Alberto Genovese: bondage, feticci e sevizie come in uno snuff movie; a cura di Dr.ssa Elisabetta Sionis-Criminologo clinico, esperto in psicologia giuridica, già magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari | di Mirko Avesani

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Cari affezionati lettori di questa rubrica, un recente caso di cronaca ha letteralmente sconvolto le nostre vite. Sto parlando dell’arresto del noto imprenditore Alberto Genovese, fondatore di “Facile.it”.

All’indomani dell’arresto, come sovente accade, un “fiume di parole” inizia a confermare che “era noto quello che accadeva in quella casa”. Nonostante ciò, nessuno è riuscito ad impedire quella che potrebbe definirsi una tragedia annunciata. Ne parliamo, come di consueto, con la dott.ssa Elisabetta Sionis, cui do il bentornato su queste pagine.

Procediamo con ordine. Dott.ssa Sionis, ci può tratteggiare un iniziale profilo di Alberto Genovese?

Sionis: “Napoletano d’origine ma milanese d’adozione, Alberto Genovese, imprenditore di 43 anni è stato fermato il 7 Novembre u.s. con accuse gravissime per reati contro la libertà sessuale, sequestro di persona, detenzione e cessione  di sostanze stupefacenti. Il milionario, noto al vasto pubblico soprattutto per aver fondato la  super reclamata impresa “Facile.it” sembrava essere un modello da seguire per i giovani imprenditori che si affacciano al mondo del business. Famoso anche per le sue sfarzose feste, in quattro anni ha ricevuto ben tredici controlli da parte delle forze dell’ordine, dopo altrettante segnalazioni per disturbo alla pubblica quiete ed in qualche occasione pare che sia stato trovato in evidente stato di alterazione psicomotoria. Tra i suoi (ormai ex amici) anche la soubrette e opinionista Alba Parietti, la quale nel corso di una recente trasmissione televisiva andata in onda a Rai Uno ha dichiarato di aver preso  le distanze da tempo da quell’entourage, lasciando intendere che qualcosa non le fosse garbato.”

Ci può descrivere cosa sarebbe accaduto lo scorso 10 ottobre?

Sionis: “Il 10 Ottobre scorso, l’ennesima festa nel lussuoso superattico vista Duomo, frastornante e gremita di ospiti, tra i quali giovani ragazze appena maggiorenni, si è conclusa con una denuncia per stupro ai danni di una diciotenne, riuscita a darsi alla fuga l’indomani, dopo ore di abusi. Secondo quanto riferito dalla vittima e parzialmente cristallizzato nei filmati di video sorveglianza interni all’appartamento, nonché nei numerosi scatti fotografici in cui è stata immortalata, suo malgrado, dall’aggressore, dopo aver assunto massicce dosi di cocaina e altre sostanze tra cui la coca rosa (2CB)  e MDMA, è stata rinchiusa in una stanza da letto, quasi priva di mobilia,  ammanettata e costretta a subire un rapporto sessuale mentre una body guard sorvegliava l’ingresso.”

Dove è avvenuto il tutto?

Sionis: Nell’appartamento a Palazzo Beltrade, ribattezzato “Terrazza Sentimento”, che, in realtà, di sentimentale aveva ben poco.  Diversi testimoni hanno riferito che al centro della sala  “c’erano piatti con cocaina e altra sostanza stupefacente chiamata 2CB a disposizione degli invitati” e, secondo alcune indiscrezioni, sembrerebbe che festini del medesimo tenore si siano consumati anche in una villa di Ibiza e in una casa a Bologna.”

Si tratterebbe di un caso isolato, sfociato in violenza durante uno dei tanti festini?

Sionis: “Nelle ultime ore, sembrerebbe che sia emersa la testimonianza di un’altra giovane donna che avrebbe descritto alcune circostanze, verosimilmente sovrapponibili o, per certi versi analoghe a quelle che sono oggetto di odierna indagine”.

Cosa sta emergendo dalle prime indagini in corso?

Sionis: “Secondo le prime emergenze investigative il padrone di casa ha ordinato alla guardia del corpo di cancellare le immagini delle videocamere interne all’attico:”Pialla quelle registrazioni adesso, passa un distruttore dei file“. Il diktat dimostra la piena consapevolezza del disvalore giuridico e sociale delle condotte agite e  delle quali non avrebbe voluto restasse traccia. Non è, tuttavia, da escludere la possibilità che se l’epilogo fosse stato meno travagliato e pericoloso, Genovese avrebbe potuto conservare quei video per guardarli in un secondo momento e riattivare le sue fantasie sessuali, pertanto, non sarebbe improbabile che filmati di precedenti festini in camera da letto siano ancora nella disponibilità dell’uomo”.

Che significato attribuisce a questi agiti?

