi magari si allea con dei valori trasmessi; in questo momento storico dove tutto è consumato nel qui ed ora e nel tutto e subito osserviamo relazioni che si chiudono e altre si aprono. Chiediamoci se in questa compulsiva ricerca della felicità spesso ci perdiamo rischiando di fare “il nostro male”, e chiaramente dell’altro e dei figli.

Questi passaggi dobbiamo imparare a gestirli.

Penso che da sempre l’essere umano si è innamorato più volte nella vita, in base alla strutturazione sociale del momento questi amori venivano vissuti o negati; la libertà di rompere schemi appartiene all’individuo e spesso è supportato dall’ordine sociale e religioso; già venti anni fa i sociologi e antropologi ipotizzavano che l’uomo non è per sua natura monogamo e leggevano la trasformazione nella nostra epoca verso una società poligamica. Ma qui si apre un discorso più complesso.

Daniela Cavallini:

Ascoltando Bianca, mi sono immedesimata e pur non avendo figli ho pensato che non potrei neppure pensare di lasciare Poldo – il mio cagnolino tanto adorato da me e da mio marito – al suo “papà” ed “incontrarlo” anziché vivere con lui. Pertanto, le ho chiesto con l’amorevolezza che merita una persona che sta soffrendo per la difficile scelta, “e i bimbi?” e lei mi ha risposto convinta: “sinceramente non credo sia bello per i figli convivere con due genitori che si parlano a stento. E, comunque, potrei vederli quando desidero, senza escludere che potrebbero venire a vivere con me.” Non ti ho ancora detto che Bianca ed il nuovo compagno abitano molto distanti, quindi per i ragazzini significa l’allontanamento “logistico” dalla mamma oppure lo sradicamento dall’attuale vita, recandosi in una nuova città. Cosa ritieni sia meno peggio per figli in età preadolescenziale?

Viviana Morelli:

Cara Daniela riguardo alla storia nello specifico vedo il tutto molto difficile, niente è impossibile ma ci sono elementi poco chiari, come terapeuta sospetto di un grande amore nato e cresciuto a distanza. Quindi valuterei bene ogni scelta e la credibilità di questo rapporto. Nulla togliendo al sentimento di Bianca. Ma prudenza, molta.

Per la domanda più generica dico che fare un danno a figli preadolescenti e pentirsene per una vita è facile. I figli vanno preparati ad ogni età, e quando preadolescenti e radicati nel loro territorio i traumi sono molteplici. Certo l’anaffettività tra genitori può essere un problema, il conflitto e i litigi molto di più.

Se questa coppia non si ama da tempo, o Bianca non ama più il marito, ha la responsabilità di non aver mai affrontato tra di loro questo vissuto, io partirei da qui, perché una separazione va gestita in due, due genitori che prepareranno i figli agli eventi futuri.

L’età matura di Bianca è un età a rischio! E quindi è facile incorrere in questi matrimoni alla deriva e nuovi amori che rappresentano boe di salvataggio.

Credo che Bianca abbia un lungo lavoro da fare. I matrimoni finiscono, finisce l’amore, oggi è più facile di un tempo ricostruire una vita nuova, ma sempre nella responsabilità e nella consapevolezza.

Daniela Cavallini:

In tema di responsabilità nei confronti dei figli, Bianca mi ha detto: “certo ho delle responsabilità verso di loro, ma le ho anche verso di me, verso la mia vita”. Un criterio ineccepibile dal punto di vista della donna, ma che poco si concilia con il classico concetto di dedizione materna…

Viviana Morelli:

Diciamo che il classico concetto di “dedizione materna” è impregnato di “sacrificio”, quindi una grande trappola culturale e psichica che porta una donna-mamma a una vita nevrotica dimenticando sé stessa. Bellissimo e molto giusto che Bianca si accorga di esistere. Amarsi è basilare, solo amandoci possiamo donarci senza sentire di perdere.

Il grande lavoro che intendo è che questa donna per amarsi deve riesaminare la sua vita, riprenderne le redini…. responsabilità verso i figli non significa negare i propri bisogni, ma neanche arrivare ora ad un paradossale estremo. Si lavora dentro di sé e fuori di sé per delle sintesi armoniche. Qui ritorna che se per lei è necessario avere un periodo di “evasione” nel parallelismo per ritrovarsi e capire, ok. La vita in trasformazione richiama il nostro “artista interiore” sanamente trasgressivo per rompere schemi e “inventare” nuovi canoni, un po’ come fai tu con i tuoi quadri!

Daniela Cavallini:

Se, l’allontanamento da casa del padre è culturalmente accettato, quello della madre è ancora additato. Atavico retaggio o reale problema? Intendo dire, quali conseguenze possono ripercuotersi su questi bambini?

Viviana Morelli

Ambedue le cose Daniela, la famiglia di oggi si basa su un imprinting antropologico e culturale, quindi le protagoniste come Bianca si sono poste come Madri protettive in legame speciale con i figli…la madre ha un ruolo centrale nella famiglia, quindi il problema diventa reale nel momento in cui una madre si allontana. Sempre dobbiamo valutare il caso singolo. Chiaramente tutte le separazioni sono una ferita che i figli devono imparare a gestire, anche quando un padre se va, sembra più accettato ma in realtà è il male minore e comunque per i figli un male. Prima la coppia va aiutata a gestire la separazione, poi la coppia genitoriale deve intervenire per aiutare i figli prima, durante, dopo.

Affermo questo Daniela perché lavorando ormai da 28 anni in questo settore, ho visto varie generazioni di figli di separati e figli di coppie conflittuali eternamente unite, possono essere dannose ambedue….dipende dalla maturità dei protagonisti.

Daniela Cavallini:

Concludendo Viviana, come ritieni di poter consigliare Bianca e tutte le Donne che si trovano nella sua situazione?

Viviana Morelli:

Una donna che vive una situazione conflittuale come quella di Bianca generalmente ha delle fluttuazioni emotive molto forti; inizialmente l’innamoramento come fenomeno scatena tanta energia, gioia, cambiamenti, forza diretta a trasformare la propria vita… ma il contatto con la realtà, quello di destrutturare una famiglia, porta ad un inevitabile senso di colpa. La famiglia amata e voluta, intesa come nucleo che include i figli, non tanto come legame col partner, si trasforma in una gabbia soffocante.

Queste emozioni portano la protagonista ad alternare momenti di benessere a momenti di ansia, confusione e idealizzazione molto spesso del nuovo amore, che viene vissuto come la soluzione a tutto. Le decisioni prese in questo passaggio di crisi dell’età adulta, magari con figli preadolescenti, possono essere non adeguate. Serve un sostegno e un terreno neutro, per valutare bene ogni rapporto…quello col marito, con i figli, con sé stessa nel passato e nel presente, con il partner nuovo. La decisione sarà comunque un atto di coraggio ma non un atto un atto compulsivo di fuga.

Daniela Cavallini:

Cara Viviana… credo che questa intervista aiuterà molte Donne. Grazie!

 

Dott.ssa Viviana Morelli, Psicoterapeuta ad approccio integrato, Ipnositerapeuta Eriksoniana:

vivianamorelli@virgilio.it

+39 338 2407842