Sionis: “Il tentativo di cancellare le prove, unitamente alle numerose volte in cui l’ha fatta franca dopo aver quanto meno molestato la quiete pubblica, dimostrano una sedimentata percezione di impunità che ha certamente influito nella reiterazione e nella escalation di condotte ai margini della legalità. Il senso di impunità è un ingrediente nefasto soprattutto in personalità orientate alla sopraffazione e, solitamente, contribuisce all’incremento/peggioramento degli agiti antisociali”.

Che idea si è fatta della personalità del Genovese?

Sionis: “La disamina degli elementi emersi attraverso gli organi di informazione induce ad ipotizzare che Genovese sia un soggetto sex offender, con marcati tratti di sadismo sessuale orientato al controllo e alla prevaricazione più estrema della volontà altrui anche attraverso il ricorso di sostanze atte ad annichilire nella vittima qualunque capacità di autodeterminarsi. Il rischio di recidiva è altissimo ed è correlato ad un alto grado di pericolosità sociale. La necessità di controllare il suo prossimo e la consapevolezza circa la  illegalità delle sue condotte sono dimostrate, in primis, dal divieto di introdurre cellulari all’interno del suo appartamento durante i party. Tutti i dispositivi dovevano essere lasciati in custodia ad una hostess incaricata unicamente di questo compito. Naturalmente quel genere di condotta porta in sé  l’aspetto dicotomico del controllante che teme di essere controllato”.

Durante l’interrogatorio di garanzia, secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e avrebbe rilasciato una spontanea dichiarazione riguardante il suo stato di tossicodipendenza. Avrebbe affermato   di essere tossicodipendente da cocaina da quattro anni e di volersi disintossicare e curare, considerato che, a suo dire, la sostanza gli avrebbe impedito di riconoscere la linea di demarcazione tra lecito ed illecito. Cosa ne pensa?

Sionis: “Francamente, le predette dichiarazioni, non  sembrano discendere da un autentico sentimento di colpa e di resipiscenza, quanto dalla necessità di ricondurre le sue aberranti condotte all’alveo della “malattia” al fine di condizionare favorevolmente il suo interlocutore e garantirsi eventuali benefici di Legge. In realtà, se le cose fossero andate così come riportate dai mass media, lungi dall’essere un’attenuante, l’abuso di sostanze costituirebbe una aggravante. Infatti, è lo stesso Genovese che sostiene di agire determinate comportamenti solo se sotto effetto di sostanze, pertanto, possiamo  rivolgere specularmente quella sua constatazione e domandarci se, viceversa, egli assuma stupefacenti per garantirsi  prestazioni borderline e contra legem, oltre che per soggiogare le sue potenziali vittime. In poche parole, Genovese è un soggetto controllante che teme di essere controllato quando decide di perdere il controllo”.

Entrando nello specifico, cosa si può desumere dalle condotte agite dal Genovese?

Sionis: “Le condotte agite fanno presuporre che sia un individuo con un sé grandioso e ipertrofico accompagnato da franco disprezzo del valore delle esistenze altrui che non disdegna ridurre a mero oggetto dei suoi più atavici e barbari istinti.  L’alta componente sadica di cui è pervaso, lo ha indotto  a dominare la ragazza dopo averla resa del tutto incosciente secondo uno schema di franca riduzione in schiavitù attraverso cui  ha esercitato il potere di vita e di morte. La ragazza ha rischiato di perdere la vita, ma è proprio quel rischio la componente sadica e di piacere sessuale che ha dominato l’agire criminale. Genovese l’ha voluta condurre al limite e ha immortalato i momenti in cui era sospesa verso il baratro dell’incertezza, immobile, catatonica, nel completo suo potere”.

Va letta in quest’ottica anche la registrazione delle pratiche che faceva subire alle ragazze?

Sionis: “I filmati della telecamera  posizionata in camera da letto e le fotografie oltre a rappresentare un trofeo/feticcio e a garantire la memoria dell’evento (la cui percezione era parzialmente attutita o modificata dall’uso degli stupefacenti) oltre che avere il fine di stimolare e favorire successive pratiche sessuali, potrebbero avere il ruolo di materiale di scambio tra “amatori” e “collezionisti”. Il dubbio è determinato anche dalla peculiare location/alcova disadorna proprio per garantire l’anonimato. Non sembra altrimenti credibile che un attico di due piani, con piscina sulla terrazza e minuziosamente arredato e curato comprenda ambienti spartani come la camera destinata alle sevizie”.

E come leggere il bisogno di sesso violento?

Sionis: Bondage, sevizie e feticismo descrivono quadri comportamentali che, per la gravità e per le modalità poste in essere, unitamente al rischio di morte per la vittima, si avvicinano a quelle agite negli SNUFF MOVIE.  Fortunatamente il finale non è lo stesso dato che  la ragazza è sopravvissuta.

 

Dott.ssa Sionis, la ringrazio, ancora una volta, della disponibilità e Le rinnovo l’invito per la disamina di altri casi.

Ancora grazie a nome dei lettori.